Vittorio Sgarbi ha deciso di dire la sua su Sanremo e di sparare a zero praticamente su tutti: a partire da Chiara Ferragni, co-conduttrice della prima e dell’ultima serata, per arrivare ai vertici Rai.
In una lunga intervista rilasciata a La Stampa, Vittorio Sgarbi ha pensato bene di commentare Sanremo, in pieno stile Sgarbi. Le sue parole, cioè, sono state tutt’altro che gentili e dolci e hanno trafitto, come lame, praticamente la maggior parte delle persone che hanno avuto un ruolo fondamentale nel Festival (al netto di Amadeus, considerato, a quanto pare, un bravo conduttore da lui).
Vittorio Sgarbi parla di Sanremo
Vittorio Sgarbi ha deciso di deliziare il pubblico della sua opinione personale – condivisibile su alcuni punti, ma meno su altri più che altro per i toni come sempre non pacati – in un’intervista rilasciata a La Stampa. Spolier: le sue parole “dolci” sono state riservate al Festival, ai vertici Rai, a Stefano Coletta, a Chiara Ferragni, a Fedez, a Lucio Presta e potremmo continuare all’infinito.
Da dove partire per raccontare l’intervista di Vittorio Sgarbi a La Stampa? Il problema è che, da qualunque punto di vista la guardi, alla fine resta sempre un susseguirsi di critiche (assolutamente non velate) in pieno “stile Sgarbi”, c’è poco da fare, quindi non esiste un modo edulcorato per riportare le sue dichiarazioni.
Il suo primo bersaglio è proprio il Festival in sé, ritenuto “miserabile, insensato, insignificante, infantile”. Sarebbe inutile analizzare parola per parole e cercare di capire il perché di tutto ciò, anche perché alla fine a spiegare meglio cosa intendeva ci ha pensato il diretto interessato, che ha detto: “Niente musica né canzoni, non resta in mente nulla”.
Il problema per Sgarbi è che tutto è basato sempre troppo sugli ascolti, un modo per misurare tutto “in termini consumistici” e basta, mentre il prodotto andrebbe guardato nella sua totalità e quindi dovrebbe comprendere anche l’organizzazione, la direzione – artistica soprattutto – il livello intellettivo ecc ecc. Se è vero che il Festival è un prodotto riveduto e corretto ogni anno – negli ultimi quattro in base alle scelte di Amadeus – lo è anche però che sono i vertici Rai ad avere il potere decisionale e quindi dovrebbero essere loro a muovere i fili “dall’alto”. E qui casca l’asino, perché, sempre a detta sua chiaramente, “manca un amministratore, un presidente, un direttore di rete”.
A questo punto dell’articolo, se non volete sentire offese gratuite vi consigliamo di scendere più in basso, perché da adesso – per svariate righe – partono parole che sono tutt’altro che al miele, per così dire. Andando con ordine, per Sgarbi i vertici Rai dovrebbero “andare a casa perché è stato un fallimento totale” e “hanno mancato alla funzione di controllo”, dato che “non è censura per impedire quello che è accaduto, ma per impedire che il livello sia così basso”. Insomma, tutto questo per dire che “serve una svolta culturale” che parta soprattutto da Sanremo, considerando che questo è considerato da tempo immemore ormai per antonomasia il Festival della canzone italiana e che è un appuntamento attesissimo ogni anno per milioni di persone.
Chi vedrebbe ai vertici Rai il critico d’arte (e a quanto pare anche di Sanremo)? “Per la direzione del festival Morgan, un ponte tra musica classica e contemporanea: meglio un vero stravagante come lui che uno finto come Fedez. Per la presidenza Paolo Mieli, un uomo che abbia equidistanza. Al posto di Fuortes bisogna puntare in alto: Corrado Augias, Geminello Alvi, Roberto Andò, Emma Dante, Toni Servillo, Giorgio Montefoschi”.
C’è poi la parentesi Benigni che, a detta di Sgarbi, avrebbe fatto una caricatura della Costituzione, ma su questo ci riserviamo il diritto di non aggiungere nulla, perché sono state troppe le critiche a suo carico e sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Le pagelle ai protagonisti del Festival
La parte saliente dell’intervista comunque arriva quando il critico inizia a dare i numeri. No, non nel senso che impazzisce, ma che alla domanda dell’intervistatore “Dia i voti”, non ci ha pensato su e ha iniziato letteralmente a mettere i voti a tutti i protagonisti del Festival, partendo da Amadeus, che sulla sua “pagella” può aggiungere un bel 7 e mezzo, dovuto soprattutto alla sua sobrietà e alla sua eleganza, che gli potrebbero permettere addirittura di fare coppia con Morgan: quest’ultimo dovrebbe fare – sempre secondo Vittorio, si intende – il ricercatore musicale e il conduttore dovrebbe fare quello che sa fare meglio, cioè condurre, soprattutto alla luce del fatto che “non conosce una nota”.
La seconda a essere giudicata da uno a dieci è Chiara Ferragni, contro cui il critico pare particolarmente duro: l’imprenditrice digitale, infatti, si è beccata un bel due e una valanga di critiche. Sbarbi ha parlato infatti di “analfabetismo funzionale” e l’ha definita “un’inetta, una capra, goffa”, per poi aggiungere addirittura: “Leggeva dei foglietti in una lingua improbabile che non è l’italiano. Mai visto niente di simile. Sarebbe stata meglio Elly Schlein”.
Il terzo è Fedez, che ha preso un voto compreso tra il cinque e il sei e un giudizio non eccessivamente duro (“È pessimo ma non è un incapace totale, come la moglie”), ma qui dobbiamo aprire una parentesi enorme, sia alla luce dell’ormai famosissimo bacio con Rosa Chemical, sia per la sua esibizione sulla nave che ha destato tanto clamore soprattutto tra i politici (per ovvi motivi). Sul primo punto, Sgarbi è apparso clemente (almeno con lui, con il cantante un po’ meno), sostenendo che il bacio non può essere comunque giudicato negativamente, perché è questo “il modo in cui Rosa Chemical è esistito”. Sul secondo lo è stato un po’ meno, definendo il gesto della foto di Bignami – Fedez l’ha strappata in diretta – “un attacco infantile”. C’è da dire a questo proposito che quello che è accaduto a Sanremo ha scatenato non poche polemiche: basti pensare che Fratelli di Italia sostiene con fermezza che i vertici Rai sapessero – nonostante Coletta si sia dissociato dal suo gesto e abbia affermato senza mezzi termini di non essere stato a conoscenza di quello che il rapper avrebbe detto nel suo freestyle – e che quindi adesso debbano dimettersi.
Finita la parentesi sui voti, poi, il critico ha parlato delle uniche canzoni da salvare, che sarebbero quelle di Ornella Vanoni, Gino Paoli e Al Bano. Nessuna di quelle in gara, insomma, nessun artista giovane, nessun emergente ha avuto la sua approvazione, perché solo i succitati hanno scritto “canzoni che hanno ancora un senso” e possono essere considerati “mostri sacri, non mostriciattoli”.
Su Marco Mengoni – il vincitore di questa edizione – ha le idee chiare (come su tutti, del resto): il merito della sua esistenza – artistica ovviamente – è di Morgan, avendo lui fatto parte della sua squadra a X Factor circa 14 anni fa, nel 2009 (tra l’altro vinse quell’edizione e da lì partì la sua carriera).