A Bacoli una coppia chiede di scaldare il brodino della figlia in un lido, ma una voce aggiuntiva sullo scontrino li sorprende.
Quella degli scontrini assurdi sembra essere la moda estiva del momento. Sempre più persone, infatti, condividono sui social le proprie esperienze negative in lidi e locali. Il motivo? Qui, richieste come dividere un panino a metà o scaldare un biberon diventano voci aggiuntive sullo scontrino. È successo anche ad una coppia a Bacoli, che alla richiesta di scaldare il brodino della figlia si è vista rispondere con un euro in più sullo scontrino.
Dopo aver speso una cifra non da poco per affittare un ombrellone e due lettini, questa coppia non immaginava di dover pagare un supplemento addirittura per scaldare il brodino della figlia. Non la pensava allo stesso modo, a quanto pare, il gestore del lido dove si trovavano, a Bacoli.
La coppia, infatti, ha dovuto pagare un euro per tale “servizio”, con tanto di emissione di scontrino fiscale. L’accaduto è stato segnalato a Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra. Quest’ultimo ha definito “inesistenti” i servizi che da qualche tempo a questa parte molti considerano a pagamento in diverse località turistiche e balneari.
Proprio a Bacoli, tra l’altro, lo stesso sindaco aveva richiamato l’attenzione sul caso di un lido che aveva negato ad una bagnante della spiaggia libera di accedere ai bagni della propria struttura. Riguardo a quest’ultimo episodio, quello del brodino, Borrelli fa sapere che il sindaco Della Ragione è stato informato per verificare quanto denunciato.
Il deputato ha poi definito “inaccettabile” il comportamento di alcuni titolari di attività prettamente rivolte ai turisti che approfittano di queste situazioni per puro guadagno. Questo comportamento, ha aggiunto Borrelli, non fa che minacciare la riuscita della stagione turistica e il futuro di un territorio che di fatto vive di turismo.
Un comportamento più onesto da parte dei gestori di lidi e locali, quindi, non farebbe altro che garantire più lavoro e una buona pubblicità.
Come abbiamo detto in apertura, il caso dell’euro in più per riscaldare il brodino non è una novità, né un episodio isolato. Sui social, infatti, non fanno che susseguirsi racconti simili, con in allegato foto degli scontrini incriminati.
Ne è un esempio ciò che è successo a Lecce, dove un bar in pieno centro, in Piazza Sant’Oronzo, ha chiesto un euro in più per dividere una crêpe in due. Un dessert che costava già 4,50 euro, a cui è stato praticato questo rincaro indicando addirittura il servizio richiesto sullo scontrino, alla voce “diviso”.
D’altronde, quella della truffa italiana che imperversa per i luoghi turistici quest’anno è una notizia che è arrivata anche alla CNN. Quest’ultima ha denunciato lo scandalo dei prezzi in ristoranti e bar. Tantissimi sono gli episodi, raccontati in questo periodo, che circolano attorno agli scontrini.
Ancora, a Portofino sono stati chiesti due euro in più per un piatto vuoto, e 60 centesimi per l’aggiunta di cacao al cappuccino.
Un’abitudine deleteria, che danneggia gli stessi che la praticano, e non fa altro che mettere in cattiva luce il turismo del nostro Paese, da qualche tempo famoso per le “fregature ai turisti” nell’estate più costosa della storia.
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