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Chilometraggio auto usate: come difendersi dai truffatori

Uno dei maggiori rischi per il consumatore nell’acquisto di un’auto usata proviene dal chilometraggio truccato. In gergo le chiamano “auto schilometrate“. Si tratta di vetture con pochi anni di età ma molti chilometri percorsi, alle quali il venditore ha alterato o fatto alterare da alcuni complici il contachilometri. I chilometri così indicati diventano notevolmente inferiori a quelli effettivamente percorsi; in questo modo il venditore potrà ottenere un prezzo molto più alto. E’ una vera e propria truffa. Vediamo in che modo è possibile difendersi.

UN LIBRO FRUGA NELLA SPAZZATURA
Nel 2015 è stato pubblicato un libro che può benissimo essere considerato un vero manuale sul funzionamento di questa forma di reato. S’intitola “Non prendermi per il chilometro”; lo ha scritto Alfredo Bellucci, venditore di auto usate. Oggi titolare di una propria azienda, agli inizi della carriera ha lavorato per diversi concessionari, osservando quindi da vicino tale pratica illegale. Disgustato, ha voluto denunciare il fenomeno attraverso questo libro. Ha aperto anche un sito web sul tema, appunto www.nonprendermiperilchilometro.it.

NEL GIOCO CI PERDE UNO SOLO
Il meccanismo è molto subdolo e raramente i colpevoli vengono puniti perché il gioco conviene a troppi. Funziona così: il concessionario offre ad un potenziale acquirente di un’auto nuova una valutazione molto alta, notevolmente superiore a quella di mercato, per il ritiro della sua vettura usata con tanti chilometri. Può permetterselo perché sa già che potrà rivendere quell’usato ad un prezzo tale da fornirgli un alto profitto, proprio riportando indietro il contachilometri. Anche dovendo successivamente effettuare qualche intervento in garanzia, il guadagno derivato dalla truffa sarà sempre largamente superiore.

Spenderà qualcosa per le riparazioni più evidenti, magari ripristinerà anche l’auto ad uno stato quasi ottimale, però resterà sempre in largo attivo, perché la differenza di valore tra un’auto di 180.000 Km e una che invece ne “segna” solo 90.000 è enorme. Anche l’acquirente del nuovo ci guadagna perché, grazie alla supervalutazione del suo usato, spenderà molto meno per comprare l’auto nuova. L’unico a rimetterci sarà il compratore della vettura manomessa, che pagherà una somma spropositata per un’auto molto più usurata di quello che sembra.

Tra l’altro si tratta di un gioco ripetibile più volte. Poiché l’età dell’auto contraffatta è ancora relativamente bassa, anche il secondo compratore potrà rivenderla dopo un paio d’anni e gli verrà fatta la stessa offerta, perché il venditore manipolerà nuovamente il contachilometri. Così il truffato si trasforma in complice inconsapevole.

DIFESE POCHE MA POSSIBILI
Non tutti i concessionari sono disonesti. C’è anche chi opera correttamente. Tuttavia i truffatori sono molti, troppi. Purtroppo non sono molte le difese a nostra disposizione, perché questa gente è molto abile ed è estremamente difficile trovare le prove di una manomissione. Essi contano anche sul malfunzionamento della giustizia: le cause possono durare molti anni e comportano notevoli spese e stress, quindi spesso le vittime sono tentate di lasciar perdere.

Ma qualcosa possiamo fare. Si tratta di accortezze valide anche quando si compra da un privato; perché il giochetto del contachilometri non è un’esclusiva dei concessionari; anzi, qui i rischi sono anche maggiori, poiché i privati non sono tenuti ad offrire una garanzia, e poi potrebbero sempre scappare.
Innanzitutto va sottolineato che non esiste l’occasione irripetibile. Di auto usate in vendita è pieno il mondo, promozioni sui finanziamenti, sconti e incentivi vari vengono sempre periodicamente riproposti. Quindi se si ha anche il minimo sospetto, abbandonare la trattativa e fuggire a gambe levate.

INDISPENSABILE L’OCCHIO DI UN ESPERTO
Se non si è del mestiere è difficile rendersi conto del vero stato di usura di un’auto, anche perché i dettagli più evidenti vengono ripristinati o sapientemente occultati. La cosa migliore da fare è farsi accompagnare da un meccanico di fiducia, eventualmente pagandogli il disturbo; questa spesa non è niente in confronto alle parecchie migliaia di euro perse comprando un’auto contraffatta. Un bravo meccanico sa esattamente dove guardare per rendersi conto della reale condizione di una vettura.

Sono tanti i dettagli da ispezionare: parabrezza, rivestimento volante e sedili, pneumatici, liquidi, carrozzeria; durante un giro di prova si potrà valutare anche lo stato di ammortizzatori e freni, avvertire rumori e vibrazioni particolari; anche la sterzata può rivelare la vera età di un’auto. Va da sè che anche l’ispezione visiva del motore può dire molto (parti bagnate d’olio che potrebbero indicare problemi alla testata); ma solo un occhio molto esperto e competente può rendersene conto.

Il nostro meccanico potrà anche portare con sé uno strumento per la diagnosi elettronica delle centraline principali; al limite potreste anche proporre di far effettuare, ovviamente a vostre spese, una diagnosi approfondita presso un’officina della rete ufficiale del costruttore. Queste diagnosi possono rilevare se c’è qualcosa che non quadra, magari anche scoprire direttamente l’alterazione del contachilometri. Se il venditore rifiuta di far sottoporre l’auto a questi controlli, è segno che ha qualcosa da nascondere. Lasciate perdere e andate via.

LE CARTE CI AIUTANO MA POSSONO ANCHE MENTIRE
Ci sono anche i controlli di tipo burocratico. Il libretto di manutenzione dell’auto, dove sono segnati i tagliandi, può dare qualche indicazione, ma da solo non basta. Infatti spesso anche questo documento viene contraffatto. Oppure il proprietario ha smesso di fare tagliandi dopo la scadenza della garanzia: ad esempio dopo 60.000 Km; in quel caso il venditore avrà fatto riportare il contachilometri poco oltre quella cifra, senza bisogno di alterare il libretto.

E’ consigliabile anche una visura al Pra; anche questa è a pagamento, ma costa meno di 10 euro e si può fare on line. Qui sapremo se la vettura è sottoposta ad ipoteche, pignoramenti, fallimenti, sequestri o fermi amministrativi. Tutte seguono l’auto: significa che il creditore beneficiario dell’ipoteca può portarci via la vettura se il vecchio proprietario non salda il suo debito; se il veicolo è sottoposto a fermo, è vietato circolare fino a quando il precedente proprietario non ha saldato le multe che ha in sospeso. Nel caso di vettura schilometrata generalmente il venditore ha già fatto quei controlli e non ritirerebbe l’auto se ci fossero problemi di quel tipo, perché sarebbe inutimente rischioso. Tuttavia è bene non fidarsi mai: chi delinque non si ferma di fronte a niente, e un truffatore è sempre un delinquente.

Se per caso scoprissimo in modo dimostrabile l’alterazione del contachilometri, potremmo denunciare il venditore per truffa, portando la documentazione alle forze dell’ordine. Tuttavia i tempi della giustizia sono quelli che sono. Un modo più efficace per punire il malfattore è segnalarlo all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, comunemente nota come Antitrust. Essa ha strumenti legislativi per intervenire abbastanza rapidamente e multare in modo molto pesante il malandrino, anche se titolare di una microimpresa o impresa individuale; può infliggere sanzioni fino a 5 milioni di euro. Il sito web è www.agcm.it.

Roberto Speranza

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