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Christianne Boudreau racconta del figlio morto con l’Isis: ”Ecco perchè combatto la propaganda”

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Christianne Boudreau è una mamma di 45 anni che racconta come il figlio, nato in Canada, sia diventato un militante ISIS, e di come sia partito per la Siria e lì abbia perso la vita in combattimento, più di un anno fa. La voce di Christianne vacilla leggermente mentre racconta alla Cnn il percorso di radicalizzazione del figlio, dalla conversione all’Islam alla decisione di andare a combattere per il Califfato. Ma la perdita del figlio ha scatenato in lei una reazione: combattere la propaganda con tutta se stessa per proteggere altri giovani dalla seduzione di andare a combattere in Medio Oriente.

Il processo di radicalizzazione è graduale e convincente, ha detto Christianne Boudreau. Ma soprattutto è mortale. Suo figlio, Damian Clairmont, ha studiato a Calgary, in Canada, ma dopo essersi convertito all’Islam, all’età di 22 anni si è unito ai ranghi di ISIS in Siria, ed è stato ucciso in combattimento durante gli scontri nei pressi di Aleppo, nel gennaio 2014. ”E’ stato costretto ad andare lì per aiutare a salvare le donne e i bambini, per fermare la tortura, per fermare Bashar al-Assad ed è questo che lo attirava lì. Mi diceva ‘sto finalmente facendo qualcosa di produttivo nella mia vita, mamma’”. Secondo la donna suo figlio ha subito ulteriormente il lavaggio del cervello in Siria e alla fine si è schierato con ISIS, credendo che fosse il gruppo più forte e con più probabilità di sopravvivere.

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Lei non sospettava nulla quando Damian le disse che sarebbe partito per l’Egitto a studiare l’arabo. In realtà, il 22enne era in Siria a fianco dei combattenti ISIS. Ancora la donna si chiede come abbia fatto il suo ragazzo a finire per perdere la vita combattendo per la creazione di un califfato islamico in il Medio Oriente, ma la risposta è difficile. Lui a 17 anni aveva tentato il suicidio, poi dopo il recupero ha trovato l’Islam e si è convertito. ”Ho visto alcuni cambiamenti positivi in lui, era diventato di nuovo ”sociale”. Il vecchio Damian che conoscevo quando era più giovane, molto più giovane, stava cominciando a venire fuori. Era tranquillo, non stava usando droghe, ci sono stati un sacco di cambiamenti positivi”. Almeno fino a quando non è diventato assiduo frequentatore della locale moschea. Poi qualcosa è successo. E Internet ha fatto il resto.

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Abbiamo bisogno di cominciare a armare noi stessi con la conoscenza, la consapevolezza, l’educazione, e di essere in grado di affrontare questi problemi ed essere in grado di parlare con i nostri figli fin dalla più tenera età”, ha detto Boudreau. ”In fondo facciamo la stessa cosa con l’educazione sessuale, con la droga, e questo è solo una delle tante cose che i nostri ragazzi si trovano ad affrontare, è una sfida”. Il problema che genera altri problemi è la mancanza di comprensione e di risorse a disposizione delle famiglie.

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Ciò che questa madre ricorda e sottolinea è che la religione scelta da suo figlio parla di pace. E proprio per questo è intenzionata più che mai a combattere la propaganda e la radicalizzazione. Reclutare su internet è facile, per questo Boudreau esorta le mamme con un messaggio semplice ma efficace: ”Parla con i tuoi figli dell’ISIS prima che siamo loro a farlo”. Boudreau sta prestando infatti il suo sostegno dando voce a due organizzazioni che cercano di combattere proprio la radicalizzazione. Hayat Canada e ExtremeDialogue.org sono due nuove risorse online per i genitori, gli insegnanti e le varie comunità che cercano un aiuto contro gli estremisti e il reclutamento in favore dell’Isis.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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