L’indagine giudiziaria che vede coinvolte la moglie e la suocera di Aboubakar Soumahoro, che gestivano la coop Karibu sotto il vaglio degli inquirenti della Procura di Latina, sta scuotendo nelle fondamenta anche Sinistra Italiana, che non ha direttamente candidato l’ex sindacalista dei braccianti, ma ha avallato la scelta di Europa Verde, l’altro partito dell’alleanza, di presentarlo all’uninominale di Modena, quasi un feudo sicuro, e quindi farlo eleggere alla Camera.
Stando ai racconti della base foggiana, infatti, Nicola Fratoianni, il segretario di SI, era ben consapevole che intorno alla figura del deputato ci potevano essere delle ombre, che sono poi venute a galla qualche settimana fa, costringendo Soumahoro ad autosospendersi dal gruppo parlamentare dei rossoverdi a Montecitorio. Una decisione sua, hanno detto in un comunicato, ma arrivata perché, così come tutti, anche i tre leader dell’alleanza volevano spiegazioni dall’ex sindacalista. Ecco, quindi, che le fondamenta di Sinistra Italiana iniziano a scricchiolare, perché la classe dirigente del partito vuole, a sua volta, delle spiegazioni da Fratoianni, che, dicono, sapeva e ha taciuto e ora ha messo in cattiva luce, in un certo senso, il buon nome di SI.
La denuncia dei dirigenti di Sinistra Italiana a Fratoianni che sapeva tutto, ma ha comunque candidato Soumahoro
Ogni giorno che passa un nuovo pezzo della storia che vede coinvolto indirettamente dal punto di vista giudiziario, direttamente da quello politico il deputato ex Europa Verde e Sinistra Italiana Aboubakar Soumahoro viene a galla, e aiuta a comporre un mosaico che nessuno si sarebbe mai aspettato ad agosto, quando l’ex sindacalista dei braccianti è stato annunciato come uno dei candidati dell’alleanza di Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi.
Oddio, forse questo è un po’ improprio, perché che potessero esserci dei nodi, e che prima o poi sarebbero venuti al pettine, il segretario di SI lo sapeva, eccome. Don Andrea Pupilia, responsabile della Caritas di San Severo, che si occupa anche di Torretta Antonacci in maniera indiretta, ovvero una realtà, quella dei ghetti dei migranti in provincia di Foggia, in cui si muoveva anche Soumahoro, in un’intervista di qualche giorno all’Adkronos aveva avvisato Fratoianni che l’eventualità sarebbe stata probabile, perché conosceva il modo di agire del futuro deputato a telecamere spente.
E gli occhi sono tanto puntati là, e a quello che effettivamente è successo, e vede indagata la coop Karibu, di cui la suocera, Marie Therese Mukamitsindo, e la moglie, Liliane Murekatete, facevano parte come numero uno e numero due. Perché il deputato non è indagato, e non neanche minimamente coinvolto nell’inchiesta della Procura di Latina, ma ecco, in mezzo ci è finito anche lui, e con tutte le scarpe.
Da quando si è venuti a conoscenza dell’indagine, infatti, il fondatore della Lega braccianti è stato travolto da un’ondata di fango che sembra aver già decretato la sua condanna. Dal punto di vista politico per lo meno, perché da quello giudiziario lui ne esce pulito, come potrebbero anche uscirne illese moglie e suocera, la seconda più della prima, considerato che è veramente indagata per malversazione.
Lui diceva, all’inizio, di non saperne nulla, e così hanno detto anche i tre leader che hanno scelto lui per l’uninominale di Modena, un collegio sicuro, perché credevano profondamente nella bontà delle sue idee e del suo operato come sindacalista, e attivista. Una scelta che, hanno detto, è stata presa da Europa Verde a giugno, quindi molto prima che scoppiasse la crisi di governo e che i partiti fossero costretti a preparare in due mesi la campagna elettorale, e ovviamente i nomi da candidare.
Se dal partito di Bonelli ed Evi, però, non sapevano nulla, dicevamo, Fratoianni che ha avvallato la candidatura non può nascondersi dietro questa risposta, cosa che in un primo momento ha fatto. Il messaggio del sacerdote non l’ha letto, ha spiegato ancora, ma quello che vis a vis gli hanno raccontato dalla base lo aveva sentito, solo che ha deciso di prendere delle decisioni diverse. Per convenienza.
E a raccontare che lui conosceva, sono Mario Nobile e Marco Barbieri, membri dell’assemblea e della direzione nazionale di SI, che in una lettera hanno espresso le loro perplessità, innanzitutto perché a loro non è andato giù il motivo per cui si è deciso di snobbare le parole di chi sapeva che intorno a Soumahoro ci potessero essere delle ombre.
Il “richiamo mediatico positivo conseguente alla candidatura in una campagna elettorale così breve e difficile” aveva avuto il sopravvento. D’altronde il deputato, mandato avanti da L’Espresso, da Diego Bianchi, Zoro, a Propaganda Live, godeva certamente di più visibilità rispetto a chi, come loro, nel partito ci lavora da sempre, e con convinzione.
Nella lettera, non si entra nel merito della vicenda di Soumahoro, non ci si scaglia contro di lui, piuttosto si fanno notare le mancanze di un segretario che, ora, ha messo in cattiva luce Sinistra Italiana, fatta di persone, appunto, che “si battono tutti i giorni contro la piaga del caporalato, a chi è impegnato con correttezza e generosità nel settore dell’accoglienza“.
Cosa può succedere nel partito di Fratoianni
E quindi questo è destinato a rimanere agli atti, mettendo sulle spalle di Fratoianni un peso che lui si era inizialmente levato di torno, e che i suoi alleati non hanno. “È bene quindi che assuma su di sé per intero la responsabilità politica di ciò che era prevedibile che accadesse ed è accaduto e ne tragga le conseguenze convocando una apposita riunione della assemblea nazionale di Sinistra Italiana“, hanno concluso Nobile e Barbieri.
Della serie: non si può far finta che non ti avevamo avvisato, sei voluto andare avanti come un treno, ora ci dai delle spiegazioni, perché come tu le hai pretese da Soumahoro – portandolo all’autosospensione dal gruppo parlamentare dell’alleanza -, noi le vogliamo da te, perché tu sarai l’uomo più in vista, ma noi lavoriamo sui territori, e lo facciamo bene e non vogliamo rimetterci. Ecco, una tirata di orecchie che potrebbe anche cambiare le cose alla segreteria, oppure no. Ma che sicuramente, almeno a loro, li fa uscire a testa alta da una situazione che addolora tutti, ma in cui ci sono più responsabili di altri.