Come fa notare la Cia-Agricoltori Italiani, molte aziende agricole stanno riscontrando problemi nel reperire la manodopera che servirà per la vendemmia e la raccolta della frutta.
Si avvicina il periodo in cui gli agricoltori dovranno procedere alla vendemmia e alla raccolta della frutta stagionale, ma si fanno avanti i primi problemi. Come fa notare la Cia-Agricoltori Italiani, c’è difficoltà ad assumere e reperire manodopera per portare a termine queste mansioni.
Carenza di manodopera: è questo lo scenario che si è venuto a creare alla vigilia delle grandi campagne, che riguardano sia le vendemmie che la raccolta della frutta. Si stima che c’è una mancanza di addetti per lo svolgimento di queste mansioni. Nello specifico, mancherebbero tra i 90 e i 110 mila lavoratori.
Lo fa presente la Cia-Agricoltori Italiani che mette in luce le difficoltà che stanno vivendo le aziende agricole, le quali affrontano, ogni giorno, la penuria di risorse utili per la raccolta stagionale e le vendemmie in diverse aree rurali dello Stivale.
Come sottolinea la Confederazione italiana agricoltori, “Il fabbisogno delle aziende agricole è legato a determinati periodi dell’anno, per cui vanno necessariamente messe in campo politiche per una maggiore semplificazione e flessibilità del lavoro“.
Pertanto, sono proposti strumenti di pagamento come “i voucher, per consentire anche a giovani, pensionati e percettori di reddito di cittadinanza di integrare il loro reddito attraverso il lavoro occasionale in agricoltura, e senza oneri eccessivi per le imprese“.
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Per far fronte alle esigenze degli agricoltori, i quali non riescono a reperire la manodopera necessaria al fine di far fronte sia alle vendemmie che alla raccolta stagionale, la Cia-Agricoltori, nella figura del presidente nazionale, Cristinao Fini, chiede aiuto al Governo, affinché aiuti la categoria a svolgere il proprio lavoro, senza intoppi.
Ecco le parole del presidente: “Chiediamo al Governo di intervenire quanto prima per andare incontro alle esigenze delle imprese agricole, la cui sostenibilità economica è già fortemente destabilizzata dai costi di produzione alle stelle, con i rincari eccezionali di materie prime ed energia, e dall’instabilità dei mercati”.
E sottolinea che il settore non può fermarsi all’improvviso e cadere in una situazione di stallo che graverebbe moltissimo sulla produzione e sulla disponibilità dei prodotti: “L’agricoltura non può smettere di produrre, ma le istituzioni devono comprendere che gli agricoltori non possono continuare a lavorare in perdita”.
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