Dopo l’appello di Francesco Pappalardo, papà di Ciccio e Tore, a chiedere a gran voce la riapertura delle indagini è la madre dei due bambini scomparsi nel nulla nel giugno del 2006 e ritrovati – poco meno di due anni dopo – in una cisterna abbandonata a Gravina di Puglia.
Il ritrovamento dei corpi mummificati dei due bambini avvenne in una circostanza del tutto casuale. Fu infatti la caduta di un altro ragazzino del posto che ‘costrinse’ i vigili del fuoco a scendere nella cisterna, dove vennero rinvenuti i resti dei due fratelli, Francesco e Salvatore Pappalardi, conosciuti da tutti come Ciccio e Tore.
È il pomeriggio del 5 giugno del 2006 quando si perdono le tracce di due fratelli – Francesco e Salvatore Pappalardi, 13 e 11 anni – conosciuti da tutti come Ciccio e Tore. I due vivono con il papà a Gravina di Puglia. Quel pomeriggio, Francesco Pappalardi, non vedendoli rientrare, inizia a cercarli nelle campagne limitrofe alla sua abitazione, ma dei figli nessuna traccia.
L’uomo sporge quindi denuncia alle autorità e scattano le ricerche da parte dei carabinieri, coadiuvati da vigili del fuoco e polizia, ma di Ciccio e Tore neppure l’ombra. Passano le ore, i giorni e poi i mesi, ma nessuna novità su quello che è ormai un giallo a tutti gli effetti. Fino a che non arriva la svolta, il 25 febbraio del 2008, quando – per un caso del tutto fortuito – vengono ritrovati i corpi dei due bambini.
Il ritrovamento avviene dopo la caduta di un ragazzino di 12 anni in un pozzo a Gravina di Puglia. Quando i vigili del fuoco si calano all’interno per salvarlo – cosa che avverrà – trovano i corpicini, ormai mummificati, di Ciccio e Tore in fondo a una cisterna.
Prima del ritrovamento, nel 2007 per l’esattezza, viene arrestato il papà dei due fratellini scomparsi, con l’accusa di sequestro di persona, duplice omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e occultamento di cadavere. L’impianto accusatorio nei confronti di Francesco Pappalardo crolla per intero. L’uomo viene scagionato da ogni accusa e risarcito con 65mila euro.
L’autopsia sui corpi di Ciccio e Tore conferma la morte per stenti. Il primo a perdere la vita sarebbe stato Ciccio, morto per la grave emorragia riportata a seguito della caduto. Tore sarebbe sopravvissuto al fratello per diverse ore, morendo poi di freddo e fame. Nessuno dei due ha subito maltrattamenti.
Lo scorso febbraio il padre di Ciccio e Tore ha lanciato un appello perché si faccia chiarezza su quanto successo ai suoi figli. Ora – a distanza di qualche settimana – a intervenire sulla vicenda è la madre dei due bambini, Rosa Carlucci, che si prepara a chiedere la riapertura delle indagini.
“Fu molto più di una prova di coraggio. I miei figli furono istigati da qualcuno ad andare lì e potrebbero essere stati vittime di omicidio“
ha detto la donna a Il Corriere del Mezzogiorno.
“Da soli non si sarebbero mai avvicinati alla casa delle cento stanze, anche perché era un posto che non frequentavano. Sono sicura che con loro ci fossero altri ragazzi, che sapevano dov’erano finiti e non hanno mai voluto parlare”
ha proseguito la donna, che non si rassegna a quanto concluso dagli inquirenti. Per la donna ci sono troppe incongruenze nelle testimonianze degli amici di Ciccio e Tore che quel pomeriggio erano con loro.
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