Sono oltre 100 le vittime accertate del ciclone Freddi che sta colpendo il Malawi, in particolare la città di Blantyre.
A dare la notizia è stata l’Agenzia per le calamità naturali del Paese africano e il bilancio delle vittime è ancora provvisorio perché il ciclone tropicale è solo all’inizio della sua sfuriata.
In queste ore il ciclone tropicale Freddy si tra abbattendo nelle zone del Malawi, nel Sud Est del continente africano, con particolare focus nella città di Blantyre.
L’Agenzia per le calamità naturali del Paese, che ha riportato il bilancio di circa 100 vittime, parla di dati incompleti che potrebbero peggiorare nelle prossime ore. Oltre al territorio della città situata sulle sponde dello Shire in Malawi, sono stati colpiti anche diversi distretti nella regione meridionale, nonché altre regioni come il Mozambico e il Madagascar.
Il commissario del Dipartimento per la gestione dei disastri naturali, Charles Kalemba, ha parlato in una conferenza stampa poco fa riferendo che la situazione è drammatica e i soccorritori sono sul campo per monitorare la situazione e poter intervenire tempestivamente.
Insieme a tanti volontari sono già attivi sul campo per prestare assistenza ai feriti. Spesso le prime cure vengono fatte sul posto perché non è possibile il più delle volte trasportare i feriti in ospedale. Molte strutture sanitarie sono distrutte e ci si arrangia alla meglio.
Freddy sta infuriando da alcune settimane in Africa ma già è una leggenda perché in un mese ha battuto diversi record. Si tratta della seconda grande tempesta che in meno di un mese ha colpito il Sud Est africano e le immagini che vediamo parlano di villaggi rasi al suolo, strade squarciate e fango che sommerge le abitazioni.
Tante le vittime, ancora di più i feriti e coloro che si trovano in una situazione di difficoltà. Per loro si sono attivati centinaia di volontari ma non è sufficiente, c’è bisogno di agire in fretta e mettere in salvo tante vite che sono in pericolo. Molti dispersi mancano ancora all’appello e i soccorsi vengono rallentati dalla devastazione della tempesta.
Freddy entrerà negli annali della meteorologia globale perché è il ciclone tropicale più longevo della storia, inoltre è uno di quelli che ha scatenato più energia. Al suo 34esimo giorno di azione, il ciclone si intensifica sempre di più e finora ha percorso 8.000 chilometri durante i quali ha avuto ben 7 picchi di energia con venti fino a 60 chilometri orari.
L’inizio del ciclone c’è stato il 6 febbraio a largo delle coste australiane, in effetti nel viaggio verso il continente africano ha investito anche altri luoghi come le Isole Mauritius. Il 19 febbraio si è arricchito di umidità perché ha attraversatole acque calde dell’oceano Indiano, per poi arrivare in Madagascar, poi il 24 febbraio è arrivato in Mozambico e c’è stato un cambiamento.
Il ciclone è tornato verso il mare a causa di un anticiclone presente a est del Madagascar, così si è rafforzato con un’energia tale che gli permetterà di sopravvivere ancora a lungo. Ora si trova in Malawi e la sua intensità è enorme, maggiore addirittura di un’intera stagione di uragani americani.
Gli effetti son ben visibili, infatti le autorità confermano più di 130 decessi nelle regioni colpite e chiedono l’aiuto dei volontari, che già stanno coadiuvando la Croce Rossa nelle operazioni di ricerca dei dispersi e di salvataggio.
Le case vengono spazzate via e le macerie seppelliscono tante persone, come un intero nucleo familiare che si è aggiunto poco fa al bilancio delle vittime.
Una situazione tragica, un disastro con pochissimi precedenti che sta portando in Africa un’emergenza umanitaria che non possiamo ignorare. Morte e distruzione dominano le regioni meridionali dell’Africa e gli esperti purtroppo prevedono che Freddy rimarrà implacabile ancora per diversi giorni.
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