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Cina e Covid: la città degli iPhone bloccata in lockdown

Il Covid ha ripreso la sua folle corse da dove si era originato, ovvero in Cina. C’è, infatti, una città che è tornata in lockdown ed è dove si producono gli iPhone.

Lockdown in Cina – Nanopress.it

In quella città ci sono contagi record che non si sono visti neanche in tempo di vera pandemia, prima dell’arrivo dei vaccini.

Covid: la città degli iPhone bloccata

La Cina ritorna a vedere lo spettro del lockdown da Covid e questa volta, a farne le spese, è la città di Zhengzhou, città nota perché lì è presente la fabbrica degli iPhone. La città, quanto anche gli operai della fabbrica, è in protesta, poiché è stato ordinato il lockdown in diversi distretti a causa del nascere di continui focolai Covid.

Nel tentativo di riportare sotto controllo i focolai stessi, e anche i continui aumenti di contagio, la città è in lockdown. Ma ci sono violente proteste da ieri mattina, in particolare nei pressi della fabbrica della Foxconn, dove si producono gli iPhone, quasi il 70% di tutta la produzione Apple.

Tutti coloro che sono, al momento, presenti nella città in lockdown e tutti i suoi residenti, non possono allontanarsi da lì, a meno che non abbiano come risultato un test anti Covid negativo e il permesso da parte delle autorità di potersi allontanare dalla città stessa.

Non è permesso uscire dalle proprie case se non per motivi di estrema necessità. Nella sola giornata di ieri, infatti, nel territorio di Henan (di cui la città di Zhengzhou è capoluogo) si sono registrati 700 contagi. Ma le proteste nella cosiddetta “iPhone City” non si sono fermate. Coloro che in questa fabbrica vi lavorano, hanno protestato e marciato contro la Polizia locale che era arrivata lì per fermarli e riportare la calma.

Ma perché il tutto è concentrato attorno alla fabbrica di Apple? Poco prima che venisse proclamato il lockdown per l’aumento dei contagi Covid e, di conseguenza, l’impossibilità a muoversi dalla città, tantissimi erano stati gli operai che avevano lasciato la fabbrica, proprio per non incappare nel blocco imposto dallo stato.

Covid varianti – Nanopress.it

Le proteste degli operai

Tanti sono i video che stanno girando in queste ore sui social che mostrano decine e decine di operai in fila davanti alla Polizia che protesta al grido di slogan come: “Difendiamo i nostri diritti”, nella speranza di poter tornare a lavorare e a muoversi liberamente per poi ritornare alle proprie case, dopo la giornata di lavoro, e non restare bloccati in quella città.

Nonostante tutto, però, la zona industriale dove si trova la fabbrica degli iPhone è interessata da un violento focolaio Covid. Questo ha costretto l’azienda, già nelle scorse settimane, a dare incentivi di vario genere a tutti i suoi lavoratori per evitare, proprio, quello che alla fine è successo: la fuga di massa dallo stabilimento ed il blocco, quindi, della produzione, che sta danneggiando tutto il mondo.

In Cina, comunque, è record di nuovi casi da contagio Covid: si è arrivati a quasi 31.500 contagi, un dato che supera notevolmente i 30mila dello scorso mese di aprile, quando a restar bloccata in lockdown per due mesi fu la città di Shanghai.

Rosalia Gigliano

classe 1989, di Napoli. Sono laureata in Filologia Moderna e, dal 2013, sono anche una giornalista pubblicista. Fra le mie principali passioni ci sono la lettura e la scrittura, passioni che sono diventate poi, mano mano, il mio mestiere. Tutto ciò che fa cultura e che può ulteriormente arricchire sia me che mi sta intorno, sono il mio pane quotidiano. Scrivo su Nanopress.it dallo scorso giugno 2022, occupandomi prevalentemente di cronaca (nazionale, ma anche estera) nella mia funzione di redattore. Incontrare il team di Nanopress.it è stata una scelta che rifarei ancora ed ancora, perché mi ha riportata dove è nata la mia passione per il giornalismo: il mondo della cronaca.

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