Cina e India sono i due giganti asiatici per eccellenza e spesso vengono accostati tra loro parlando di potenze asiatiche ma le dinamiche, più o meno recenti, hanno apportato modifiche e aggiunto fattori che portano in direzioni differenti le due Nazioni.
Gli attriti tra i due Stati risalgono a molti anni fa e, nonostante le due potenze asiatiche fino ad un certo punto siano andate di pari passo in merito allo sviluppo economico, il divario tra Cina e India è diventato nel giro di pochi anni davvero importante. Il pil delle due nazioni nel 1978 era identico, ma è bastato qualche anno alla Cina per diventare la super potenza che è oggi. Non che l’India non abbia fatto progressi, ma non sono paragonabili a ciò che è stata capace di compiere la Cina in ambito economico.
La questione del confine himalayano è attuale e, nonostante il confine sia provvisorio e in attesa di un accordo sembra che questo non arriverà mai. Pechino e New Delhi sono entrambe potenze nucleari e entrambe Nazioni super popolate che, in caso di un ipotetico conflitto, potrebbero stravolgere le dinamiche internazionali.
La differenze tra le due potenze asiatiche, ovvero quella cinese e quella indiana, vede tre fattori fondamentali. Il divario economico tra i due Paesi è attualmente enorme e, nonostante l’India stia ora puntando a diventare diretta concorrente della Cina e si vuole affermare in ambito globale, i risultati parlano chiaro e la Cina con il solo guadagno delle esportazioni supera il pil totale dell’India.
Il governo indiano,però, ha adottato una politica economica che vuole essere concorrenziale e competere con le potenze internazionali. Apple, ad esempio, ha scelto di aprire una seconda sede in India e il governo sta facendo pressione su molti investitori sfruttando le incertezze attuali riguardo al governo cinese e a Xi Jinping.
La questione confini è sempre stata calda tra i due Stati e lo dimostra che, per il confine himalayano, Cina e India sono anche arrivate ad un conflitto armato. Dopo anni di dispute nel 1962 alla fine della guerra, è stato stabilito un confine provvisorio chiamato Line of Actual Control” (Lac). Una linea di confine che è però stata oggetto di malcontento per alcune zone che venivano reclamate sia da Pechino che da New Delhi.
La Lac è poi stata oggetto di accordo sia nel 1993 che di ridefinizione nel 1996 dove i due governi in contrapposizione hanno deciso che nel caso fossero nati disguidi sul confine le autorità cinesi e indiane avrebbero dovuto consultarsi per cercare di appianare i contrasti. Ma la realtà è che questo è un tipo di contrasto che non può scemare e che riemerge immediatamente in caso di scontri o problemi diplomatici.
La terza motivazione è quella che vede l’India intraprendere rapporti internazionali sia con stati che godono e danno supporto alla Cina, ma anche con chi non vede di buon occhio Pechino. Questa peculiarità del governo indiano ha sempre innervosito la Cina, che ha invece una politica estera differente e meno propensa all’apertura.
Pechino e New Delhi hanno visto un repentino peggioramento nei rapporti bilaterali durante gli ultimi anni e la questione confini si è fatta sentire nuovamente e con prepotenza. Nonostante nel 2019 i capi di stato di Cina e India Xi Jinping e Narendra Modi si siano mostrati insieme per infondere un clima di coesione e cercare di mantenere l’equilibrio,già precario, il 2020 ha poi segnato la riacutizzazione del malcontento.
L’esercito indiano e quello cinese si sono scontrati e le vecchie dispute sembrano non essere mai state superate. Le truppe di frontiera dei rispettivi eserciti non possono oltrepassare armati, in base ad un vecchio accordo, la frontiera ma ciò non implica che non nascano disordini lo stesso.
Quello che è successo il 9 dicembre sull’Himalaya può sembrare un episodio da poco dato che l’esito è stato di qualche ferito soltanto. Ma se si parla di vecchi conflitti e accordi scricchiolanti del passato è meglio prestare attenzione. La faccenda viene riportata diversamente dal governo di Pechino rispetto a quello di New Delhi, ma il succo del discorso è che militari cinesi e indiani si sono scontrati a suon di mazze e bastoni.
Già questo è preoccupante e rivela che la questione è più calda che mai, ma è da valutare anche quando è capitato lo scontro.
Questo perché le truppe di Cina e India si sono scontrate, sul confine himalayano, proprio nel momento in cui si sono intensificate la esercitazioni congiunte di india e Usa. Le relazioni tra Washington e New Delhi si sono molto rafforzate, andando a innescare così il nervosismo di Jinping e di Pechino che invece vedono il rapporto con gli Stati Uniti in maniera differente. Le divergenze economiche tra Cina e Usa si vedono contrapposte ad un rapporto commerciale ed economico tra Stati Uniti e India e questo spaventa la Cina.
L’india sogna di poter superare Pechino attuando una politica economica aperta e aprendo le porte a vari alleati. Mentre Xi vuole arrivare al potere assoluto sull’Asia solo con le sue forze e mostrare la sua autorità, nonostante debba per forza cedere ad accordi e rapporti commerciali internazionali.
Gli Stati Uniti approfittando dell’india per cercare di creare un vuoto attorno a Pechino, ma sottovalutano il fatto che New Delhi abbia rapporti stretti anche la Russia. Ma non solo dato che è anche vicina al Pakistan con il quale confina. Elementi che provengono anche dal momento storico che ha stravolto le dinamiche in Asia e Medio Oriente rafforzandone alcune ma altre invece hanno decisamente riacceso vecchi dissapori.
Le azioni dei capi di stato sono altamente imprevedibili in questo momento e, nonostante le autorità abbiamo sminuito la questione e affermato di voler appianare le divergenze, le autorità internazionali non perdono di vista gli sviluppi dei rapporti bilateri di India e Cina.
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