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Cina, niente più quarantena per chi entra nel Paese. Turismo, visto e tamponi: ecco cosa c’è da sapere

Turismo da e per la Cina. Niente più quarantena in entrata ma i confini restano chiusi per i viaggiatori internazionali. Passeggeri in uscita dalla Cina, Italia e Usa chiedono il tampone negativo.

Turismo, in Cina confini ancora chiusi ma per lavoro niente più quarantena in entrata – Nanopress.it

Tutte le principali novità per chi vuole visitare il Paese.

Fine dell’obbligo di quarantena in entrata

Dopo quasi tre anni dalla sua introduzione, la Cina ha annunciato che dall’otto gennaio non è più richiesta la quarantena per i visitatori internazionali e più in generale per chi proviene dall’estero. L’obbligo era stato imposto nel marzo 2020, agli albori della pandemia, in quanto parte dei rigidi parametri della politica “zero Covid”, ora smantellata.

Una buona notizia, quindi, per chi intende entrare nel Paese asiatico nel 2023. Tuttavia, l’autoimposto isolamento cinese non tramonta definitivamente. La decisione appare infatti rappresentare solo un primo passo verso il raggiungimento del completo ritorno del turismo ante Covid.

Viaggio in Cina? Confini ancora chiusi

Se state prendendo in considerazione la possibilità nell’anno nuovo di andare a fare un viaggio tra le tante bellezze offerte dalla Cina, è bene prima conoscere alcuni dettagli. 

Formalmente, infatti, la maggior parte dei confini del vasto territorio cinese rimane tutt’ora ancora chiusa ai turisti stranieri. Solamente ai viaggiatori esteri che entrano per lavoro o studio e ai cinesi stessi che vanno a trovare le famiglie o che si ricongiungono è possibile l’ingresso agevolato. Queste categorie potranno fare richiesta per un visto ad hoc. Un sollievo, visto che alcune famiglie sono rimaste lontane per anni a causa del regime zero Covid.

Visti e tamponi

Il ritorno al rilascio dei visti per scopi turistici, invece, è stato annunciato ma non esiste ancora una data precisa a partire dalla quale sarà possibile farne richiesta. L’iter di riapertura delle frontiere, quindi, appare graduale.

A Fiumicino test per due voli diretti dalla Cina – Nanopress.it

Come detto, se è vero che non si dovranno più fare cinque giorni di quarantena in albergo all’entrata e tre di autoisolamento al ritorno a casa, resta però la richiesta di esibire un tampone, fatto 48 ore prima della partenza. Chi risulterà negativo, non dovrà più preventivamente munirsi dello specifico documento lasciapassare (un codice che attestava la buona salute) fornito dall’ambasciata cinese del Paese di partenza e richiesto al momento dell’ingresso in Cina. Uno snellimento dell’iter, dunque, ma non ancora un totale ritorno alla normalità.

La decisione delle autorità cinesi di ripristinare gradualmente i viaggi è stata dettata anche dalla necessità di dare una scossa all’economia. Il settore del turismo, infatti, rappresenta una importante fonte di introiti, che quindi per tre anni è venuta a mancare totalmente a causa di pandemia e restrizioni. Basti pensare che, secondo alcuni operatori del settore, solo nel 2019 in Cina ci sono stati 65.7 milioni di passeggeri in arrivo. Un dato che colloca il Paese ai vertici delle mete mondiali preferite dai viaggiatori. Anche i viaggi interni al Paese da parte dei locali hanno dato segni di ripresa. Il motivo è da attribuire anche alle ferie in occasione del capodanno lunare.

Il Covid in Cina adesso

Dopo le proteste che hanno permesso l’abbandono delle misure del regime zero Covid, non vengono più effettuati i lockdown di massa, né i test a tappeto. Le quarantene per i cinesi possono essere svolte al proprio domicilio. Non c’è neanche più l’obbligo delle mascherine e il distanziamento sociale per entrare nei luoghi pubblici o sui trasporti.

Senza restrizioni, però, i casi di positività al virus sono aumentati esponenzialmente. I media locali hanno documentato l’affanno degli ospedali, la carenza di medicinali e la fila ai crematori.

Turisti cinesi all’estero e restrizioni

A Hong Kong, infine, i turisti stranieri sono i benvenuti. I turisti cinesi, sempre da ieri, possono tornare a viaggiare all’estero dopo un tacito e lungo divieto. In Italia, però, è richiesto il tampone obbligatorio in entrata. Anche l’Unione europea ha raccomandato ai Paesi membri di richiederlo ai turisti e viaggiatori provenienti dalla Cina. Lo stesso hanno fatto gli Stati Uniti, sollevando le critiche del Dragone.

Si ricorda, infine, che prima della pandemia la Cina rappresentava il più grande mercato al mondo per i viaggi in uscita. Nel 2018 erano stati 150 milioni i turisti all’estero.

Diana Sarti

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