La Cina sta vivendo un momento davvero complicato dopo la fine della politica Zero Covid e ora i casi di positività al virus sono fuori controllo e gli ospedali al collasso.
Una situazione che sta letteralmente mettendo in ginocchio la Cina intera, ma che il governo stesso tenta di tenere nascosta e fintamente sotto controllo, mostrando positività al popolo. La realtà, che mostrano le statistiche internazionali, in merito al contagio cinese di questi ultimi giorni è preoccupante per la comunità sanitaria globale e rischia di trasformarsi in una catastrofe se non verranno eseguiti i vaccini, che ancora scarseggiano in territorio cinese. La tanto voluta fine della politica Zero Covid ha provocato, smessa all’improvviso, un momento di difficoltà storico per la Nazione.
Cina, stop Zero Covid e situazione attuale
La Cina si è trovata a dover gestire la pandemia esplosa all’inizio del 2020 evidenti proprio all’interno del territorio nazionale, per poi espandersi a tutto il mondo. Il territorio cinese ha mostrato, inizialmente, un popolo rigoroso e rispettoso delle norme imposte, nonostante fossero, rispetto al resto del mondo, ritenute molto rigide e restrittive.
Il governo di Jinping ha deciso di introdurre una politica molto rigida chiamata politica Zero Covid, che ha accompagnato il popolo cinese fino a circa un mese fa quando, le proteste del 27 novembre poi sedate dal governo di Pechino, hanno portato alla conclusione della rigida politica attuata verso il COVID-19. La politica conteneva al suo interno diverse normative e in primis abbiamo visto i famosi punti per effettuare i test, che sono nati a migliaia ed in tutti i luoghi della Cina, che obbligavano il cittadini a effettuare un tampone negativo, necessariamente negativo, per entrare a fare la spesa e acquistare le medicine. Per ogni aspetto della vita privata e sociale era necessario per i cittadini sottoporsi a test che risultassero negativo.
La difficoltà del popolo cinese non è arrivata immediatamente, in quanto i primi mesi ma anche il primo anno, non sono stati di peso ed è servito contenere il contagio, data la grande popolosità della Cina poi, però, qualcosa è cominciato a cambiare punto i cittadini venivano posti in quarantene obbligate anche soltanto nel caso in cui fossero stati riscontrati due casi in un quartiere. Porre sotto quarantena un quartiere di una città cinese vuol dire limitare al massimo milioni di persone. Nel momento in cui la situazione e cominciata degenerare con beni primari e medicinali che scarseggiavano, oppure anche interventi sanitari richiesti con urgenza che non riuscivano ad arrivare in tempo e si sono verificate anche numerose morti, il popolo ha cominciato ad esternare il proprio stress e malcontento causato da due anni di rigidissime regole.
Nel mese di settembre qualcosa ha cominciato a degenerare anche all’interno delle aziende, anch’esse poste in quarantena obbligata nel caso di positività di alcuni individui al COVID-19 e migliaia di persone erano costrette così a restare segregate nelle aziende, lontani dalle proprie famiglie e con un esercito che controllava il perimetro della fabbrica. Sono nate le prime timide proteste che hanno mostrato cartelli contro il governo contro la politica Zero Covid, poi studenti arrabbiati per come stavano andando le cose e per quanto ne stava soffrendo anche l’economia del Paese.
Dopodiché si sono sviluppate manifestazioni reali e, nonostante la censura cinese, i media cinesi stessi sono riusciti a farle vedere al mondo attirando l’attenzione in maniera significativa sulla questione. I cittadini cinesi hanno cominciato così a sfondare le barricate che circondavano i quartieri in quarantena e, alla fine di novembre hanno anche deciso di andare contro alle forze dell’ordine generando veri e propri scontri. Scontri che, per il popolo cinese sono inusuali da mostrare dato il loro rigore rispetto per le regole è davvero superiore rispetto ad altri stati, perciò questo ha realmente fatto realizzare il livello di tensione e malcontento a cui è arrivato il popolo. Dopo il 27 novembre, data nella quale si sono tenuti gli scontri poi sedati duramente dal governo, sotto la lente d’ingrandimento internazionale, hanno segnato il cambiamento che sarebbe avvenuto poco dopo, ovvero la fine delle restrizioni e della politica Zero Covid.
Nonostante si tratti di una scelta fatta dal governo cinese di recente la situazione, oggi si presenta una situazione estremamente preoccupante e con livelli di contagio di tra i casi di positività mai visti fino ad ora punto e quella che doveva essere una politica per salvare la Cina dal baratro ora, dopo la conclusione repentina dei giorni scorsi, è diventata non solo un’arma a doppio taglio ma una questione che andrà a toccare nuovamente l’intero globo.
La situazione odierna è qualcosa di sconcertante che che mostra in un mese 250 milioni di contagi nell’ultimo mese in Cina. La città di Qingdao ha un contagio giornaliero pari a 500.000 casi in più nonostante i media ma le stesse autorità di Pechino mostrino al mondo, ma anche agli stessi cinesi una realtà differente che però si scontra con la quotidianità del popolo.
Ospedali al collasso, cadaveri ammassati e ancora pochi vaccini
La realtà del popolo cinese, che non viene mostra del tutto dal governo di Xi Jinping ma ormai non può essere più nascosta all’occhio internazionale, mostra un aggravamento repentino della pandemia che ha toccato numeri incredibili dopo la fine della Politica Zero Covid e il sistema sanitario cinese è già quasi al collasso. Le recenti previsioni dei tre medici virologi di Hong Kong hanno gettato benzina sul fuoco dato che, anche se non sono state condivise dal governo, parlano di quasi un milione di morti previsti nel 2023, nel caso in cui tutto continui in questa maniera.
L’unica possibilità di frenare ciò che accadrà nel corso dei prossimi mesi e procedete velocemente con alla campagna vaccinale contro il COVID-19, che In Cina è davvero molto indietro.
Nonostante Pechino non dia le informazioni esatte e veritiere alla luce di ciò che mostrano giornalisti stranieri che non hanno alcun interesse nel raccontare qualcosa che non sia la realtà e documentano l’ingresso di centinaia di cadaveri negli obitori, nonostante il numero dei morti, dichiarato dalle autorità cinesi, sia bassissimo. Per evitare ti dichiarare troppe morti per COVID-19 hanno cambiato la definizione di morte da covid in modo da vedere diminuire sensibilmente il numero di decessi in crescente aumento. Gli ospedali sono al collasso e anche gli ingressi delle strutture sono stati trasformate in reparti covid. Per la prima volta dall’inizio della pandemia del 2020 la Cina ha disposto che i malati lievi possono curarsi a casa propria e con farmaci tradizionali.
Il problema è che le farmacie non hanno disponibilità di medicine, in quanto il governo stesso le ha requisite per rifornire gli ospedali rimasti senza. Sono state riaperte anche le cliniche della febbre, dove chi ha sintomi di media entità può accedervi per essere monitorato in maniera più accurata.
La realtà dei fatti è che la Cina è nel pieno di milioni di positivi al Covid-19 e si stima che Pechino sia per la metà infetta. Gli ospedali non sono pronti ad affrontare questo nuovo picco esponenziale, così come non lo sono farmacie e e il popolo. Da una situazione dove si era arrivati a un controllo quasi totale, nonostante si fosse rinunciato praticamente ad una vita normale, si è passati ad una situazione che è degenerata in pochissimo tempo e che sta sollevando molte critiche domande internazionali. Come mai la pressione mediatica, nonostante nonostante fosse non fosse la prima volta che Jinping attira l’attenzione a causa delle sue scelte, è stata coesa stavolta così decisiva nel porre fine alla Zero Covid è una delle questioni che più solleva domande.
C’è chi afferma che si tratti di qualcosa di già studiato, ma si sono soltanto insinuazioni. Oggi ciò che viene mostrato come sopra citato o dal popolo tramite il web, quando possibile, oppure dai giornalisti internazionali crea tensioni internazuonali. La preoccupazione del leader cinese è quella di mantenere la produttività e l’economia come sempre superiore alle altre potenze mondiali e la crisi lo preoccupa moltissimo e forse questo ha pilotato le scelte prese di recente.
Nonostante la preoccupazione sanitaria la Cina punta tutto, come sempre, alla propria radiosa economia che ora ha visto di nuovo uno stop importante causato dalla situazione sanitaria, anche le borse sono tornate ad essere pericolosamente in rosso.
Il mondo, però, e i virologi internazionali hanno estremamente paura delle mutazioni che si possono generare da tanti contagi, dato che stiamo parlando di 250 milioni di contagi in un mese, e questa è la prima ondata, dato che le previsioni parlano di una seconda ondata cinese che dovrebbe iniziare circa a Febbraio-Marzo. Se questi sono numeri preoccupanti per la comunità scientifica internazionale i numeri in previsione per la seconda ondata potrebbero gettare il caos in tutto il mondo e avere risvolti, che ancora non conosciamo, ma probabilmente anche più seri e negativi di ciò che abbiamo visto fino ad oggi.