Cina e Taiwan stanno vivendo momenti estremamente tesi e l’escalation degli ultimi dissapori mostra un quadro complicato e preoccupante. Lo stesso governo di Taipei ha annunciato che si tratta di dimostrazioni sempre più importanti e preoccupanti da parte della Cina che potrebbero sfociare è un vero e proprio conflitto armato.
La nuova dimostrazione del governo del governo di Xi Jinping è stata quella di inviare 24 aerei militari cinesi verso Taiwan e questa volta lo spazio aereo di difesa di Taipei è stato superato dalla Cina. I dissapori tra le due Nazioni nascono dagli eventi passato e dalla storia politica passata. La Cina da sempre sostiene che, nonostante abbia concesso autonomia all’isola di Taiwan, il territorio sia di sovranità cinese e quindi considera Taipei come una provincia ribelle. L’escalation dei dissapori tra i due paesi in contrasto è peggiorata drasticamente nel momento in cui ad agosto è arrivata l’inaspettata decisione della speaker statunitense Nancy Pelosi, di far visita a Taiwan per stringere con l’isola una collaborazione economica e rendere più unito il rapporto tra Washington e Taipei. Decisione che è stata ovviamente malvista dalla Cina, che ritiene ogni intromissione nella questione ostile dato che, secondo il governo di XI, si tratta di questioni interne alla nazione.
Cina e Taiwan, pericolosa escalation e la preoccupazione del governo di Taipei
I dissapori tra Cina e Taiwan hanno radici lontane che si trascinano dal momento in cui Taiwan è tornata alla sovranità territoriale cinese ma nonostante ciò, la nazione ha avuto un processo culturale differente da ciò che è invece stato lo sviluppo del territorio cinese. La sovranità della Cina su Taiwan è qualcosa che, effettivamente, è riconosciuto a livello internazionale ma il governo di Taipei si è si sempre distinto dai le idee e dal in fil conduttore del governo di Pechino, avendo avuto influenza da parte del governo giapponese e una crescita e esperienze maturate differenti dal resto del territorio cinese.
Pechino ha concesso a Taiwan di avere una propria politica interna e un’organizzazione che permettesse loro di continuare ad amministrarsi pur rimanendo strettamente legati alla politica della Cina. Le autorità occidentali hanno salvaguardato il benessere di Taiwan dopo la riconquista che la Cina avrebbe potuto fare utilizzandola coercizione.
La questione non è per nulla risolta e nel corso degli ultimi due anni i rapporti internazionali tra Cina e Taiwan si sono logorati ulteriormente. Nonostante tra i due governi non ci fosse una linea identica sia per il commercio che per l’economia hanno sempre cercato di far andare di pari passo e in armonia questi aspetti. Rapporti economici che andassero incontro alla soddisfazione reciproca pur avendo opinioni divergenti in altri ambiti.
La Cina ha ritenuto che, a suo avviso, la visita di Pelosi sia stata un’intromissione sgradita degli Usa nella questione interna cinese di Taiwan. Oltre al fatto di non essere gradita a livello governativo, la scelta ha cambiato gli anche i rapporti economici, che vanno ad impattare e non poco sul commercio. Questo perché Taiwan è la prima produttrice mondiale di chip ovvero semiconduttori che vengono utilizzati per le auto elettriche o per qualsiasi dispositivo, e che sono effettivamente il futuro della componentistica tecnologica internazionale. Il punto di rottura nasce nel momento in cui gli USA hanno limitato inizialmente la commercializza milione di prodotti cinesi come Huawei negli Stati Uniti e successivamente si è arrivati appunto alla famosa questione della guerra dei chip. Una questione puramente economica che ma che va a impattare notevolmente su entrambe le economie nazionali. La Cina, nonostante sia una delle potenze mondiali più all’avanguardia in quanto a produzione tecnologica, non ha la potenza tale e soprattutto la capacità di produzione autonoma di questi chip e si appoggiava a Taiwan, oltre che a produrli in autonomia. L’economia dei semiconduttori si è intrecciata con quella statunitense che però ha deciso di imporre limitazioni a Pechino in merito ai chip e anche riguardo alle acquisizioni da parte di aziende cinesi di fabbriche produttrici di chip nel resto del mondo.
Ciò ha innescato una crescita esponenziale del malcontento. Il presidente cinese è stato molto chiaro in merito alla vicenda. Nel momento in cui Xi Jinping ha ricevuto il suo terzo mandato come presidente, ha riferito, nel discorso di insediamento al Congresso, che una delle questioni che intende risolvere è sicuramente quella della provincia ribelli di Taiwan. Ci non ha mai negato ho nascosto di voler prima o poi riprendere il pieno controllo dell’isola e ora sembra che sia molto vicino il momento fatidico.
Il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, in un’intervista al Guardian ha dichiarato: “La minaccia militare cinese nei confronti di Taiwan è più seria che mai e Pechino sta cercando un pretesto per esercitarsi per l’attacco futuro all’isola.” Ha poi continuato precisando che: “siamo abbastanza sicuri che i cinesi vogliano usare un altro pretesto per esercitarsi per i loro futuri attacchi contro Taiwan“.
Secondo le autorità di Taiwan le relazioni internazionali con la Cina sono peggiorate notevolmente e le comunicazioni sono ridotte ai minimi storici e spiegano che: “E’ per via del sistema di governo cinese, che è diventato così autoritario. Gli accademici cinesi hanno paura di dire cose diverse dalla propaganda e ci hanno detto in modo molto schietto che non hanno più connessioni con il governo centrale, e che anche se fossero in grado di entrare in contatto con le burocrazie, queste burocrazie non sembrano avere più la fiducia del leader”.
Nelle scorse ore è accaduto qualcosa che ha allertato la preoccupazione dell’autorità internazionali che tengono monitorata la situazione e si tratta dell’invasione dello spazio aereo di difesa di Taiwan da parte di 24 aerei bombardieri di cui 18 facenti parte dei bombardieri H-6 nucleari.
Bombardieri cinesi sorvolano e invadono lo spazio di difesa aerea di Taiwan
Si tratta di una dimostrazione senza precedenti che fa salire la preoccupazione di una possibile mossa cinese e alimenta la tensione con Taiwan. Nonostante sulla questione ci sia la massima attenzione internazionale il governo di Pechino, nelle scorse ore, ha dato una chiara dimostrazione che è stata recepita dal governo di Taipei come una provocazione ma soprattutto come un avvertimento di ciò che potrebbe accadere a breve.
24 aerei militari cinesi hanno invaso lo spazio di difesa aerea di Taiwan. 18 aerei sono bombardieri H-6 con capacità nucleare. Per la prima volta che vengono utilizzati aerei di questo tipo Inu a dimostrazione di superiorità cinese e a rivelare la notizia è stato il ministro degli Esteri di Taiwan.
La dimostrazione cinese, avvenuta nelle scorse ore, è la più importante da quando Taiwan ha deciso di comunicare ogni violazione del proprio spazio di difesa da parte della Cina, ovvero da circa due anni. Si tratta di un’operazione importante e pericolosa che ha innescato dinamiche inevitabili tra i governi di Pechino e Taipei dove il malcontento e ora ai massimi livelli. Ma di conseguenza anche i rapporti tra Cina e Usa subiscono un grande scossone.
Questo perché nei giorni scorsi si è appreso anche di nuove sanzioni elargite dagli Usa nei confronti di due alti funzionari cinesi in Tibet. La questione ha creato ancora più attrito tra Washington e Pechino il governo cinese ha dichiarato “Gli Stati Uniti hanno sanzionato illegalmente due funzionari cinesi con il pretesto della cosiddetta questione dei diritti umani“. Il ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin ha inoltre precisato che con questa decisione gli Stati Uniti: “hanno gravemente interferito negli affari interni della Cina, violando in modo flagrante le norme fondamentali delle relazioni internazionali, e hanno gravemente danneggiato le relazioni sino-americane”.
Un possibile conflitto tra Cina e Taiwan sembra ad oggi quasi inevitabile e il tutto viene ulteriormente intensificato dalle relazioni non ottimali e sempre più in disappunto tra Pechino e Washington.
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