Cina, il presidente Xi Jinping ha incontrato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e i temi trattati sono stati il conflitto in Ucraina ma anche la collaborazione commerciale tra le due potenze.
Proprio poche ore dopo che è venuto a mancare l’ex presidente cinese Zemin, pioniere dell’espansione del commercio della Cina verso l’Occidente, Xi Jinping ha incontrato il responsabile del Consiglio Ue. Il summit ha sviscerato anche le intenzioni di Cina ed Europa in merito al conflitto in Ucraina. Tutto questo avviene mentre il clima in Cina è teso e lo scenario è qualcosa di inedito che ormai è sotto la lente d’ingrandimento del mondo intero e delle autorità.
Cina, Xi Jinping incontra Michel
Il presidente cinese ha incontrato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e questo appena dopo il decesso all’età di 96 anni dell’ex presidente della Cina Zemin. Per questo l’inizio del dibattito tra i due ha per prima cosa ricordato Zemin. Xi Jinping ha elogiato il politico che è stato influente per tutta la sua vita e una figura di spicco interpellata in merito ad ogni decisione. Questo soltanto fino a qualche anno fa nonostante avesse abbandonato le cariche pubbliche molti anni fa.
Jinping ha detto in merito: “Ha attribuito grande importanza e si è preoccupato dello sviluppo delle relazioni bilaterali, ha visitato molte volte i Paesi europei, ha mantenuto stretti contatti con i leader dell’Ue e dei Paesi europei”. Precisando inoltre: “Prenderemo la sua eredità e continueremo a consolidare e sviluppare le relazioni Cina-Ue partendo da una prospettiva strategica di lungo termine”.
Dopodiché il presidente cinese ha rivolto il discorso, inevitabilmente verso il conflitto in Ucraina, che ha cambiato scenari, dinamiche e rapporti internazionali. Nonostante il recente distacco della Cina rispetto all’Occidente e agli Stati Uniti per ragioni commerciali, abbiamo assistito negli ultimi giorni a una riappacificazione, seppur superficiale o forse finalizzata all’opinione pubblica ma piú probabilmente per ragioni economiche, tra Stati Uniti e il Governo Cinese. Oggi è avvenuta una chiara riconciliazione anche tra tra la Cina e l’Unione Europea.
La posizione del governo cinese è ora molto più chiara e in merito all’Ucraina, durante l’incontro con Michel, Xi ha affermato: “con mezzi politici è nel migliore interesse dell’Europa e di tutti i Paesi dell’Eurasia. Nella situazione attuale, è necessario evitare l’escalation e l’espansione della crisi, insistere nel promuovere la pace e i colloqui, nel controllare l’impatto di ricaduta della crisi e nell’essere vigili contro i rischi in campo”.
Nonostante la Cina abbia appena deciso di intensificare i rapporti con la Russia in merito alla strategia energetica, si dichiara a favore di una soluzione pacifica che non vada ad alterare il precario equilibrio già esistente in questo momento storico a livello internazionale.
Michel ha sostenuto nuovamente il suo punto di vista ovvero quello di fornire il massimo appoggio all’Ucraina e all’esercito ucraino è la miglior strategia di difesa per poter affrontare all’inverno. Dal punto di vista delle forniture militare l’Europa è sempre stata in prima linea nell’offrire il proprio aiuto e nello schierarsi completamente a favore del popolo ucraino e di Zelensky.
La Cina dal canto suo era sempre stata più sul neutrale e quello che ha detto oggi si rivela un cambiamento di rotta che può essere interpretato come un segnale positivo, in quanto il presidente cinese non ha intenzione di rovinare rapporti commerciali internazionali a causa della guerra. Questo perché apporterebbero soltanto crisi ulteriore e peggioramento della produzione e del commercio per non parlare del malcontento popolare che è già un problema.
Michel ah precisato che l’unione europea: “conta sulla Cina in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per invitare la Russia a rispettare i principi fondamentali della Carta dell’Onu e contribuire a porre fine alla brutale distruzione e occupazione russa. Ho chiesto al presidente Xi Jinping di far leva sulla sua influenza per porre fine alla guerra della Russia all’Ucraina”.
Un incontro che è durato circa tre ore ma che ha rafforzato la cooperazione tra Ue e Cina. Unica richiesta di Jinping è stata quella di non interferire in affari che sono ritenuti interni. La linea di pensiero rimane differente ma mantenere rapporti commerciali è importanti e le nazioni europee ne possono trattare vantaggio.
In questo momento Xi ha da gestire una situazione all’interno del Paese che è sotto i riflettori e ha preoccupato anche le nazioni occidentali.
Proteste del popolo cinese
La Cina sta mostrando un comportamento insolito per il consueto rigore al quale ci hanno abituati i cittadini cinesi. La popolazione è stremata dalla politica rigida voluta da Xi in merito alla prevenzione del COVID-19 e la frustrazione ha trasformato il malcontento del popolo in inizialmente timide proteste che, nonostante fossero dimostrative e non violente, hanno attirato comunque l’attenzione internazionale perché è forte segnale di disagio del popolo.
Man mano che il presidente ha continuato a mantenere una linea durissima in merito al Covid i cittadini hanno cominciato a protestare in maniera più decisa e negli ultimi giorni abbiamo assistito a delle vere e proprie rivolte dopo che, a causa della risalita dei contagi, milioni e milioni di persone in differenti città e regioni della Cina sono state nuovamente sottoposte al lockdown. Qui non è mai stata abbandonata la linea dura preventiva che prevede la chiusura di interi quartieri nel caso di qualche positività al virus.
Questo ha fatto sì che avvenissero episodi ritenuti inopportuni dopo due anni come per esempio ritardi nei soccorsi, impossibilità di avere cibo e medicine e le mancanze della popolazione a causa della politica zero covid sono realtà quotidiana. Se inizialmente jinping non aveva attuato un minimo di retromarcia ora dato l’attenzione mediatica che si è creata anche a causa della repressione attuata ieri durante le manifestazioni ora ha deciso di investire la rotta.
Forse anche perché il crescente malcontento potrebbe mettere in pericolo la stabilità del Paese si apprende che il capo di Stato cinese ha allentato la normativa che prevedeva una politica zero tolleranza al covid e ha fatto così un passo indietro sulla linea natura che ha sempre sostenuto in questi mesi.