In carriera ha vinto al Festival di Cannes e anche a Berlino con l’Orso d’oro e d’argento.
La sua musa è stata la figlia di Charlie Chaplin.
Carlos Saura è morto all’età di 91 anni a Madrid, a causa di un’insufficienza respiratoria. Il noto regista è stato uno dei più grandi della storia del cinema spagnolo. A darne notizia è stata la stampa spagnola.
Tra i suoi lavori più celebri ci sono stati Elisa, vida mia, Peppermint frappé, Flamenco e La caza. Nella sua carriera è stato candidato all’Oscar per ben tre volte nella categoria miglior film straniero con Mamà compie 100 anni, nel 1980, Carmen Story nel 1984 e poi Tango nel 1999.
Nonostante il riconoscimento non gli sia mai stato conferito, il regista nel corso della sua vita professionale ha riscosso successo e apprezzamento ben oltre i confini spagnoli. Di lui Stanley Kubrick nel 1980 disse: “un regista di grande splendore che usa meravigliosamente i suoi attori”. Il commento durante un’intervista concessa al quotidiano spagnolo El Pais.
Domani sera Saura era atteso per ritirare il premio Goya d’Onore 2023, nel corso della cerimonia dei Goya Awards che si terrà a Siviglia. “Sono stato fortunato nella vita facendo ciò che mi attraeva di più: ho diretto cinema, teatro, opera e ho disegnato e dipinto per tutta la vita”, aveva detto il regista con gratitudine, dopo aver saputo dell’assegnazione del premio.
In carriera ha collezionato molti premi anche internazionali. Ha vinto l’Orso d’oro a Berlino nel 1981 per In fretta in fretta. Prima ancora sempre a Berlino aveva vinto l’Orso d’argento nel 1968 per Frappé alla menta. Nel 1976 era stato insignito del Premio speciale della giuria a Cannes per Crìa cuervos.
Il regista era nato in Aragona nel 1932. Arrivato a Madrid dopo la guerra civile per completare gli studi, la passione per l’arte era già in lui. Amante di fotografia e immagini, a 18 anni aveva già preso parte a una collettiva. Con il fratello Antonio, pittore, facevano parte dell’avanguardia.
A metà anni ’50 è arrivato il cinema, con l’iscrizione a una scuola sperimentale di cinematografia frequentata per quattro anni, fino al diploma finale presentando un documentario intitolato Il pomeriggio della domenica. Presso questo stesso istituto è stato insegnante per tre anni dal 1957 al 1960. In questo periodo ha sperimentato i cortometraggi dedicandoli al fratello.
Nel 1959 ha diretto il primo lungometraggio I monelli. Successivamente ha raccontato di essersi ispirato al neorealismo italiano e al cinema verità francese. Presentato a Cannes nel 1960, ha ottenuto buone critiche ma anche censure. Nel 1963 ha presentato I cavalieri della vendetta, film in costume. Nello stesso periodo il regista si è speso per far rientrare in Spagna Luis Bunuel, supportato da altri artisti del “nuevo cine” ossia nuovo cinema spagnolo. Dal 1965 ha iniziato a lavorare e collaborare con un altro produttore e amico, Elias Querejeta. Sarà così libero di esprimersi attraverso i suoi film. Tra le produzione ci sono anche alcune pellicole dedicate alla danza e allo sport.
Importante è l’incontro che Saura ha avuto con Geraldine Chaplin figlia di Charlie Chaplin. La donna diventerà sua musa e comparirà in molte delle pellicole realizzate dal regista che poi sono state premiate. Con Chaplin il regista ha avuto anche una relazione da cui è nato un figlio, uno dei sette dell’uomo.
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