Quali sono le città italiane che offrono i migliori servizi per animali? Secondo il quarto rapporto ‘Animali in città’ redatto da Legambiente, Terni e Prato sono le località pet friendly da promuovere, seguite da Modena, Ferrara e Verona, mentre come presidio ospedaliero veterinario va segnalata l’Asl Napoli 1 Centro del capoluogo campano. Il consueto dossier sugli animali domestici di Legambiente, uno dei tanti rapporti stilati dall’associazioni sullo stato ‘ecologico’ del nostro Paese, rivela efficienze e criticità dei servizi ed attività dei capoluoghi italiani circa la tutela e la gestione dei nostri amici a quattro zampe.
Il quadro generale che emerge dallo studio di Legambiente vede un Paese che si prende cura degli animali nonostante la crisi economica, ma non mancano le ombre, ed ancora bisogna fare dei progressi per migliorare il benessere non solo di cani e gatti, ma di tutto l’universo degli animali domestici che vede al su interno pesci, uccelli, criceti e via discorrendo. Promossa ed anzi incoraggiata l’iniziativa di alcuni Comuni, come Francofonte e Solarino in provincia di Siracusa, di offrire detrazioni sulle tasse locali ai cittadini che decidono di adottare cani presi dai canili, mentre secondo Legambiente urge l’istituzione obbligatoria di un’anagrafe unica nazionale degli animali da compagnia, distinta per specie.
‘Con il IV rapporto nazionale Animali in Città, vorremmo dare un concreto contributo alla crescita della corretta gestione dei milioni di amici a quattro zampe e dell’effettivo rispetto del loro benessere. Per far ciò è evidente che le politiche del settore in Italia devono saper passare da una fase pioneristica dove solo alcune realtà hanno saputo costruire esperienze positive, ad una in cui tali esperienze diventino patrimonio diffuso e pratica viva in tutto il Paese‘, dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, spiegando che sono state contattati per lo studio 85 capoluoghi di provincia e 74 aziende sanitarie: il risultato è che il 59 per cento dei comuni non raggiunge la sufficienza, con solo due città, Terni e Prato appunto, che superano il punteggio di 50 su 100 previsti. Tra le Aziende sanitarie raggiungono una performance sufficiente il 30 per cento, 22 aziende sanitarie sulle 74, con la Asl Napoli 1 Centro unica a superare 50/100.
Lo studio di Legambiente scende poi nei dettagli per analizzare la situazione dei randagi presenti nelle città, il censimento degli animali presenti e le politiche di contenimento preventivo e controllo demografico, i regolamenti contro le deiezioni e i maltrattamenti, gli spazi pubblici disponibili. In particolare vogliamo sottolineare due aspetti di questo corposo rapporto, innanzitutto l’abbandono sempre più frequente di specie esotiche, un fenomeno in crescita con delle conseguenze gravi non solo per l’animale, ma anche per l’alterazione dell’habitat naturale, come abbiamo già visto attraverso le cronache dei giornali. L’altro aspetto da tenere in conto è la scarsa conoscenza della biodiversità animale presente nei centri urbani da parte delle amministrazioni comunali, sia come valore da promuovere che come esigenza con cui convivere nell’elaborazione dello sviluppo urbanistico: adeguarsi ad una nuova realtà su chi ‘abita’ le città è una necessità ineliminabile per migliorare il benessere degli animali in Italia.
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