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Categories: Cultura

Civiltà scomparse, i misteri delle popolazioni perdute della storia umana

Antiche civiltà scomparse nel nulla e misteri che ancora oggi non hanno risposta. Sono ancora tante le domande su cui l’archeologia continua a interrogarsi a proposito di popolazioni che hanno lasciato tracce importanti della loro cultura, monumenti imponenti tra i più belli e studiati al mondo per poi sparire nel nulla. La storia umana d’altra parte è fatta di cicli, di popoli che hanno dominato il loro mondo e che sono stati sostituti da nuove popolazioni. Nella maggior parte dei casi si è trattato di una mescolanza che ha dato vita a nuove civiltà; in altri casi purtroppo è stata la violenza e la guerra, in nome di una presunta supremazia culturale a decretare la fine.

Olmechi

Una delle prime civiltà antiche scomparse è quella degli Olmechi, prima cultura mesoamericana. Stanziatisi nel Messico centro-meridionale nella zona compresa tra gli attuali stati di Veracruz e Tabasco, le prime testimonianze risalgono al 1400 aC nella città di San Lorenzo, principale centro olmeca. Di loro sappiamo che erano una civiltà di costruttori e che aveva una cultura molto ampia, che abbracciava molti aspetti, compresi i sacrifici umani, tanto che la loro è considerata la cultura madre del Mesoamerica. Tra le opere per cui sono noti oggi ci sono le grandi statue di dettagli anatomici umani, in particolare i “testoni“: si tratterebbe dei ritratti dei partecipanti al “gioco della palla” di cui furono inventori. Tante le cause prese in considerazioni dagli studiosi sulla loro scomparsa, da eruzioni vulcaniche e terremoti che avrebbero causato danni alle colture, all’invasione da parte di altre popolazioni.

Nabatei

Del popolo dei Nabatei, commercianti dell’Arabia antica nell’area tra la Siria e l’Arabia, non sono rimaste testimonianze scritte ma una magnifica prova architettonica come è Petra, in Giordania. I nabatei (da Nabatene, nome dato alla zona dallo storico romano Flavio Giuseppe) migrarono nel sud della Giordania, abbandonando la vita nomade intorno al VI secolo aC e venendo conquistati dai Romani sotto l’imperatore Traiano. Col passare dei secoli abbandonarono la loro lingua (di cui rimangono tracce in alcune iscrizioni) e adottarono l’aramaico prima e il greco poi, convertendosi al cristianesimo. Ponte tra i romani e le tribù dei beduini, vennero conquistati dagli arabi nel VII secolo.

Regno di Axum

Con Regno di Axum si indica la civiltà sorta nell’Africa centro-orientale e nella Penisola araba tra il IV e il I secolo aC in una zona che comprende l’attuale Etiopia ed Eritrea e che arrivò ad espandersi fino in Somalia, Egitto, Gibuti, Sudan e Yemen. Per la posizione strategica fu il collegamento tra l’Occidente e l’Oriente, tra l’Impero Romano e l’India, con cui intrattennero floridi commerci. Dotato di un proprio alfabeto e noto per i grandi obelischi che costruivano a indicare le tombe dei sovrani (di cui alcuni arrivati fino a noi), il regno fu il primo grande stato a convertirsi al cristianesimo: le crescenti pressioni ai confini dei popoli nemici e il successivo disgregamento del regno, dovuto anche a motivi religiosi, determinarono la sua caduta intorno al X secolo.

Minoici

La culla della mitologia greca, base della cultura Occidentale, è la civiltà dei Minoici, dal nome del leggendario re Minosse. Non sappiamo come si chiamassero tra loro (il nome minoici venne coniato dall’archeologo Arthur Evans dopo la scoperta del labirinto di Cnosso) ma sappiamo che la loro civiltà si sviluppò a Creta nell’età del Bronzo, raggiungendo il massimo splendore tra il 2000 e il 1600 aC. Commercianti e navigatori, furono la prima civiltà mediterranea a dominare l’area a sud del Mediterraneo, arrivando dal mar Egeo fino alle coste di Egitto, Fenicia (l’odierno Libano) e le regioni a nord del Mar Nero. Creatori della scrittura lineare A, diedero vita a imponenti edifici ancora oggi conservati. La loro fine fu segnata da un’insieme di cause naturali (maremoti ed eruzioni vulcaniche) e l’arrivo di una popolazione di guerrieri: i Micenei.

Micenei

Popolo cantato da Omero nelle gesta degli Achei, creatore della Scrittura lineare B e antenati dei greci classici, i Micenei erano un popolo indoeuropeo emerso intorno al 1600 aC, quando la Grecia continentale si trasformò sotto le influenze della civiltà minoica di Creta. A differenza dei minoici, i micenei erano un popolo di conquistatori ma non sopravvissero alle invasioni dei Popoli del Mare, come chiamavano i predoni del mare provenienti dall’Egeo e dall’Europa del Sud, e dei Dori, popolazione di origine balcanica, sparendo intorno al 1200 aC.

Moche

I Moche (o mochica) sono una delle popolazioni più antiche del Sudamerica, tra le più sviluppate dell’epoca preincaica. Stanziatisi lungo la costa desertica a nord del Perù, la civiltà Moche si sviluppò tra il I secolo e il VII secolo dC: erano abili navigatori e allo stesso tempo coltivatori capaci di mais e diedero luogo a una cultura ricca e variegata, dove il sesso era la chiave per l’ingresso nel mondo divino e i sacrifici umani un modo per placare le divinità. Abili costruttori, realizzarono templi piramidali, palazzi, fortificazioni, opere di irrigazione e molto altro, lasciando traccia della loro ricca civiltà. Ancora sconosciute le cause della scomparsa anche se per molti studiosi non sono escluse calamità naturali come cause principali.

Civiltà della valle dell’Indo

Tra le più antiche civiltà umane conosciute, al pari della Mesopotamia e l’Antico Egitto, la civiltà della valle dell’Indo si sviluppò tra il 3000 e il 1500 aC, raggiungendo il massimo splendore tra il 2600 e il 1900 aC e occupando un’area enorme rispetto alle altre più antiche civiltà, compresa tra l’attuale Pakistan e l’India occidentale per un totale di un milione di km quadrati e almeno 5 milioni di abitanti.

La civiltà sorse lungo il bacino idrico del fiume Ghaggar-Hakra, identificato da alcuni studiosi con il Sarasvati del Rig Veda, oggi scomparso, e fu tra le prime a dare vita a processi di urbanizzazione, con grandi innovazioni nell’agricoltura, l’uso della scrittura nonché con le prime opere di ingegneria, a partire dal primo sistema fognario mai inventato dall’uomo, con tanto di servizi igienici e sciacquoni.

Della civiltà sappiamo che vissero a lungo in pace senza una divisione gerarchica del potere, come dimostrerebbe l’assenza di grandi palazzi: oltre mille i siti a oggi individuati. La loro scomparsa è dovuta a cause geologiche. L’inaridimento del fiume principale portò dal 1900 aC ad abbandonare le città e le campagne e a trasferirsi lungo il corso del Gange. L’arrivo degli Indoari mise fine in maniera definitiva alla loro civiltà.

Impero Khmer

L’impero Khmer fu uno dei più grandi e potenti regni del Sud-Est asiatico, ospitato in quella che oggi è l’odierna Cambogia, estendendosi al Laos, alla Thailandia e al Vietnam, e sviluppatosi tra l’800 dC e il 1421, anno che ne segna la fine. La cultura dell’impero Khmer era ricca e misteriosa come dimostrano i resti di Angkor Wat, nell’odierna provincia di Siem Reap, la testimonianza più lampante della grandezza dell’Impero. I misteri però sono molti: non essendoci testimonianze scritte se non iscrizioni su pietra e resoconti di mercanti e viaggiatori spesso cinesi, non abbiamo molti dati sulla civiltà. Sappiamo però che nel 1421, l’invasione Thai, popolazione che da decenni aveva iniziato a conquistare la zona, mise fine alla loro civiltà già in declino.

Anasazi

Gli Anasazi, termine che in lingua navajo significa “antichi”, è una delle più antiche e misteriose popolazioni native americane, vissuta nell’area al confine tra gli odierni Utah, Colorado, Arizona e Nuovo Messico. Le prime tracce della loro esistenza risalgono al 1500 aC, ma il loro massimo splendore venne raggiunto nel X secolo, fino a un lento declino che mise fine alla loro cultura intorno al 1200. Da popolazione di cacciatori e raccoglitori, gli Anasazi si trasformano in una società più complessa come dimostrerebbero i loro complessi monumentali da centinaia di stanze scavate nei canyon, rimaste fino all’avvento dei grattacieli gli edifici più alti degli Stati Uniti. L’esempio più noto è quello di Chaco Canyon, scoperto a fine ‘800 in Nuovo Messico: al loro interno si trovano centinaia di kiva, stanze perfettamente circolari con pitture rupestri. Il motivo della loro scomparsa rimane un mistero, così come molto della stessa civiltà: a oggi si sa che non conoscevano la scrittura ed erano abili astronomi e capaci agricoltori.

Cultura Cucuteni-Trypillian

La cultura Cucuteni-Trypillian è riconosciuta come la prima civiltà urbana d’Europa. Si tratta di una popolazione del Neolitico fiorita fra il 5500 aC e 2750 aC circa nella regione del Dnestr-Dnepr, tra l’attuale Romania, Moldavia e Ucraina. I loro villaggi furono a tutti gli effetti le prime grandi città in Europa, con 10mila o 15mila abitanti: ogni 60-80 anni i villaggi venivano bruciati e abbandonati per costruirne di nuovi. Col passare dei secoli la cultura venne assorbita da altre popolazioni fino a sparire: tra i resti più noti ci sono le ceramiche.

Rapa Nui

Le enormi statue Moai dell’Isola di Pasqua sono la più misteriosa e unica testimonianza della civiltà di Rapa Nui. Siamo nel mezzo del Pacifico, a oltre 3mila km dalle coste del Cile: quella che oggi è una provincia a sé stante della regione di Valparaíso, è la terra di una delle popolazioni più misteriose. L’isola fu colonizzata da navigatori giunti dalla Polinesia tra l’800 e il 900 dC, ancora non è chiaro se in diverse ondate nel corso dei secoli successivi o con un’unica grande colonizzazione: secondo gli studiosi quella che trovarono era una terra tropicale ricca di palme e vegetazione rigogliosa.

I primi europei a sbarcare sull’isola nel 1722 descrivono una situazione del tutto opposta, con una terra quasi arida, completamente disboscata per fare legna da ardere e gli abitanti ridotti allo stremo perché senza canoe e senza fauna edibile. Per secoli si è creduto dunque che Rapa Nui fosse la prima civiltà a scomparire per ragioni ecologiche, ma recenti scoperte archeologiche hanno messo in dubbio questa teoria. Gli abitanti dell’Isola di Pasqua avrebbero avuto grandi conoscenze nello sfruttamento della terra e della pesca; inoltre non avevano armi da guerra, il che farebbe tramontare anche la tesi di una guerra civile.

Cultura Clovis

La cultura Clovis, detta anche cultura Llano, è una delle più antiche popolazioni vissute in Nord America, con tracce risalenti a circa 13.500 anni fa, alla fine dell’ultima era glaciale. Noti anche come Paleoindiani, devono il loro nome più famoso al sito di Clovis, nel Nuovo Messico, dove vennero ritrovati i primi e più importanti manufatti, cioè le punte di frecce ricavate dalla roccia che venivano usate per cacciare.

Lorena Cacace

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