Un’altra tragedia sul lavoro è quella accaduta a Civitavecchia, al porto, questa mattina. A rimanere vittima è un giovane operaio di soli 29 anni. Ora sono in corso le indagini per chiarire come sia potuto succedere.
Il giovane è rimasto schiacciato da un container che stava lui stesso trasportando su una delle banchine. Cerchiamo di capire cosa è successo.
Aveva soltanto 29 anni e di mestiere faceva l’operaio. Alberto Motta, questo il suo nome, è morto questa mattina mentre stava lavorando, al porto di Civitavecchia in un grave incidente sul lavoro. L’ennesima vittima di una tragedia che sembra non avere fine e che ha solo un nome: “morti bianche”.
Quella di Alberto, dopo quella di Paolo ieri al molto di Trieste, è solo l’ultima, purtroppo, in ordine di tempo, di una morte sul lavoro. Il giovane 29enne è deceduto nelle prime ore di questa mattina, schiacciato da un container che stava trasportando su una delle banchine del porto della cittadina laziale.
Le indagini su quanto è accaduto sono in corso e sono state affidate alla Polizia marittima che, dopo l’intervento della Polizia di frontiera e del magistrato, ha dato l’avvio per capire l’esatta dinamica di quello che è successo.
Il giovane era un dipendete della RTC, la società che gestisce il terminal container del porto stesso. Il giovane stava lavorando su di un muletto e, con questo mezzo, stava spostando il container stesso. Stando alle primissime indagini circa la dinamica dell’incidente, sembra che, mentre stava spostando proprio il container, questi lo ha travolto.
Alberto sarebbe deceduto in seguito al ribaltamento del muletto che stava manovrando che lo avrebbe schiacciato, con il peso del container che stava spostando, non lasciandogli scampo. La Polizia intervenuta sul posto insieme al personale medico del 118 (che ha constatato la morte del giovane) sta ascoltando numerosi testimoni presenti sul luogo al momento dell’incidente.
Sono anche state visionate ed acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti sul posto per cercare, ancor meglio, di avere una dinamica chiara di quanto è successo.
La morte di questo giovanissimo operaio ha suscitato dolore ma, allo stesso tempo, anche indignazione: “Siamo sconcertati, affranti, e non si può continuare a tenere la conta dei morti mentre monta il senso d’impotenza e rabbia” – scrivono, in una nota congiunta, i segretari generali della Cisl Roma Capitale Rieti e Fit Cisl Lazio – “La sicurezza sul lavoro deve essere la priorità assoluta di questo nuovo anno. Dobbiamo mettere finalmente un punto a questa lunga scia di sangue che si porta via vite innocenti” – concludono.
Le indagini sono ancora in corso per capire l’esatta dinamica della tragedia stessa.
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