Farà senz’altro discutere l’ultima intervista di Claudia Gerini, in cui ha detto che la donna ha diritto di usare il proprio corpo per fare carriera. Non è la prima volta che l’attrice romana rilascia dichiarazioni controverse sull’argomento, ma in realtà la sua opinione sul movimento #MeToo e sulle molestie nel mondo dello spettacolo è nota da parecchio: premesso che ogni forma di violenza, abuso o molestia va fermamente condannata, la Gerini ritiene allo stesso tempo che si sia maldestramente creato un clima di ‘caccia alle streghe’ soffocando la naturale predisposizione degli uomini a ‘conquistare’ le donne, anche insistendo un po’.
‘Oggi un maschio predatore ha molti più problemi ad assecondare le sue smanie e il suo piacere personale’, ha spiegato Claudia Gerini al quotidiano La Verità, ‘Ma io dico che una donna ha diritto di scegliere se usare o meno il proprio corpo per far carriera. Io ad esempio sono libera di fare quello che mi pare. Me c’è un ma: se accetti quel tipo di gioco non è che poi ti rimangi ogni cosa e ti ergi a paladina anti-maschilista. Non si è più credibili’.
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A nostro parere il discorso di Claudia Gerini non è sbagliato, ma c’è una bella distinzione da fare: lei parla di ‘donne che sono libere di usare il proprio corpo per fare carriera’, e fin quando si tratta di un libero arbitrio c’è poco da obiettare. Una donna del suo corpo fa quello che le pare, se lo decide lei. Ma tutte quelle giovani attrici, cantanti e showgirl che sono state costrette, subendo pressioni e ricatti di tipo fisico e psicologico, ad assecondare il potente di turno, non l’hanno deciso loro. Ed è di questo che si è occupato il #MeToo…
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‘A 47 anni non sto invecchiando’, ha detto poi la Gerini, cambiando argomento, ‘Sto crescendo, vivo tutto in un’ottica positiva. Non voglio pensare in negativo o tutto si posa nel nostro subconscio diventando controproducente. Tra film e TV ho preso parte a più di 70 produzioni, ma il meglio deve ancora arrivare: non guardo mai al passato, per me la vita e il lavoro sono una sfida continua. La vera sfida è lavorare con registi diversi, ti stimolano a infrangere i limiti e fanno amare il tuo mestiere’.
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Non poteva mancare un giudizio sulla scena politica: ‘Non ho votato i partiti di maggioranza, ma mi è piaciuto l’intervento di Di Maio in Confindustria. Di Matteo Salvini ho apprezzato invece l’idea del censimento dei rom. Ma a causa di troppe gaffe e false promesse, tutti si sono accartocciati su se stessi’.
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