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Sappiamo tutti che Claudio Amendola è un attore bravo. Non sapevamo, però, che da ragazzo era uno studente pessimo, incapace di ottenere un titolo scolastico maggiore della licenza media. Nulla di male ovviamente: ognuno è tenuto a seguire le proprie attitudini e il buon Claudio, accortosi di non essere portato per lo studio, ha preferito puntar tutto sulla carriera cinematografica, ottenendo un grande successo. Morale della favola: a volte l’istruzione non è necessaria per realizzarsi nella vita. Ma solo a volte.
È stato lo stesso attore romano a svelare i suoi modesti trascorsi scolastici in un’intervista a Il Piacere della Lettura, settimanale culturale di QN: ‘Una volta il preside del mio liceo mandò un telegramma a casa nel quale c’era scritto ‘Avremmo il piacere di conoscere l’allievo Amendola Claudio‘, perché in classe non mi vedevano praticamente mai. Quello fu il mio ultimo anno di scuola: alla ricezione del telegramma mio papà (il grande doppiatore e attore Ferruccio Amendola, ndr) capì che con lo studio era il caso di smettere. Per questo ho soltanto la licenza media’.
Erano comunque bei tempi, ricorda Claudio Amendola: ‘Abitavamo fuori città, a una trentina di chilometri da Roma. Uscivo la mattina col motorino per andare a scuola e poi tornare a pranzo non era semplice. Invece il sabato sera lo passavo a casa con i miei amici perché, anziché uscire, preferivano stare a origliare le voci di Sean Connery, Robert Redford, Liza Minnelli e Robert De Niro, ovvero gli amici doppiatori di papà che venivano a cena da noi‘. Che gran figata, a pensarci adesso!
All’epoca papà Ferruccio gli dette dette sicuramente una grossa mano a muovere i primi passi nel mondo del cinema (l’esordio nell’81, a 18 anni, nella miniserie TV Storia d’Amore e d’Amicizia) ma in seguito Claudio Amendola ha dimostrato di sapercela fare con le proprie forze. Anche se non tutti i momenti della sua carriera sono stati semplici: ‘Ci sono state parentesi più fortunate e altre meno fortunate‘, conferma l’attuale giudice di Tale e Quale Show, ‘Però il nostro è un lavoro strano, dove si guadagna tantissimo e poi nulla anche per un paio di anni. Io per esempio faccio l’attore da oltre trent’anni e all’inizio guadagnavo cifre ridicole, inoltre ho avuto altri periodi in cui ho lavorato quasi gratis perché magari alcuni lavori precedenti non erano andati bene. Oggi le cose vanno diversamente e non mi vergogno di quello che guadagno: se mi pagano molto significa che l’azienda che mi scrittura ci guadagna. Per esempio gli spot dei Cesaroni erano tra i più pagati di Canale 5, quindi era giusto che l’attore principale guadagnasse di pari passo’.
Tanti guadagni significano anche tante tasse da pagare, ma per Claudio Amendola questo non è mai stato un problema: ‘Sono fiero di pagare cifre mostruose di tasse, la media è vicina al 60%. Se le tasse in Italia fossero viste come un dovere morale potremmo pagare tutti di meno e avere servizi migliori. Io sono felice di contribuire alle finanze dello Stato. Anche se poi, quando mio figlio ha bisogno di un esame al fegato, devo aspettare 6 mesi. E allora decido di pagare di tasca mia…’.
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