Facebook sta sviluppando un metodo per mettere un freno al click-baiting sfrenato che ogni giorno si vede sul social network. Diciamoci la verità, è capitato a tutti di essere vittima, almeno una volta del click-baiting, e per quanto questa procedura non arrechi danno al lettore o allo smartphone/computer da cui si legge l’articolo, il tutto risulta fastidioso e fa perdere del tempo prezioso, ma Facebook non ci sta ed è corso ai ripari.
Cos’è il Click-baiting?
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, il click-baiting è quella procedura tramite la quale si lancia un’esca, che sia il titolo di un articolo o una foto particolare, per spingere gli utenti a clickare su un determinato contenuto. Il click-baiting è del tutto diverso dall’utilizzare un titolo accattivante e ben studiato, infatti si possono riconoscere tentativi di click-baiting in titoli del tipo “Lei ha detto di no e lui per ripicca…” oppure “Notizia bomba! Scoperta la cura per…” e, alla fine, l’utente poco esperto che è spinto a clickare sul contenuto si ritrova la pagina internet intasata da pubblicità che, una volta chiuse tutte, rivelano un articolo che non è per nulla pertinente al titolo precedentemente clickato. Questa procedura, come detto in precedenza, non crea danni, bensì è solo fastidiosa e fa perdere tempo, ma è, comunque, un vero e proprio “dito medio” a chi cerca di condividere notizie in maniera onesta.
I provvedimenti di Facebook
L’obiettivo del social network è quello di mettere in evidenza, per un determinato utente, notizie che potrebbero essergli di maggiore interesse: ad esempio, chi è appassionato di videogiochi, vedrà molte notizie relative ad essi nella propria home e lo stesso vale per gli appassionati di calcio, di politica e di musica. L’algoritmo che permette a Facebook di fare questo “smistamento” di notizie, però, non sempre riesce a distinguere news false, con titoli ed immagini provocatorii fatti per attirare pubblico, da news vere e confermate, per cui si è deciso di correre ai ripari. I programmatori del social network hanno creato un database contenente circa 1.5 milioni di news false provenienti da tutto il mondo per estrapolare i tratti tipici di una notizia affetta da click baiting e permettere, così, a Facebook di poter capire quando una notizia sia vera e quando sia falsa. “Sappiamo che internet è piano di bufale e non voglio che siano divulgate liberamente su Facebook” afferma Mike Zuckerberg, creatore del social network che decide di penalizzare le Pagine che condividono questo tipo di news, facendole apparire più in basso nei risultati di ricerca: “questo è solo l’inizio. Stiamo lavorando per rendere l’algoritmo più intelligente e per permettergli di automigliorarsi in futuro, affinché si possa mettere un freno alla diffusione di false news.”
Difficile? Certamente. Impossibile? Decisamente no. Utile? Decisamente. La politica di Facebook riguardo al click-baiting è giustissima a nostro parere poiché, in primis, evita la diffusione di notizie fraudolente che mirano solo a far scalpore e, in secondo luogo, permette a chi fa vera informazione di non essere messo in ombra da chi divulga la falsità facendo affidamento sui moltissimi utenti inesperti che ci sono sul social network.