Clima, al via a Sharm el Sheikh la Conferenza Cop27

Al via oggi in Egitto il Cop27, il summit per il clima di cui tanto si sente parlare in questi giorni, vediamo quali sono i nodi da sciogliere.

Sede del Cop27 a Sharm El-Sheik
Sede del Cop27 a Sharm El-Sheik – Nanopress.it

Il vertice Onu si tiene a Sharm El-Sheik e terminerà il 18 novembre.

Via al Cop27

La Conferenza delle Nazioni Unite in merito al delicato tema dei cambiamenti climatici ha inizio oggi e terminerà venerdì 18 novembre. Conosciuta semplicemente come Cop27, è il 27esimo evento di questo tipo e da giorni se ne parla molto, ma ci sono diverse polemiche in corso.

Una è quella della scelta dell’Egitto come luogo per l’incontro, un Paese che molto spesso è stato criticato per lo scarso rispetto dei diritti umani.

In questo evento mancheranno Paesi importanti come la Cina e la Russia, ma anche personalità di spicco come Re Carlo III e la giovane Greta Thunberg, diventata da anni simbolo dei cambiamenti climatici e della sensibilizzazione verso questo tema, al fine di migliorare il comportamento dell’uomo.

Durante il vertice di questo discusso summit, il tema principale come sempre sarà il cambiamento climatico ma, nella ricerca di un’intesa su come contrastare la crisi in atto, si discuterà anche di temi laterali derivanti soprattutto dall’attuale conflitto fra Russia e Ucraina, quindi: il caro energia, il rilancio delle energie fossili, il timore di una recessione globale.

Il programma

Il primo appuntamento di spessore in cui si articola il Cop27, sarà quello previsto nelle giornate del 7 e dell’8 novembre, in cui i leader dei Paesi partecipanti si incontreranno.

Cop27: insegna pubblicitaria
Cop27: insegna pubblicitaria – Nanopress.it

Questo vertice vedrà a partecipazione di 125 partecipanti fra capi di Stato e di governo ma anche diplomatici, esponenti di Ong, studiosi e difensori dei diritti.

Importante la partecipazione del Brasile, dopo anni in cui il presidente uscente Bolsonaro ha criticato fortemente le basi scientifiche che dimostrano che il clima sta affrontando una crisi molto grave. Di tutt’altro avviso il suo successore Luiz Inacio Lula da Silva, che anche se subentrerà ufficialmente il prossimo gennaio, assicura di voler combattere in prima linea la crisi del clima, partendo da un tema delicato come la tutela delle foreste amazzoniche.

Presenti al vertice anche Giorgia Meloni, Rishi Sunak e Joe Biden.

Antonio Guterres, segretario generale Onu, ha annunciato il summit come test fondamentale per ristabilire la fiducia fra Paesi più ricchi e Paesi in via di sviluppo, affermando che è importante agire, tuttavia la Thunberg ha definito gli impegni del Cop27 molto vaghi.

Come si svolgerà la Conferenza? I Paesi partecipanti si divideranno in due gruppi di lavoro. Il primo è quello dei Paesi più ricchi, capitanali dal G7 e sotto la presidenza tedesca.

Dall’altro lato abbiamo invece 134 Stati emergenti dove le economie sono meno sviluppate e quindi sono considerati meno ricchi. Questo gruppo sarà presieduto dall’ambasciatore del Pakistan all’Onu, Munir Akram.

Come avvenuto anche nelle precedenti edizioni, anche nel Cop27 ci sarà la zona blu per le sessioni plenarie ufficiali con dibattiti e accordi, nonché un padiglione dedicato all’area del Mediterraneo.

Invece la cosiddetta zona verde sarà dedicata al pubblico e in questo spazio gli ambientalisti, gli attivisti, la società civile, i rappresentanti aziendali e gli scienziati potranno dire la loro.

Sebbene sia stato molto criticato come sede del summit, l’Egitto si è fatto portavoce delle richieste della giustizia climatica che interessano tutti i Paesi africani, responsabili del 4% delle emissioni globali ma fra i più colpiti da eventi climatici estremi.

Fra le questioni che verranno affrontate ci sarà quella del deterioramento dei rendimenti agricoli africani, che provocano carestia e un tasso di mortalità molto alto.

A tal proposito i rappresentanti dei vari Stati chiederanno finanziamenti per accelerare la transizione energetica in modo che i territori più poveri possano produrre e sostenere le popolazioni, questo non riguarda solo l’Africa ma è un discorso che si estende alle zone del mondo più pevere.

Si parlerà poi dell’Accordo di Parigi del 2015 per il contenimento della temperatura globale.

Le polemiche e le assenze

Oltre a presenze importanti però ci saranno anche assenze dovute ad alcune polemiche. Come abbiamo detto, quella principale deriva dalla scelta del Paese in cui si tiene il summit.

Cavalcando l’onda di questo importante incontro, molti chiedono la scarcerazione dei detenuti politici che si trovano nelle carceri egiziane e non si esclude che ci saranno delle proteste durante i giorni del vertice.

Sono due le assenze che fanno più discutere, in primis quella del convinto ambientalista Re Carlo III ma anche della giovane attivista Greta Thunberg, la quale ha affermato in una recente intervista che questi eventi vengono usati come facciata da chi invece vuole fare i propri interessi presentandosi come una realtà ecosostenibile quando invece è esattamente l’opposto.

Questo fenomeno si chiama greenwashing ma la Thunberg ha affermato che oltre a questo, sono molti i motivi per cui non vuole partecipare ma non è entrata nel dettagli. Ha solo precisato che

“lo spazio per la società civile quest’anno è notevolmente limitato”.

L’attivista svedese che non risparmia mai critiche ai potenti, aveva giudicato duramente lo scorso summit, riferendo che gli impegni non erano stati rispettati e quest’anno sono ancora più vaghi.

Da segnalare anche l’assenza della Cina, ovvero uno dei Paesi con il livello di inquinamento più alto al mondo, e della Russia.

 

 

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