Il Parlamento ha raggiunto un accordo per fermare l’import in Unione Europea di prodotti che hanno contributi alla deforestazione.
Le aziende dovranno emettere una dichiarazione “due diligence” sulle origini delle loro merci. Trovato l’accordo, si attende l’approvazione in Parlamento per l’entrata in vigore ufficiale della bozza di legge.
L’Unione Europea è pronta a vietare l’importazione di prodotti che hanno contribuito alla deforestazione. Una svolta dal punto di vista ambientale per l’Eurocamera, che approverà una norma in grado di rendere obbligatorio per le aziende il rilascio di una dichiarazione. La due diligence andrà a verificare se i beni immessi nel mercato europeo Ue non abbiano portato alla deforestazione.
A Strasburgo in Parlamento europeo lo scorso 12 settembre si era svolta la discussione riguardante la deforestazione. Sul tavolo problematiche come il degrado forestale, anche extra-Ue, deforestazione e i circa 9 milioni di ettari di terreno forestale che ogni anni in tutto il mondo vengono distrutti.
Nel testo non si fa cenno a divieti diretti a merci o Paesi, ma le aziende senza questa dichiarazione non potranno vendere i propri prodotti.
Dopo circa due mesi sono arrivate le prime risposte. Il Parlamento ho recentemente trovato un accordo, grazie a una politica mirata alla buona gestione e alla protezione dunque delle foreste, per monitorare l’import nei Paesi membri di prodotti che hanno contribuito alla deforestazione.
I divieti imposti, in discussione avevano destato perplessità circa il loro spostamento in altri mercati – quelli cinesi e indagini – e il probabile innevamento di una disparita tra i produttori. L’intesa raggiunta mira a monitorare i prodotti come cacao, caffè, prodotti bovini, olio di palma, legno, soia. Inseriti nella lista anche il cioccolato, i mobili e la pelle, insieme ai mangimi usati per i capi di bestiame. Alcuni, in sede di discussione, si erano opposti invece ai pellami e al cuoio, affermando che essi non causino invece una deforestazione diretta.
La pressione dell’Eurocamera ha portato invece all’aggiunta di gomma e di carbone, insieme ai prodotti di carta stampata e a diversi derivati dall’olio di palma.
Aumenteranno anche i controlli, in base ai livelli di rischio dei vari Paesi e regioni che la Commissione si preoccuperà di classificare.
La percentuale di controllo per i Paesi a rischio alto sarà del 9%, per il rischio standard al 3% e per il rischio basso l’1%. Per quanto riguarda le sanzioni, l’Ue è pronta in caso di inosservanza a imporre sanzioni proporzionante e dissuasive. L’importo massimo è fissato al 4% del fatturato annuo in Unione Europea da parte dell’operatore.
Potrebbe essere inserito a breve nella bozza l’obbligo per gli istituti finanziari Ue a fornire servizi ai clienti solamente se si ritiene che questi servizi non portano rischi di deforestazione.
Le autorità per i controlli potranno accedere ad informazioni fornite delle società come geolocalizzazione; il monitoraggio satellitare e l’analisi del Dna verrà utilizzato per accertare le provenienze reali dei prodotti.
L’accordo raggiunto, adesso ancora una bozza, passerà a breve dall’approvazione del Parlamento, prima dell’entrata in vigore ufficiale.
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