Il ghiaccio marino antartico ha raggiunto valori minimi. E’ l’estensione più bassa di sempre raggiunta nel mese di luglio: la media peggiore dei 44 anni monitorati.
Temperature record e ondate di calore. Il ghiaccio marino antartico ha fatto registrare un calo del 7% rispetto alla media dei 44 anni monitorati. Lo rende noto il Copernicus Climate Change Service, in coordinazione con la Commissione Europea.
Secondo le recenti ricerche luglio 2022 è stato uno dei mesi più caldi. Temperature sotto la media lungo l’Oceano Indiano occidentale.
Il 2022, nei suoi primi sette mesi, è risultato l’anno più caldo di tutti i tempi. Medie – al di sopra della norma fino allo scorso mese – che se dovessero tenere questi ritmi in Italia finirebbero per scavalcare quelle del 2018 (anno record per le temperature elevate).
Ma l’innalzamento delle temperature non riguarda, come noto, solo il nostro Paese. Di esempi ce ne sono in tutto il mondo, anche se quello più preoccupante come spesso accade si verifica negli scioglimenti dei ghiacciai. E anche i danni di eventuali scioglimenti sono ben noti oramai, visto che il cambiamento climatico ormai non è più dibattito, quanto un dato oggettivo.
Lo rivelano in questo senso i dati recentemente divulgati dal Copernicus Climate Change Service, che ha pubblicato il bollettino climatico mensile sul ghiaccio antartico.
Insieme al centro europeo per le previsioni e per la Commissione Europea, le ricerche hanno fatto emergere del calo delle concentrazioni di ghiaccio marino nei mari di Bellingshausen e Amudsen, di Weddell e dell’Oceano Indiano.
E’ l’estensione più bassa del ghiaccio antartico degli ultimi 44 anni, quelli fino a questo momento monitorati. Si tratta nella fattispecie del 7% in meno, sempre con punto di riferimento le precedentemente citate medie.
Sempre secondo Copernicus, il 2022 sarebbe uno degli anni più caldi mai registrati. Lo si legge nella nota pubblicata nelle ultime ore, dove si apprende dei valori del ghiaccio dello scorso luglio.
Tra il 1991 e il 2020 inoltre, il 2022 ha fatto registrare un aumento delle temperature di 0,4 gradi rispetto alle medie.
Poco più fresco del 2019 e ancora di poco più caldo del 2016. Proprio luglio, mese in questione, è stato – informa ancora Copernicus – il sesto mese più caldo in Europa.
Ondate che spingono ancora le temperature, tra record sia nazionali che continentali. Per quanto riguarda l’Oceano indiano occidentale invece, dal Corno d’Africa all’Inda meridionale – compresa Australia e Asia – le temperature sono state perlopiù inferiori alla media.
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