E’ una crisi del clima a tutti gli effetti quella che stiamo vivendo nell’ultimo periodo. Eventi estremi a ripetizione come quelli che hanno interessato recentemente l’Emilia-Romagna non solo hanno tempi di ritorno lunghissimi ma, nel caso di specie, non si ritrovano nella climatologia.
Una situazione, intervallata sempre con più frequenza, da lunghi periodi siccitosi. E’ proprio questa rapida e violenza alternanza di fasi di assenza di fenomeni e fenomenologia molto forte a far sì che la nostra Penisola viva periodi difficili anche dal punto di vista degli smottamenti.
Clima: segno che qualcosa sta cambiando
Il cambiamento climatico si manifesta attraverso una serie di segnali e indicatori che possono essere osservati a livello globale e locale. Ecco alcuni dei segnali del cambiamento climatico più comuni:
Aumento delle temperature globali: negli ultimi decenni, si è osservato un aumento costante delle temperature medie globali. Questo è uno dei segni più evidenti del cambiamento climatico.
Innalzamento del livello del mare: a causa del riscaldamento globale, i ghiacciai e le calotte polari si stanno sciogliendo, causando un aumento del livello del mare. Ciò comporta la minaccia di inondazioni costiere e l’erosione delle terre.
Aumento delle precipitazioni estreme
Cambiamenti nei modelli di precipitazioni: si sono verificati cambiamenti significativi nei modelli di precipitazioni in molte parti del mondo. Alcune regioni potrebbero sperimentare periodi di siccità prolungata, mentre altre potrebbero vedere un aumento delle precipitazioni e degli eventi meteorologici estremi.
Aumento dell’intensità degli eventi meteorologici estremi: gli eventi come uragani, tempeste, alluvioni e incendi boschivi sono diventati più intensi e frequenti in molte parti del mondo. Ciò può essere attribuito al cambiamento climatico in corso.
Conseguenze sulle acque e sui ghiacciai
Acidificazione degli oceani: a causa dell’aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera, gli oceani stanno assorbendo una quantità maggiore di CO2, che provoca un aumento dell’acidità delle acque marine. Ciò può avere gravi conseguenze per gli ecosistemi marini, compresi i coralli e i molluschi.
Riduzione delle calotte glaciali: i ghiacciai e le calotte polari si stanno sciogliendo ad un ritmo accelerato. Questo ha conseguenze significative sulla disponibilità di acqua dolce, sulla fauna artica e sul livello del mare.
Il clima che cambia da luogo a problemi anche agli ecosistemi
Cambiamenti negli ecosistemi: il cambiamento climatico ha un impatto sui sistemi ecologici di tutto il mondo. Alcune specie possono migrare verso latitudini più elevate o estinguersi, mentre nuove specie possono insediarsi in nuove aree. Questo può alterare gli equilibri ecologici esistenti.
Più incendi
Aumento della frequenza degli incendi boschivi: le temperature più elevate e i periodi di siccità prolungata favoriscono la diffusione degli incendi boschivi.
Questi incendi possono avere effetti devastanti sugli ecosistemi e sulla qualità dell’aria.
Clima, le grandi alluvioni in Europa nel passato
L’Europa ha subito diverse grandi alluvioni nel corso della sua storia. Ecco alcune delle alluvioni più significative.
Alluvione del fiume Arno (Italia, 1966): questa alluvione colpì principalmente la città di Firenze. Vi furono anche ingenti danni al patrimonio culturale, con la distruzione di numerose opere d’arte. Si registrarono oltre 100 vittime e migliaia di persone furono costrette ad abbandonare le proprie case.
Fiume Danubio (Europa centrale, 2002): diverse nazioni europee, tra cui Germania, Austria, Repubblica Ceca e Ungheria, furono colpite da pesanti piogge che causarono l’esondazione del fiume Danubio e dei suoi affluenti. Le inondazioni provocarono la morte di oltre 100 persone e causarono danni ingenti alle infrastrutture e alle proprietà.
Alluvione del fiume Elba (Europa centrale, 2002): in contemporanea con l’alluvione del Danubio, l’Europa centrale fu colpita anche dall’alluvione del fiume Elba. Le regioni di Germania, Repubblica Ceca e Polonia furono le più colpite. Le inondazioni causarono numerose vittime, migliaia di sfollati e danni significativi alle abitazioni e alle infrastrutture.
Fiume Tamigi (Regno Unito, 1953): questa alluvione colpì principalmente l’estuario del Tamigi e le regioni costiere del Regno Unito, causando la morte di oltre 300 persone. L’alluvione portò a gravi danni alle terre agricole, alle abitazioni e alle infrastrutture.
Senna (Francia, 1910): è stata una delle più gravi nella storia di Parigi. Le piogge abbondanti fecero esondare il fiume Senna, causando allagamenti diffusi nella capitale francese. L’evento provocò l’evacuazione di migliaia di persone e danni significativi alle infrastrutture e alle proprietà.
Clima: focus Italia
L’alluvione di Firenze del 1966 è stata una delle più devastanti nella storia italiana. Si è verificata il 4 novembre 1966, quando il fiume Arno e i suoi affluenti strariparono a causa di intense piogge che colpirono la regione.
L’alluvione causò gravi danni a Firenze e alle sue opere d’arte, in particolare al patrimonio culturale custodito in zone vicine al fiume Arno. Numerosi musei, archivi e biblioteche furono allagati, causando la distruzione o il danneggiamento di preziose opere d’arte, libri e manoscritti.
La città rimase sommersa per diversi giorni, con l’acqua che raggiunse livelli di 4 metri in alcune aree. Le acque fangose e inquinanti danneggiarono irrimediabilmente molti edifici storici e monumenti, tra cui la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e il Cenacolo di Andrea del Sarto.
L’alluvione causò anche la perdita di vite umane, con un bilancio di oltre 100 morti e migliaia di persone che furono costrette ad abbandonare le proprie case.
Dopo l’alluvione, vennero intraprese importanti azioni di recupero e restauro. Firenze ricevette aiuti da tutto il mondo e molti esperti e volontari si dedicarono alla salvaguardia delle opere d’arte e alla ricostruzione della città.
L’alluvione del 1966 a Firenze ha avuto un impatto duraturo sulla città e sulla sua storia, portando a una maggiore consapevolezza sulla necessità di proteggere il patrimonio culturale e di adottare misure di prevenzione contro gli eventi alluvionali.
Gianfranco Spensieri
Meteorologo professionista - Sono nato a Campobasso nel mese di settembre del 1980, sono laureato in Ingegneria Civile e Ambientale. Nel corso degli anni ha approfondito in modo particolare tutte le tematiche relative all’innesco delle frane superficiali in rapporto alle precipitazioni e analizzato le principali cause relative all'inquinamento atmosferico.
Dal 2017 collaboro quotidianamente con la Testata Giornalistica Regionale della Rai facendo parte dei meteorologi di Rai Meteo per quanto concerne la regione Molise.
Da marzo 2023 entra a far parte della squadra di NanoPress curando la parte meteo e ambiente.