Oltre 250mila morti in più ogni anno: il peso dei cambiamenti climatici nella nostra esistenza è tutta racchiusa in questo numero, diffuso insieme ad altre stime riguardanti le patologie connesse a questo tema dall’OMS, in occasione della Seconda Conferenza Globale sulla Salute e sul Clima, che si è tenuta a Parigi il 7 e 8 luglio 2016. 250mila vittime in più che si vanno ad aggiungere ad esempio ai circa 7 milioni di decessi derivanti dall’inquinamento dell’aria, che del cambiamento climatico è uno dei principali combustibili, il propellente che ha accelerato una tendenza naturale a livelli esponenziali, dall’inizio dell’era industriale ad oggi. Già pochi mesi fa un rapporto della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità aveva certificato 12,6 milioni di morti per inquinamento, ma questa tragica conseguenza del cambiamento climatico, come ha affermato Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’OMS, non è inevitabile.
‘Il peso delle malattie e delle morti causate dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento dell’aria non solo è tragico, ma anche evitabile. Stiamo lavorando con i governi e le comunità internazionali per contribuire al tentativo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Monitoreremo attentamente i progressi, per tracciare e comunicare i risultati sulla salute e condividere quelle azioni che si traducono in vite salvate. In particolare le vite dei bambini, delle donne, degli anziani e della popolazione più povera e vulnerabile della società, maggiormente sofferente‘, dichiara Bustreo in un comunicato a margine dell’appuntamento parigino, ricordando come sia possibile agire praticamente sulle cause dell’inquinamento, a cominciare dal sistema di trasporti passando per l’uso di fonti inquinanti nel riscaldamento domestico, che potrebbero essere sostituite rispettivamente da pratiche di mobilità sostenibile e l’estensione delle rinnovabili in campo energetico. Ad essere maggiormente colpiti dalle patologie legate all’inquinamento climatico sono bambini e donne dei Paesi più poveri del mondo, tra cui malaria, diarrea, stress da caldo o anche semplicemente per malnutrizione, e sono soprattutto queste realtà che vanno aiutate dai Paesi più ricchi.
Questo incontro tra i ministri della Salute dei governi mondiali, voluto dall’OMS e dal governo francese per l’attuazione degli accordi della Cop21 di Parigi che finora ha visto ancora poche ratifiche, viene considerato un’importante tappa intermedia per la prossima Cop22 in programma in Marocco nel mese di novembre: in base alle stime dell’OMS, solo 1,5 per cento dei finanziamenti internazionali destinati ai cambiamenti climatici sono stanziati per progetti riguardanti la salute e la prevenzione, mentre i costi dei danni diretti causati dal clima saranno compresi tra i 2 e i 4 miliardi di dollari entro il 2030. Ecco perché è necessario incidere su settori strategici come trasporti ed energia affinché si possano ridurre gli effetti dell’inquinamento atmosferico, e con esso il riscaldamento globale. Conclude Flavia Bustreo: ‘L’intesa raggiunta dai governi mondiali non solo mira a frenare le emissioni di gas serra per mantenere il livello di riscaldamento globale al di sotto di 2 gradi centigradi, ma consente ai Paesi di implementare piani di adattamento per la protezione della salute dall’impatto del cambiamento climatico, come le ondate di calore, inondazioni e siccità e il progressivo peggioramento della sicurezza dell’acqua e del cibo‘. Riuscirà il monito dell’OMS ad accelerare la messa in pratica delle decisioni prese alla Cop21?