A ottobre l’Europa ha registrato un caldo record con medie molto al di sopra di quelle dell’Est, ma sotto la media di quelle del Sud-ovest. A livello globale, l’ottobre appena trascorso è stato il terzo più caldo mai registrato. Mentre, i sei mesi di ottobre più caldi della storia si concentrano tutti negli ultimi sei anni: segno inequivocabile del cambiamento climatico. A rilevare il triste dato dell’ottobre 2020 è il Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio da parte della Commissione Europea.
Satelliti dislocati in tutto il mondo
Il centro pubblica ogni mese bollettini climatici che riportano i cambiamenti rilevati nella temperatura sotto diversi aspetti: dalla temperatura globale dell’aria in superficie, alla copertura di ghiaccio, sino alle variabili idrologiche. I risultati che oggi possiamo leggere si basano sulle analisi meteorologiche, generate da complessi modelli numerici di previsione, che si avvalgono dell’aiuto dei satelliti, distribuiti su navi, aerei e stazioni meteo in tutto il mondo.
In diminuzione anche i ghiacci del Polo Nord
Il bollettino ha inoltre evidenziato un altro fatto drammatico registrato sempre nell’ottobre 2020: la banchisa del Polo Nord, ovvero la superficie complessiva dei ghiacci, ha registrato la propria estensione minore dal 1979, quando sono iniziate le osservazioni satellitari. Ottobre 2020 è stato anche il quarto mese consecutivo dove è stata osservata la totale o quasi assenza di ghiaccio lungo la Rotta del Mare del Nord.
Temperature al di sopra della media
Considerando un periodo di riferimento dal 1981 al 2010, le temperature sono state al di sopra della media per gran parte dell’Artico e anche sull’altopiano del Tibet. D’altra parte, si sono registrate temperature più basse rispetto al solito sopra l’Oceano Pacifico Orientale, su parte dell’entroterra del Nord America e nei pressi delle aree più a nord dell’altopiano del Tibet.