Clima, il 20 marzo è stato reso pubblico il documento di sintesi del 6° Assessment Report, che riassume 8 anni di ricerca scientifica.
Un documento che mette in evidenza come la crisi climatica rappresenti una grave minaccia esistenziale per la specie umana.
L’IPCC, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, ha lanciato un forte allarme sulla situazione attuale del pianeta.
Nonostante i ritmi e le dimensioni degli sforzi compiuti negli ultimi cinque anni e i piani attuali, essi sono insufficienti per affrontare il cambiamento climatico.
Dopo oltre un secolo di utilizzo di fonti fossili, la temperatura è aumentata di 1,1 gradi rispetto ai livelli pre-industriali con eventi meteorologici estremi sempre sono sempre più frequenti e intensi in tutto il mondo.
Il VI Rapporto di valutazione dell’IPCC, elaborato in Svizzera, ha offerto ai responsabili politici ed ai decisori tutti, una panoramica complessiva sullo stato delle conoscenze scientifiche riguardo al cambiamento climatico.
Il testo è stato approvato dai delegati dopo una settimana di trattative: una fase di accordi, andata ben oltre la tempistica preventivata e che ha richiesto frenetiche decisioni ed incontri anche durante le ore notturne.
Una testimonianza ulteriore, qualora ve ne fosse necessità, di come sia elevata l’urgenza del problema, che richiede un impegno globale per essere affrontato concretamente e limitare i danni al nostro pianeta.
Nel 2018, era già stato lanciato un allarme rispetto ad una “sfida senza precedenti” per limite sensibilmente l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi.
Ad oggi, dopo circa cinque anni, gli scienziati hanno lanciano un nuovo grido di allarme affermando che la sfida, già individuata nel 2018, è ora molto più difficile a causa dell’elevata concentrazione delle emissioni di gas serra.
Secondo Piero Lionello, il primo autore su Europa e Mediterraneo del sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC 2022, l’Italia è esposta ai rischi tipici dell’Europa Mediterranea.
Alcuni di questi rischi sono dovuti alle peculiarità del cambiamento climatico, mentre altri sono legati alla particolare vulnerabilità degli ecosistemi e dei settori produttivi.
Tra i rischi citati da Lionello ci sono: “La diminuzione della precipitazione, che ha ripercussioni sulla disponibilità delle risorse idriche, l’importanza economica del settore turistico e la vulnerabilità degli ecosistemi terrestri e marini, oltre alla vulnerabilità delle coste.”
In sostanza, l’Italia si trova di fronte a molteplici sfide che richiedono una risposta efficace e tempestiva da parte dei decisori politici e delle comunità locali.
La valutazione dei rischi e la definizione di strategie di adattamento e mitigazione sono essenziali per proteggere le persone, gli ecosistemi e l’economia italiana dal cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico ha già causato danni diffusi e sostanziali in quasi ogni aspetto della vita umana su questo pianeta. Gli impatti sulle generazioni future dipendono dalle scelte che facciamo ORA.
Ogni decimo di grado che riusciamo a evitare conta. Più caldo diventa il pianeta, più diffusi e intensi diventeranno i cambiamenti, sia del clima medio che degli estremi meteorologici.
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