Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia della Juventus ai danni dell’Inter si chiude un Aprile tremendo per gli uomini di Allegri.
La sfuriata dell’allenatore nel post partita di ieri sera ha reso l’idea del momento complicato. Non c’è semifinale di Europa League che tenga, senza mancare di rispetto a una dignitosissima e stimolante competizione. I punti riassegnati non hanno acceso nessuna scintilla, e adesso la stagione rischia di diventare fallimentare.
Una stagione sulle montagne russe per la Juventus, che vede vicina l’ipotesi di un’ulteriore sanzione dopo l’euforia per i 15 punti riassegnati. Inoltre alla Continassa starebbe crescendo in queste ore anche il timore di una possibile esclusione dalle coppe europee il prossimo anno. Ma lasciando per un attimo da parte i tribunali e le sanzioni, e il maremoto che ha travolto la società negli ultimi mesi, ieri i bianconeri sono stati protagonisti dell’ennesima prova deludente a conclusione di un mese di Aprile quasi totalmente da buttare.
Aprile consegna alla vecchia signora, già detto del successo in campo europeo, due vittorie su otto partite disputate e quattro sconfitte.
Rimane, dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia contro l’Inter, solamente la gioia di un superamento dei quarti di finale di Europa League contro un modesto Sporting Lisbona. Magra consolazione considerate le forze in campo e il dominio dei portoghesi arrivati a millimetri dai supplementari (dopo la gara di ritorno terminata 1-1).
Gli alibi però per il tecnico toscano sono adesso terminati. Analizzando la gara di ieri, e la sfuriata del mister post partita, emergono fattori inquietanti. Primo: la penalizzazione annullata non ha dato quel boost mentale che ci si aspettava. La Juventus è sembrata scarica e senza idee – non la prima volta in stagione. Nemmeno un San Siro gremito e la rivale storica in vantaggio hanno saputo accendere l’orgoglio dei bianconeri che, dopo il gol dell’1-0 di Di Marco, non sono mai stati in grado di impensierire Onana.
Secondo: le colpe dell’allenatore. Una partita francamente inguardabile quella di ieri sponda Juve, condotta fino al 90′ senza pathos – il minimo, visto che chiedere geometrie o idee di gioco a questa Juve sembra al momento impensabile. La confusione in campo ha raggiunto l’apice quando, sul punteggio di 1-0, l’ingresso di Lukaku in campo ha portato Allegri a sostituire Bonucci con Danilo.
Juve, terzo obiettivo stagionale sfumato e l’ombra delle sanzioni sullo sfondo
E no, quel “Nel complesso è stata una buona partita” di Allegri ai microfoni Mediast non rende giustizia. A inizio anno le ambizioni erano ben diverse, e nemmeno il contraccolpo della penalizzazione dello scorso marzo. Il miglior momento della Juventus è stato quello a cavallo della sosta del mondiale – con otto vittorie di fila senza subire reti – conclusosi il 13 gennaio con ben cinque gol subiti dal Napoli al Maradona per quella che rimarrà una delle più magre figure della Juventus in campionato della sua storia.
L’inizio di stagione era stato caratterizzato, oltre che da tante sconfitte, dalla clamorosa eliminazione dalla Champions al girone contro Psg, Maccabi e Benfica, dove i bianconeri hanno totalizzato solamente 3 punti mettendo a segno il loro peggior risultato in un girone di Coppa Campioni.
La squadra era chiamata, in un momento decisivo, allo sforzo finale per blindare il terzo posto e andare avanti in Coppa Italia, e adesso anche la doppia sfida col Siviglia sembra una montagna durissima da scalare: “Dobbiamo rimboccarci le maniche, dovremo aprire gli alettoni e tenere le spalle larghe in queste ultime sette giornate di campionato per difendere il terzo posto”.
Il clima anche oggi rimane teso alla Continassa, pochi sorrisi e tanto lavoro dopo l’addio al terzo obiettivo stagionale su tre, dopo una lotta per lo Scudetto mai iniziata – seppur contro un sicuramente meno attrezzato Napoli – e una finale di Coppa Italia assolutamente alla portata rimangono solo le paure di sanzioni Figc e Uefa sullo sfondo.
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