Palermo piange Aid Abdellah, clochard francese di 56 anni che tutti conoscevano come Aldo e che è stato ucciso la notte del 16 dicembre mentre dormiva sul suo giaciglio di cartoni in piazzale Ungheria da un 16enne per 25 euro. Il giovane, ripreso dalle telecamere, ha confessato ai Carabinieri di averlo colpito con una spranga per rubare i pochi euro che aveva racimolato suonando con la sua armonica. Aldo, pittore senzatetto e il suo gattino, era amato da tutti nel quartiere, specie dai commercianti che si sono fatti portavoce della richiesta di molti cittadini e hanno chiesto al sindaco Leoluca Orlando di intitolargli i portici del “suo” piazzale. Il primo cittadino si è recato a rendergli omaggio deponendo una corona di fiori lì dove ha trovato la morte e ha dichiarato di aver incaricato la Commissione Toponomastica di avviare le procedure per l’intitolazione dei portici di piazzale Ungheria.
La morte di Aldo ha scioccato la città che ancora si chiede chi abbia potuto uccidere una persona “buona e sempre allegra”, come lo descrivono tutti.
La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio e i Carabinieri stanno vagliando le immagini delle telecamere di sicurezza alla ricerca di indizi: in una sequenza si vedrebbe il 16enne chinarsi su di lui, ma l’aggressione non sarebbe stata ripresa.
Secondo l’esame autoptico, chi lo ha ucciso lo ha colpito tra lo zigomo e la bocca sulla sinistra del volto con un oggetto pesante mentre dormiva: a trovarlo riverso sui cartoni senza vita è stata la barista che ogni mattina gli portava la colazione.
Uno, cento, mille Aldo: gli altri casi di barboni uccisi
Aid Abdellah è solo l’ultimo di una lunga lista di barboni uccisi per le strade italiane. Spesso i senzatetto sono vittime dell’odio più violento per mano di vigliacchi che colpiscono gli ultimi tra gli ultimi, i più poveri tra i poveri, come se la loro situazione fosse una colpa.
A marzo dell’anno scorso sempre a Palermo è toccato a Marcello Cimino, clochard palermitano di 45 anni, bruciato vivo da Giuseppe Pecoraro, benzinaio: nel confessare l’omicidio, l’uomo ha detto di aver agito per gelosia, per dei commenti rivolti alla sua donna.
Se ogni omicidio è terribile, quelli commessi per gioco lo sono anche di più. A gennaio 2018 a Verona due ragazzi di 13 e 17 anni hanno dato fuoco a un senzatetto all’interno della sua auto per gioco. Ahamed Fdil, marocchino di 64 anni noto come “il Baffo”, che viveva in macchina dopo essere rimasto senza lavoro, ha perso la vita perché i due stavano “divertendosi” a infastidirlo, lanciandogli contro i petardi fino ad arrivare al gesto estremo, dargli fuoco “per divertimento”.
Un mese dopo a Milano qualcuno tenta di dar fuoco a un altro senzatetto che dormiva nei pressi del Duomo. Per fortuna la vittima è riuscita a salvarsi, ma a novembre è toccato a un clochard tunisino di 41 anni morire sotto i colpi di bicicletta inferti da parte di un 22enne. Il giovane, fermato dai Carabinieri, ha confessato di aver “bevuto troppa tequila” e di essersi scagliato contro l’uomo con una bici trasformata in un’arma.
E ancora Torino, Ragusa, Firenze, Roma: altri casi di senzatetto uccisi per diversi motivi, vittime della povertà e dell’odio ingiustificato di chi si crede forte colpendo i più deboli dei deboli.