Codacons dopo la strage a ‘L’Isola dei Famosi’ francese: ‘stop ai reality pericolosi’

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Dopo la strage in quella che si può considerare L’Isola dei Famosi francese, il Codacons non ci sta e lancia un monito mettendo in guardia anche l’Italia dai reality show ‘pericolosi’. Il presidente dell’associazione Carlo Rienzi mira alle produzioni televisive, riconsiderino eventuali rischi e pericoli all’interno dei reality show realizzati nel Belpaese. E’ inevitabile che gli occhi vengano puntati sull’Isola dei Famosi, la decima edizione italiana ora in onda a Mediaset, anche dopo le polemiche proprio sulla sicurezza mosse da Catherine Spaak.

A vuotare il sacco e a mettere in guardia i concorrenti e il pubblico è il presidente del Codacons Carlo Rienzi: ‘L’ultima strage – scrive in una nota – deve far riflettere sulla necessità di proseguire su tale strada’, ovvero ‘la ricerca spasmodica dell’audience‘ che ‘ha portato le produzioni televisive a spostare sempre più in là i limiti, introducendo prove e format sempre più estremi‘. Parole che hanno la pretesa di guardare oltre al fatto di cronaca e che invitano a chiudere i reality show di questo tipo, ‘anche alla luce delle recenti polemiche sulla sicurezza sollevate da alcuni concorrenti di un reality italiano’, si precisa.

In occasione del debutto dell’Isola dei Famosi, decima edizione italiana, è stata una delle concorrenti Catherine Spaak ad accusare lo show di non aver garantito la sicurezza ponendo comunque i naufraghi in mare nonostante una tempesta tropicale in corso: ‘La barca si muoveva moltissimo, abbiamo sbattuto. Questo mi ha profondamente shockata e ho pensato veramente che qualcuno sarebbe caduto in mare, che ci saremmo rovesciati’, diceva l’attrice in quell’occasione.

Quello capitato ieri,infine, è ‘l’ultimo di una serie di incidenti anche gravi che hanno caratterizzato negli anni il mondo della tv e in particolare dei reality show’. Quindi l’esplicita richiesta dell’associazione che tutela anche i telespettatori: ‘introdurre limitazioni a tali show che vadano a garanzia dell’incolumità di concorrenti e lavoratori, senza tuttavia pesare sull’aspetto creativo e artistico’, ha concluso Rienzi.

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