Il suo nome, arcano e misterioso come spesso accade quando si parla di biodiversità floreali, è colchico autunnale, ma comunemente è noto come falso zafferano, o addirittura ‘zafferano bastardo’, a dimostrazione di come l’incidente della coppia deceduta a Folgaria, provincia di Trento, è tutt’altro che frutto di una banale sbadataggine: il colchico autunnale è una pianta fortemente tossica, a cui bisogna prestare molta attenzione poiché il colore violetto e la forma sono del tutto simili a quelle della comune spezia. E allora come riconoscere il colchico autunnale o falso zafferano? Vediamo di capire quali sono i tratti distintivi di questa pianta.
Colchico autunnale, che cos’è?
Il colchico autunnale appartiene alla famiglia delle Liliaceae, nome scientifico Colchicum autumnale L, e pur assomigliando molto al più noto e innocuo zafferano, sono esemplari di famiglie diverse: il nome ‘autunnale’ deriva dal fatto che la pianta, benché inizi a svilupparsi in primavera, fiorisce a partire dal mese di settembre in poi, assumendo la famigerata somiglianza con lo zafferano. Il colchico cresce spontaneamente nei prati e nel sottobosco, e pur essendo diffuso in tutta Italia, risulta presente soprattutto nelle regioni del Settentrione: il frutto contiene i semi e solitamente misura dai 3 ai 5 centimetri, e presenta 6 stami e 3 stili che sporgono dal tubo singolarmente, e il colore delle foglie varia dal rosa al lilla. Una pianta gradevole alla vista, ma assolutamente non commestibile, in quanto contenente alcaloidi tossici molto potenti.
Colchico autunnale, come riconoscerlo dal vero zafferano?
Il colchico autunnale detto falso zafferano deve essere riconosciuto per non finire intossicati in caso di ingestione, rischiando anche di morire: ma come si distingue dal vero zafferano? La differenza fondamentale è nel numero degli stami, che nel colchico generalmente sono 6 invece di 3 come nello zafferano, mentre il colore giallo ocra è identico. La tossicità del falso zafferano è data da una serie di alcaloidi, principalmente la colchicina presente nel rivestimento dei semi, mentre altre sostanze quali l’inulina e la colchiceina sono invece concentrate nel bulbo.
I sintomi di avvelenamento da falso zafferano
Quali sono i sintomi di avvelenamento da falso zafferano? L’assunzione di colchicina e gli altri alcaloidi presenti nella piantina comporta in prima istanza dolori addominali, vomito e diarrea con anche espulsione di sangue, ma nei casi più gravi conduce fino a paralisi respiratoria, aritmie cardiache e ipotermia, fino alla morte nei frangenti più estremi, ma tutt’altro che rari. I sintomi possono comparire anche a diversi giorni dall’assunzione, per cui se vi imbattete in questa pianta è bene prestare molta attenzione, riconoscendo il vero zafferano dal colchico autunnale sulla base del numero degli stami, casomai foste tentati di usare la pianta come spezia per condire una pietanza.
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