Si chiama Alan Gonzàlez, ha 46 anni e di professione fa il chirurgo plastico. In Colombia è conosciuto come l’angelo che opera gratis le donne vittime di aggressioni con l’acido. Dal 2010, a oggi, nella sua clinica di Bogotà, ha già realizzato 300 interventi chirurgici gratuiti a 15 donne sfregiate da sostanze corrosive. Il che è una buona notizia e una cattiva notizia insieme perché significa che tante sono state le aggressioni.
Alan Gonzàlez spiega: “Quando si tolgono le bende e le vedo sorridere di nuovo, provo un’emozione indescrivibile”. L’uomo è uno dei chirurghi plastici più conosciuti in America Latina: “L’otto per cento di ciò che guadagno serve a coprire tutte le spese necessarie a operare in forma gratuita le pazienti vittime di aggressioni con l’acido”. L’angelo dalle mani fatate aggiunge: “Quando una donna sfigurata viene nella mia clinica, tutti i costi della degenza, dell’intervento per la ricostruzione facciale, dei trattamenti post-operatori e persino le spese per gli spostamenti sono a carico mio”.
Il medico collabora da tempo con la fondazione ‘Reconstruyendo Rostros’, prima organizzazione colombiana nata per aiutare le donne sopravvissute alle aggressioni con l’acido: “Le vittime arrivano in clinica con una grave depressione, hanno la faccia coperta, sono senza speranza e nessuna voglia di continuare a vivere. Ma con il passare del tempo cominciano a capire che esistono le possibilità per recuperare il loro aspetto”. Si ricostruiscono fisicamente e psicologicamente.
C’è chi è stato operato 25 volte e ora spera di riacquistare la vista con un trapianto di cornea. Come Luz Nidia Mendoza: “I miei figli erano piccoli quando è successo e da allora sento la loro voce, il tocco, ma non posso vederli”. Ha 37 anni, nel 2011 fu aggredita a Medellin e perse il lavoro. “I miei figli mi hanno fatto capire quanto siano importanti. E’ per loro che sono ancora qui”. Dopo il trapianto di cornea, dovrà subire altre operazioni per ricostruire guance, fronte, bocca e naso. “Gonzàlez è un angelo, gli dobbiamo tantissimo. Ci incoraggia, ci trasmette allegria”.
Le aggressioni con l’acido ai danni di donne, in Colombia, rappresentano una vera e propria piaga: secondo l’Asti (Acid Survivors Trust International), ogni anno se ne contano 100. La maggior parte nelle grandi città, da Medellin a Bogotà a Calì. Sono iniziate negli anni ’90, ma tra il 2014 e il 2015 ci sono stati autentici picchi. L’Istituto Nazionale di Medicina Legale e Scienze Forensi del Paese stima che, tra il 2004 e il 2016, ci siano state 1.151 aggressioni con agenti chimici.
Dal 6 gennaio del 2016 è in vigore una legge, chiamata ‘Natalia’ dal nome di una delle prime donne sfigurate con l’acido: chi commette questa violenza rischia dai 20 ai 30 anni di carcere, pena che può aumentare di un terzo se l’assalto determina una malformazione del viso della vittima. Le donne aggredite con l’acido riportano, come detto, gravi danni psicologici che possono portare pure al suicidio: “La vera sfida è restituire loro la capacità di sognare e, soprattutto, di sorridere. Non ricostruiamo solo i volti, ma anche la loro vita”.
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