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Categories: Cronaca

Colpo alla rete del boss mafioso Messina Denaro, numerosi gli arresti

Un maxi blitz coordinato da Carabinieri, Polizia e Dia ha portato all’arresto di 21 presunti affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna. Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni. Tutti reati aggravati dalle modalità mafiose. Il ventiduesimo provvedimento riguarda il superlatitante Messina Denaro, e al momento resta ineseguito.

L’indagine ha consentito di individuare, in particolare, la rete utilizzata dal capo di Cosa Matteo Messina Denaro nella catena di smistamento dei pizzini. Pedinamenti, appostamenti e intercettazioni hanno ribadito come Cosa nostra eserciti un controllo capillare del territorio e ricorra sistematicamente alle intimidazioni per infiltrare il tessuto economico e sociale. Decisive le numerose intercettazioni che vedevano protagonisti, di volta in volta, i fedelissimi di Messina Denaro.

[didascalia fornitore=”ansa”]Un fermo immagine tratto da un video mostra un momento dell’operazione eseguita da Polizia, Carabinieri e Direzione investigativa antimafia che ha portato al fermo dei di 21 presunti affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna (Trapani)[/didascalia]

Finiscono così in carcere tra gli arrestati i cognati della “primula rossa” di Castelvetrano: Gaspare Como e Saro Allegra, i mariti di Bice e Giovanna Messina Denaro. Erano i fidati cognati a reggere le fila della complessa macchina organizzativa attorno al latitante. E’ un’indagine complessa quella sviluppata da un ampio fronte di investigatori e magistrati che conoscono a fondo le mosse dei boss. Da una parte, i poliziotti del Servizio centrale operativo della polizia, con le squadre mobili di Palermo e Trapani; dall’altra, i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani. Intercettazioni che sono sono un tassello importante per provare a ricostruire il mistero di una latitanza che dura da troppo tempo, dal 1993, dai tempi delle bombe di mafia di cui Messina Denaro è responsabile.

Redazione

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