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Coltivazione Ogm in Ue: via libera a divieti nazionali

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Via libera dell’Unione Europea alla coltivazione degli Ogm. I rappresentanti permanenti dei vari governi nazionali dell’Ue hanno approvato senza alcun voto contrario l’intesa raggiunta il 4 dicembre scorso sulla direttiva che permetterà di vietare, sul proprio territorio, la coltivazione degli Ogm. L’approvazione del Parlamento europeo appare sicura, e l’entrata in vigore è prevista per la primavera 2015.

Sul testo in discussione c’erano state parecchie polemiche nei mesi precedenti: contro si erano schierati Greenpeace e Slow Food, che non accettavano i termini imposti, e che ritenevano che in questo modo i Paesi che non volevano gli Ogm sul loro territorio nazionale si sarebbero trovati in trappola a causa delle possibili ritorsioni legali a cui questi Paesi potrebbero essere soggetti da parte del settore biotech. È questo che hanno spiegato le due associazioni attraverso un apposito comunicato nei mesi scorsi, con Greenpeace e Slow Food che avevano chiesto in quel frangente ai parlamentari europei di rafforzare le norme, in modo da riuscire a garantire una certa stabilità giuridica nel momento in cui gli Stati che vogliono vietare la coltivazione degli Ogm possano passare all’azione attraverso iniziative concrete. E le loro richieste sembrano essere state accolte.

Cosa prevede il testo

Il nuovo testo, una modifica proposta dalla Commissione Europea nel 2010 a una direttiva del 2001, prevede che gli Stati membri contrari alla coltivazione di un nuovo Ogm sul loro territorio possano segnalare la propria opposizione già durante la fase di autorizzazione comunitaria, ed anche decretare un divieto nazionale dopo la suddetta autorizzazione. Sparito il limite di tempo che tanto aveva fatto storcere il naso agli ambientalisti.

Altra novità è che gli Stati membri potranno proibire la coltivazione non solo di un singolo Ogm, ma anche di un intero gruppo con caratteristiche comuni. Cade inoltre uno dei punti più critici segnalati da Greenpeace e Slow Food, ovvero l’obbligo per i Paesi membri di negoziare direttamente con le società biotech, informandole della loro eventuale intenzione di vietare gli Ogm da loro prodotti: sarà sempre la Ue a fare da intermediario. Per il ministro dell’Ambiente italiano Galletti ‘il via libera alla direttiva è un passo molto significativo per un obiettivo atteso da lungo tempo: la piena sovranità degli Stati membri nella decisione se consentire o no la coltivazione di Ogm sul loro territorio‘.

Gli Ogm sono dannosi o sicuri?

Gli Ogm sono dannosi o sicuri? Da tempo la scienza si interroga sugli organismi geneticamente modificati utilizzati in agricoltura, ma i dubbi di fondo non sono stati sciolti del tutto, con due movimenti d’opinione sostanzialmente divisi fra loro circa i pro e contro l’uso delle biotecnologie in agricoltura. Il più recente appello a favore degli Ogm è stato lanciato da alcuni scienziati italiani, alla vigilia di una sentenza del Tar del Lazio sul ricorso di due agricoltori friulani contro il divieto di coltivazione del mais geneticamente modificato, stabilito da un decreto legge del governo italiano.

Tutti gli studi condotti da scienziati indipendenti provano che la creazione di Ogm e la loro coltivazione non comportano rischi significativi per l’ambiente e non minacciano la sicurezza e la qualità degli alimenti. Ci esprimiamo nella nostra qualità di docenti universitari e intellettuali che studiano, insegnano e dibattono le basi scientifiche, nonché quelle etiche, economiche e politiche delle biotecnologie, per dire che l’allarme e le reazioni sono esagerate e non fondate‘, dichiarano i firmatari dell’appello, tra cui i genetisti Edoardo Boncinelli, Chiara Tonelli e Michele Morgante, la ricercatrice e senatrice a vita Elena Cattaneo, fino ai massimi esperti di biotecnologie.

Cosa sono gli Ogm

Quando parliamo di Organismo Geneticamente Modificato, gli Ogm appunto, ci riferiamo a organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite le moderne tecniche di ingegneria genetica. Le tecniche principali di creazione degli Ogm sono la ricombinazione del materiale genetico attraverso un vettore di molecole di DNA, RNA o loro derivati, l’introduzione diretta di materiale esterno, come la macroiniezione e il microincapsulamento, e infine la fusione cellulare. Il primo esperimento di Ogm risale addirittura al 1973, e da allora la scienza non ha mai smesso di compiere ricerche nel settore. Lo scontro ideologico sul tema è molto forte, ma a dispetto di ciò gli Ogm occupano il 12 per cento della superficie coltivata della Terra, e viene utilizzata da 18 milioni di agricoltori nel mondo.

Il fronte del No

I progressi scientifici nel campo della biologia molecolare hanno certamente un grande potenziale per comprendere meglio i meccanismi biologici e fornire nuovi farmaci, ma non può essere utilizzata come scusa per trasformare l’ambiente in un gigantesco laboratorio a cielo aperto per fini commerciali. La biodiversità e la salvaguardia della produzione mondiale di alimenti sono troppo importanti per la nostra sopravvivenza. Non possiamo permetterci di metterle a rischio‘, dichiara in un comunicato Legambiente, ribadendo il suo no agli Ogm in attesa della sentenza del Tar. E il fronte avverso agli Ogm è molto vasto in tutto il mondo, con in testa ambientalisti e attivisti di settore, come l’indiana Vandana Shiva, intervenuta al Terzo International Forum On Food & Nutrition, che da sempre sostiene che la sopravvivenza dell’uomo sia legata al rispetto delle leggi naturali. I dubbi sugli Ogm sono sia di natura economica per la salute: per foraggiare le multinazionali avide di nuovi profitti, si rischia di influire sulla catena alimentare e di conseguenza, anche indirettamente, sul metabolismo degli esseri umani, sostengono i contrari. Senza contare le questione etica sottesa a tutti gli interventi dell’uomo su ciò che la Natura crea.

Giulio Ragni

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