Davanti ai casi di bullismo, non solo nei confronti degli studenti, ma questa volta anche degli insegnanti, è il momento di correre ai ripari e prendere decisioni concrete e drastiche. Il ministro dell’Istruzione, Valditara, ha deciso di prendere in mano le redini della situazione.
Ecco cosa sarà scelto per gli alunni bulli, ma ci sarà anche una stretta sulle sospensioni per gli studenti stessi. Cerchiamo di capire meglio.
La scuola cambia atteggiamento nei confronti degli studenti bulli, anche quando riversano le loro angherie nei confronti degli insegnanti. E a cambiare le regole in merito a ciò ci pensa direttamente il ministro dell’Istruzione, Valditara. Una scelta diversa proprio per loro: destinare i bulli ai lavori socialmente utili.
Decisioni che sono state prese anche dopo quello che è accaduto alla professoressa di Rovigo che, dopo essersi vista sparare contro dei pallini da degli studenti, ha visto proprio quei bulli esser promossi all’anno successivo, senza punizione alcuna. Il ministro ha deciso di inviare degli ispettori in quell’istituto anche per capire come sia stato possibile arrivare a ciò, e perché quei ragazzi, alla fine, siano stati anche promossi.
“[…] Entro oggi, dovrei avere una risposta in modo da capire se è stata rispettata la normativa di riferimento dal regolamento di disciplina dell’istituto al dpr 122/2009. In ogni caso, a prescindere da questo episodio, voglio accelerare un processo che mi sembra necessario” – ha spiegato il ministro.
Ed infatti, all’inizio del suo mandato ministeriale, Valditara aveva già predisposto un tavolo sul tema bullismo nelle scuole. Insieme a psicologi, magistrati, neurologi, professori e presidi per dare un segnale forte ad un fenomeno che sta diventando sempre più dilagante, non più solo fra i ragazzi, ma anche verso i loro insegnanti.
Nella sua intervista al quotidiano “La Stampa”, Valditara ha affermato che per un alunno bullo è necessaria, più che la sospensione dalla scuola, il restare a scuola, facendo però altro, qualcosa di utile davvero e che faccia capire loro l’errore commesso: “Secondo me quando uno studente si comporta da bullo, aggredendo un compagno o un insegnante ci vuole più scuola e non meno scuola. Non nutro simpatia per le sospensioni, tenere un ragazzo a casa per alcuni giorni significa fargli del male. Quindi bisogna fare l’opposto, dargli più scuola”.
La scelta di portarlo, come dicevamo, a fare qualcosa di utile per la scuola e la società stessa: “Questo non vuol dire farlo tornare nella stessa classe dove ci sono l’insegnante o il compagno che ha aggredito, ma coinvolgerlo in percorsi di recupero con attività di solidarietà ovvero con un approfondito studio di certe problematiche. Il ragazzo dovrà comprendere l’importanza del rispetto verso l’altro e l’importanza della comunità” – continua il ministro.
Per quel che riguarda il tema caldo del voto in condotta, con il quale proprio gli alunni bulli di Rovigo sono stati promossi, il ministro Valditara è chiaro: “Il voto di condotta dovrà avere un ruolo importante in tutti i percorsi della scuola secondaria. Con i tecnici definiremo come questo avverrà” – spiega – “Vogliamo puntare su un aspetto molto importante, vale a dire la capacità della scuola di saper accendere la lampadina che c’è in ogni ragazzo. È il vero antidoto a ogni forma di bullismo” – conclude.
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