Due brutte parole: fermo amministrativo. E’ la pubblica amministrazione che prende in ostaggio il veicolo di un debitore fino a quando egli non ha pagato la somma in sospeso. Accade per debiti fiscali (tasse o imposte non pagate) o multe stradali. Ricostruire tutta la normativa legata al fermo amministrativo non è lo scopo di questo articolo. Qui vogliamo solo affrontare il seguente aspetto: si può vendere un’auto sottoposta a fermo amministrativo? Come funziona?
I FERMI SONO DUE
Cominciamo dalla prima questione. E’ permesso vendere un veicolo sottoposto a fermo amministrativo fiscale, cioè il fermo decretato per debiti fiscali o multe non pagate. E’ invece vietata la vendita di un veicolo sottoposto a fermo amministrativo giudiziale, cioè quello inflitto per gravi violazioni al Codice della strada (come la guida in stato di ebbrezza).
Il veicolo sottoposto a fermo amministrativo fiscale può sì essere venduto, tuttavia esso rimane bloccato anche per il nuovo proprietario. Quindi non può circolare né essere demolito, esportato o radiato. Le multe per chi viene pescato a circolare in un veicolo sottoposto a fermo sono pesantissime: da 776 a 3.111 euro e in più il veicolo viene confiscato, secondo quanto prescrive l’articolo 214 del Codice della strada.
I PERICOLI PER IL VENDITORE
E’ quindi agevole capire che si tratta di una questione delicata. Se non si presta la dovuta attenzione, sia il venditore che l’acquirente di un’auto bloccata corrono rischi molto gravi. Per quanto riguarda il debitore che magari decide di vendere l’auto bloccata perche ha problemi di liquidità (magari proprio a causa del debito fiscale o multa), egli potrebbe cadere nella rete di personaggi abbastanza loschi, per non dire di peggio.
Se non si ha la fortuna di trovare operatori onesti, funziona più o meno così. Nel migliore dei casi, si tratta di concessionari molto spregiudicati che vi comprano l’auto per un pezzo di pane (se è sotto fermo, il suo valore crolla); poi la rivendono subito a qualcun altro ad un prezzo ancora inferiore di quello di mercato, ma avendoci già guadagnato molto; ovviamente taceranno sulla faccenda del fermo; magari, già che ci sono, fanno fare un lavoretto al contachilometri. Che lavoretto? Leggete l’articolo a questo link. Nel peggiore dei casi, il vostro acquirente appartiene ad una vera e propria banda; è un prestanome con residenza estera, vi dà quattro soldi in contanti e la vostra auto finisce illegalmente chissà dove, e magari verrà usata per scopi criminali.
Cinicamente si potrebbe dire: chi se ne importa di quello che accade dopo. Il problema è che se la transazione non è fatta in modo regolare (“non si preoccupi, facciamo tutto noi“), quell’auto sparisce ma resta ancora intestata a voi, perché i truffatori non si sognano di trascrivere al Pra il passaggio di proprietà. Quindi dovrete pagare ancora voi il bollo e tutte le eventuali multe; soprattutto, se accade un incidente, sarà ancora vostra la responsabilità, e sarete rovinati perché chiaramente avrete disdetto l’assicurazione, data la vendita; non che cambi qualcosa, perché nessuna assicurazione risponde dei danni causati da un veicolo che circola in stato di fermo. Il peggio del peggio: quell’auto ad un certo punto viene rubata e usata per una rapina, per trafficare la droga, qualcuno viene ammazzato. Il proprietario sarete sempre voi e voi finirete in galera.
LE TRAPPOLE PER IL COMPRATORE
Dal punto di vista del compratore, chi compra un veicolo sottoposto a fermo non può utilizzarlo fino a che il debito non verrà saldato. E’ importante saperlo prima di fare questa scelta, che può avere le sue logiche: prezzo molto basso, magari per un’auto premium in buono stato; gli operatori professionali onesti a volte potrebbero decidere di saldare direttamente il debito, quando il valore sul mercato dell’auto “liberata” è ancora di molto superiore alla loro spesa (altrimenti raramente la comprano).
Nel caso di un privato, è infinitamente rischioso attendere che il precedente proprietario saldi il suo debito. Non è detto che lo faccia. Anzi, avendo ceduto l’auto non ha più convenienza a pagare il debito. Infatti l’ente creditore, di solito Equitalia che è il maggiore concessionario per la riscossione, scaduti i termini per il pagamento dopo il fermo, procederà alla vendita forzata del veicolo. Con questo, il debitore “salda” il debito, lavandosene furbescamente le mani. Chi rimane fregato è il compratore, perché gli viene portata via la macchina e lui non può opporsi. L’acquirente può fare causa al venditore che non lo ha informato, però come minimo passano sette anni, e sappiamo come procedono le vicende giudiziarie nel nostro Paese. Inoltre, se il venditore è un’impresa e ha dichiarato fallimento, non vedrete nemmeno un quattrino. Può invece accadere la beffa suprema: per poter circolare conviene saldare il debito del venditore al suo posto; i truffaldini spesso usano anche questo giochetto.
Altro dettaglio importante: l’atto di vendita è un’operazione fatta, appunto, dal venditore, e il fermo è registrato esclusivamente sul Pubblico registro automobilistico, il Pra, ma non sul certificato di proprietà. Il Pra è obbligato ad accettare l’operazione di vendita, e non può scrivere da nessun’altra parte la faccenda del fermo. Quindi il venditore, benché sia obbligato a dirvelo, può benissimo completare il passaggio di proprietà senza che l’acquirente ne venga a conoscenza.
L’unico modo per sapere se un’auto è sottoposta a fermo, se il venditore non ve lo dice direttamente, è effettuare una visura al Pra prima dell’acquisto. Per pochi euro avrete la certezza dello stato legale del veicolo. Poi farete le vostre scelte, però disponendo delle informazioni giuste. La procedura della compravendita è identica a quella ordinaria.
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