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Come cambia il lavoro in Italia? Meno posti in ufficio e più ‘lavoretti’

[didascalia fornitore=”ansa”]Il ministro dell’ Interno, Matteo Salvini, ascolta il presidente del Consiglio Nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, in occasione del Festival del lavoro[/didascalia]

Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, a margine del Festival del Lavoro che si è tenuto a Milano ha risposto ad alcune domande di Labitalia, confermando l’atteggiamento dei professionisti che sono molto attenti ai fenomeni che ruotano intorno al lavoro, perché è importante capire ”il lavoro che cambia”. “Dovremo confrontarci sempre di più -spiega la presidente dei consulenti del lavoro- coi mestieri digitali e, soprattutto, con un posto di lavoro che non sarà più confinato all’interno di un ufficio o di una fabbrica. Allora, studiare l’evoluzione del mondo del lavoro vuol dire anche capire che ci sono processi che non si possono arrestare”.

“Dobbiamo essere attenti – ribadisce Calderone – ai nuovi fenomeni del lavoro; il mercato del lavoro sta cambiando e dobbiamo cercare di distinguere tra ‘gig economy’, che alla fine significa ‘economia dei lavoretti’, e un processo molto più sensibile che è quello del mutamento del contesto lavorativo”.

“L’importante è garantire le tutele a tutte le tipologie di lavoro ma -avverte- con attenzione a non eccedere perché, in taluni casi, questo potrebbe deprimere un contesto che si sta certamente sviluppando. Dobbiamo abituarci al fatto che tanti mestieri tradizionali spariranno e invece altri ne nasceranno. E mettere insieme i percorsi formativi col mondo del lavoro”, continua la presidente Calderone.

“Da questi palcoscenici del Festival del Lavoro, da questi momenti di riflessione, nasceranno anche delle sollecitazioni a rivedere il sistema degli incentivi al lavoro, rendendo strutturale la riduzione del costo, non concentrandosi invece sugli interventi spot, che fanno occupazione per un periodo limitato. Ma che hanno come risultato il fatto che, nel momento in cui finisce l’incentivo, finiscono anche i posti di lavoro”.

E conclude sottolineando: “Il problema del costo del lavoro è uno dei problemi centrali: l’Italia è uno dei paesi in cui il lavoro costa di più e soprattutto i lavoratori percepiscono di meno, perché il cuneo fiscale e contributivo è più ampio”.

In collaborazione con AdnKronos

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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