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Politica

Come cambierà la gestione del Covid con il nuovo governo

Il 31 ottobre scade ufficialmente l’ultima ordinanza firmata dal governo di Mario Draghi, e quindi da Roberto Speranza, per quanto riguarda la pandemia da Covid-19. Sarà quindi il nuovo esecutivo con Orazio Schillaci, il neoministro della Salute, a decidere cosa ne sarà delle mascherine che, da febbraio del 2020, a parte poche rare eccezioni, sono diventate il nostro più fedele compagno di viaggio.

Orazio Schillaci – Nanopress.it

Come ha dichiarato oggi il rettore dell’Università di Tor Vergata, infatti, nonostante l’imminente scadenza, dal governo ancora non si è deciso come procedere. È probabile, però, che si deciderà di non fare utilizzare le mascherine se non in alcuni reparti e strutture sanitarie. Non solo, perché al vaglio dell’esecutivo ci potrebbe essere anche la possibilità di rinviare l’invio delle sanzioni per tutti gli over 50 che non si erano vaccinati entro il 15 giugno.

Come potrebbe cambiare la gestione del Covid con il nuovo governo

Anche ieri, dai banchi del governo, Giorgia Meloni ha attaccato l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, quello giallorosso per intenderci, per la gestione della pandemia da Covid-19. Secondo la presidentessa del Consiglio, infatti, mancavano delle evidenze scientifiche per rendere obbligatori alcuni passaggi. Ora, comunque, la palla è passata definitivamente a lei e al suo ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Roberto Speranza e Orazio Schillaci – Nanopress.it

Ecco, entro il primo novembre si capirà se il nuovo esecutivo agirà in continuità con le scelte prese, invece, da Mario Draghi e dai suoi o ci sarà una totale inversione di tendenza. Il 31 ottobre, per scelta di Roberto Speranza che ha deciso che a decidere dovrà essere, appunto, il governo Meloni, infatti, decadrà l’ultimo obbligo per l’utilizzo delle mascherine, al momento necessarie solo nelle strutture sanitarie, quindi negli ospedali, negli ambulatori e nelle Rsa.

Adesso vediamo, ci stiamo lavorando, sempre nel rispetto dei pazienti“, ha detto il titolare del dicastero di viale Giorgio Ribotta da Tor Vergata. L’idea di massima, anche se non confermata, è quella di toglierle se non per alcuni reparti e strutture più a rischio, d’altronde, ha spiegato, “oggi la malattia è completamente diversa da quella che c’era una volta e quindi stiamo vedendo di fare in modo che man mano ci possa essere un ritorno a una maggiore liberalizzazione“.

In pratica, se Schillaci deciderà di non emettere una nuova ordinanza che sostituisca quella del suo predecessore Speranza, già da Ognissanti si potrà andare in ospedale senza bisogno di alcun tipo di dispositivo di protezione. Se da un lato, però, ci sono poche certezza, dall’altro il ministro sa perfettamente come procedere, ovvero: “una sanità migliore, più equa, che non dipenda dalla disponibilità economica, da dove uno è nato o abita in Italia“.

Tornando al Covid, secondo quanto ha dichiarato Luca Ciriani, il ministro per i Rapporti con il Parlamento in quota Fratelli d’Italia, una delle ipotesi sul tavolo “è quella di rinviare l’inizio delle sanzioni“, ovvero le multe da 100 euro per tutti gli over 50 che, al 15 giugno, non era in regola con la vaccinazione obbligatoria.

La Commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia

Nel discorso di ieri, e anche di martedì, per ottenere la fiducia dai due rami del Parlamento, Meloni ha chiesto anche una Commissione d’inchiesta per cercare di fare luce sulla gestione della pandemia, nella fattispecie sulla vendita delle mascherine, per cui hanno risposto presente anche dall’opposizione, soprattutto Matteo Renzi, ma anche il Partito democratico si è detto d’accordo.

Sull’argomento, Schillaci ha spiegato che “è utile fare chiarezza su quanto successo dal punto di vista amministrativo. Sul piano degli acquisti, per esempio, credo sia corretto per dare un segnale ai molti malati che i soldi pubblici vengono spesi in modo corretto“.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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