Alle 10 di stamattina sono iniziate le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la formazione del governo. Il primo ad arrivare al Quirinale, come da prassi, è stato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, seguito dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Gli ultimi a incontrare il capo dello Stato sono stati quelli della delegazione del Partito democratico.
Domani, invece, alle 10:30, Mattarella incontrerà la delegazione del centrodestra unita, in cui sarà presente anche il numero uno di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e Giorgia Meloni, in qualità di presidente del partito che ha preso più voti alle elezioni del 25 settembre. Già in mattinata, il presidente della Repubblica potrebbe richiamare la leader di Fratelli d’Italia per conferirle l’incarico di formare il governo, che lei potrebbe accettare senza riserva.
ORE 10:00 – Con l’arrivo al Quirinale di Ignazio La Russa, in qualità di presidente del Senato e seconda carica dello Stato, il presidente Sergio Mattarella ha dato inizio alle consultazioni in la vista della formazione dell’esecutivo, una prassi non prevista dalla Costituzione ma in uso da sempre quando si deve esprimere un nuovo governo.
ORE 10:18 – L’incontro tra il numero uno di Palazzo Madama e il capo dello Stato è durato un quarto d’ora. “Un colloquio molto cordiale, è sempre molto emozionante stare con il presidente“, ha commentato brevemente con la stampa La Russa.
ORE 10:56 – Anche Lorenzo Fontana, il presidente della Camera, è arrivato al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica. All’uscita, circa un quarto d’ora dopo, la terza carica dello Stato non ha rilasciato dichiarazioni.
ORE 12:02 – Il primo gruppo a presentarsi davanti a Mattarella è stato quello delle Autonomie del Senato. “Il risultato delle elezioni è chiaro ed è giusto che Giorgia Meloni riceva l’incarico per fare il presidente del Consiglio“, ha iniziato la capogruppo, Julia Unterberger. La politica del Südtiroler Volkspartei ha anche affermato che nel colloquio con il capo dello Stato hanno espresso le loro preoccupazioni: “Siamo autonomisti – ha aggiunto – ma anche europeisti e ci desta preoccupazione che il partito più forte, che adesso farà il governo, è sovranista, nazionalista e nel passato avevamo grandi problemi con loro“.
Il riferimento di Unterberger è ad alcune esternazioni, considerate “tutt’altro che accettabili“, come quelle in cui è stato chiesto di tornare in Austria o di volerli costringere “a mettere in ogni casa la bandiera italiana”. Ma ci sono anche delle parole di speranza per il futuro, che potrebbero portare a “un approccio un po’ più costruttivo”. Nonostante questo, però, non voteranno la fiducia, “perché devono dimostrare che hanno cambiato atteggiamento nei confronti delle autonomie, delle minoranze linguistiche e dell’Europa“, a meno che, ha concluso, la “lista dei ministri” non sia considerata convincente.
ORE 12:26 – Dopo le Autonomie, è stato il turno del gruppo misto sempre di Palazzo Madama. A parlare, davanti alle telecamere, è stato Peppe De Cristoforo, capogruppo ed esponente dell’alleanza di Verdi e Sinistra Italiana. “Le destre di questo Paese hanno sì il 59% dei seggi dei parlamentari, ma hanno soltanto il 43% dei voti in questo Paese, quindi sono maggioranza assoluta in Italia solo in virtù di una legge elettorale, la peggiore della storia della Repubblica”, ha iniziato annunciando poi che la prima proposta che faranno sarà proprio per tornare al proporzionale altrimenti “il rischio di una democrazia monca è un rischio fortissimo“.
ORE 12:28 – Come da prassi (anche qua), il presidente della Repubblica ha avuto una cordiale telefonata con il presidente emerito, Giorgio Napolitano.
ORE 16:00 – Dopo lo stop per l’ora di pranzo, alle 16 al Quirinale è arrivata la delegazione del gruppo misto della Camera, per cui hanno parlato sia Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi di +Europa, sia Manfred Schullian e Franco Manes, rappresentanti delle minoranze linguistiche.
ORE 16:39 – Ed è proprio il segretario nazionale di +Europa a fare le prime dichiarazioni. “Ci prepareremo a fare un’opposizione seria e rigorosa a partire del tema dei diritti civili, non solo non bisogna fare passi indietro ma semmai bisogna conquistare nuovi passi in avanti“, ha detto. L’opposizione, però, non si limiterà a quello ma anche su “qualsiasi tentativo di spostare l’asse dell’Italia rispetto all’Unione europea, venendo meno a quel protagonismo conquistato da Mario Draghi“.
ORE 16:47 – Nel solco di quello già spiegato dalla capogruppo al Senato delle Autonomie, anche il gruppo di Montecitorio ha spiegato i rapporti un po’ tesi con Fratelli d’Italia, ma le minoranze hanno anche specificato che si augurano che l’atteggiamento cambi per “poter avviare una discussione costruttiva e comunque abbiamo rinnovato la fiducia al presidente perché sia lui il garante non solo della Costituzione in generale, ma anche della tutela delle autonomie speciali, della nostra in particolare, e delle minoranze“.
ORE 16:52 – Magi, sempre di +Europa, ha poi posto l’accento sulla riforma della legge elettorale che il gruppo crede che “debba essere una priorità di questa legislatura“, ma non all’ultimo momento della legislatura stessa. Poi, parlando ai microfoni, di Rai News 24 ha spiegato che “il presidente ci ha detto in maniera sintetica e chiara che svolgerà un ruolo di vigilanza“.
ORE 17:16 – “Abbiamo ricordato e auspicato che nella formazione del nuovo governo i futuri ministri rispettino gli obblighi internazionali in particolar modo per quanto riguarda gli obiettivi climatici“, hanno iniziato dalla delegazione di Europa Verde e Sinistra italiana di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni.
La priorità, per loro, sarà la “massima vigilanza di avere alla guida del ministero della Transizione ecologica, se tale rimarrà, un ministro o una ministra che questi obblighi internazionali vada a rispettare“, altrimenti ci sarà una dura opposizione.
ORE 17:25 – Alle 17 è stato il turno del terzo polo con Carlo Calenda e Teresa Bellanova a capo della delegazione. Al termine del colloquio con Mattarella, è stato il frontman a parlare con la stampa, ribadendo che “Azione e Italia Viva saranno all’opposizione di questo governo, senza sconti”, che verrà ingaggiata su tematiche concrete.
Non ci sarà, quindi, nessuna possibilità di un appoggio all’esecutivo, perché “c’è la maggioranza che ha vinto e da noi non arriverà un sostegno sulla fiducia“, piuttosto arriverà sugli atti singoli come quello sul rigassificatore, sulle bollette. La posizione, ha continuato, “non sarà pregiudiziale fino a quando saranno rispettate due cose“, ovverosia il collocamento italiano nel mondo, in Europa e nella Nato. “Se la nostra sarà un’opposizione costruttiva sui temi dell’economia, sociali e del lavoro, non lo sarà sulla collocazione internazionale“.
A proposito di questo, il leader di Azione ha specificato che “Mattarella è consapevole e custode della posizione italiana nel mondo“, e che loro hanno segnalato la preoccupazione “per le dichiarazioni di ieri” di Silvio Berlusconi e anche di Fontana, perché c’è il rischio che “traballi la linea di politica estera italiana” per cui il governo che verrà dovrà chiarire definitivamente anche perché, ha detto ancora, “le parole di Meloni le abbiamo apprezzate“, ma servono i fatti.
Uno potrebbe essere, per esempio, quello di non affidare il ministero degli Esteri ad Antonio Tajani, una “personalità che viene da una forza politica, che attraverso il suo capo carismatico più e più volte ha definito l’invasione russa una risposta alle provocazioni dell’Ucraina“. Certo, su questo, non ha voluto comunque dare indicazioni al capo dello Stato “perché ha l’autorità e l’esperienza per valutare“.
Calenda ha concluso il discorso, poi, parlando del rapporto del terzo polo con gli altri due gruppi dell’opposizione, spiegando che quello che è stato detto al presidente è che loro sono “disponibili a intavolare un rapporto sulle questioni concrete“, che però non deve diventare “un’unità delle opposizioni contro“, che non va bene per nessuno. A Mattarella, però, hanno fatto anche presente che “c’è una forza politica che ha preso l’8% che è rimasta fuori da ogni di rappresentanza delle istituzioni“, per cui non ne hanno fatto “malattia“, ma che “esiste un chiaro intento di escluderci da parte delle altre opposizioni“, e che ce ne sono due.
ORE 18:37 – Il MoVimento 5 stelle, arrivato alle 18, ha parlato con la stampa una mezz’ora più tardi. Giuseppe Conte ha iniziato il suo discorso parlando di come i pentastellati confidino “nell’esperienza, competenza e saggezza” del presidente. Dal canto loro, si aspettano un esecutivo a “vocazione europeista” che rimane una condizione a cui non si può rinunciare, quindi non è in dubbio la condanna all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, anche se serve aprire “un solco verso il negoziato di pace per il cessate il fuoco“.
L’ex premier ha poi parlato di quello che è successo negli ultimi giorni nei gruppi della coalizione del centrodestra che “devono essere consapevoli che il Paese non può attendere, attardarsi su scontri e conflitti“, che invece devono essere messi da parte per rispondere ai bisogni dei cittadini. Anche Conte è rimasto colpito dalle parole del Cavaliere, il cui discorso “può anche essere opinabile in alcuni passaggi ma è inaccettabile la premessa“, per cui anche loro, come il terzo polo, hanno espresso perplessità nell’affidare a “un esponente di Forza Italia” la Farnesina.
“Noi siamo distanti da una politica conservatrice, ma altro sono le politiche reazionarie”, ha continuato e il riferimento esplicito è stato alla legge 194. “Se si vogliono rimettere indietro le lancette e le conquiste civili in noi troveranno un muro, li contrasteremo con tutta la nostra capacità e vigore“.
Quanto all’opposizione, se sarà unitaria o meno, ha detto che “non è nell’ordine delle cose in questo momento. Il Pd farà il suo Congresso e noi faremo le nostre battaglie di opposizione“. È vero, però, che ci potrebbero essere dei passaggi in cui si ritroverà, ma non ci sarà “una cabina di regia coordinata e permanente“. Ciò che si auspicano dal partito di Conte è che il governo “non sia indifferente alle tante diseguaglianze economiche e sociali” e quindi rispetto ai nuovi poveri.
Infine un attacco, velato, all’attuale maggioranza che dai banchi dell’opposizione “non sempre ha guardato all’interesse nazionale“, come per esempio durante la pandemia. Loro non si comporteranno alla stessa maniera e non faranno ostruzionismo fine a se stesso, però li contrasteranno “se vorranno smantellare i presidi di protezione sociale che sono assolutamente necessari per garantire coesione sociale all’interno del Paese“, ha concluso.
ORE 19:58 – Infine è arrivata la delegazione del Partito democratico con Enrico Letta che ha parlato a Mattarella della “grande preoccupazione per il momento attuale, per le famiglie“. I dem hanno speranza in una risposta da parte del Consiglio europeo, ma se non dovessero arrivare, sarà “il governo che verrà prenda delle decisioni importanti per i cittadini“, specie sul tetto al prezzo del gas. “Se così non dovesse essere, spingiamo verso le soluzioni nazionali per abbassare le bollette“, ha rimarcato.
Poi il capitolo sull’opposizione che sarà “rigorosa e ferma” e fondata su tre punti cardine, come “lavoro, diritti e ambiente“. Ma non si accetteranno ambiguità neanche sulla sanità, perché credono “sia importante che il governo nascente dica parole chiave sul rafforzamento della sanità pubblica, per tutti, e sulla campagna vaccinale. Anche sulla scuola e sugli altri temi forti non vogliamo ambiguità“.
Sicuramente si dovrà andare “nella continuità dell’alleanza europea e atlantica” perché questi sono “i punti centrali della nascita della nostra Repubblica“, ha detto ancora il segretario, quindi ci vorrà una condanna nei confronti di Putin e il sostegno all’Ucraina. “Arrivare alla pace rappresenta un punto essenziale, una pace duratura“. Quindi la preoccupazione per le parole di Berlusconi che devono suonare come “un campanello d’allarme molto forte sul governo nascente e per noi non può che esserci una posizione in continuità con la bussola europeista e atlantica“, per cui “serve sostegno forte alle posizioni che vadano verso una pace giusta“.
Tra gli altri obiettivi del Pd anche la difesa della Costituzione e dei suoi principi. “Siamo disponibili a una discussione per migliorarla, ma saremmo fermamente contrari a stravolgimenti dei suoi pilastri, che intendiamo difendere“. In conclusione, la richiesta al presidente della Repubblica di “essere garante dell’unità nazionale. Per noi l’aiuto a tutti i territori del nostro Paese ad avere sviluppo e capacità di farcela è fondamentale“.
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