Come fanno i ladri ad aprire le porte blindate? Di solito sono molto abili, perché si intrufolano nelle abitazioni o mentre i proprietari dormono o approfittando della loro uscita. Si cerca di difendersi come si può, con allarmi, serrature, blindatura delle porte e altre accortezze che dovrebbero scoraggiare i malintenzionati. Il problema è che molto spesso i ladri riescono a trovare tutte le tecniche giuste, per riuscire a superare gli ostacoli che interponiamo fra loro e la nostra casa. Si avvalgono delle tecniche più sofisticate, ecco perché molte volte nemmeno le porte blindate riescono a fermarli.
Ci sono delle tecniche specifiche, che i “professionisti del mestiere” sanno utilizzare a loro vantaggio. Alcuni di questi metodi sembrano essere in disuso, ma altri vengono ampiamente usati, per riuscire ad entrare tranquillamente all’interno delle case, senza incontrare molti problemi.
Le tecniche
Il metodo più usato è quello della rottura del cilindro della serratura. Vengono utilizzate delle pinze a scatto, in grado di bloccare la presa. Con le pinze viene preso il cilindro e, una volta bloccata la presa, con un colpo secco si rompe la parte interna che tiene insieme la serratura. Di solito la congiuntura che viene rotta è in ottone e, quindi, riesce ad essere facilmente spezzabile.
Un’altra tecnica, applicata in particolare alle porte blindate, è il lockpicking: si inserisce nella serratura un grimaldello, con il quale si riesce a forzare la serratura, che così si apre. Più il foro della chiave è grande, meglio i ladri riescono a lavorare con il grimaldello.
Il bumping per la porta blindata
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Gli esperti spiegano che i ladri riescono a scassinare le porte blindate con una tecnica nuova, che è diffusa da circa 2 anni. Usano una chiave particolare, che viene precedentemente limata. Sull’estremità dell’aggeggio vengono praticati dei colpetti con un martelletto di legno o con un cacciavite.
Si tratta di una tecnica molto accurata, che non lascia tracce. Questo meccanismo riesce ad entrare in funzione grazie alla forza cinetica del colpo, che viene praticato con maestria. In questa maniera si riescono a far alzare i pistoni superiori oltre la linea di apertura e la serratura scatta, consentendo il libero ingresso.
Il servizio delle Iene
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Anche Le Iene hanno dedicato un apposito servizio di Matteo Viviani nello spiegare i trucchi che i ladri utilizzano per entrare in casa. Spesso pensiamo che la porta blindata sia veramente l’unica soluzione da adottare, ma non è così. A spiegarlo è stato un “ladro professionista in pensione”, che si è fatto intervistare dall’inviato di Italia 1. Assistiamo ad una dimostrazione pratica di come i ladri possano facilmente mettere in atto un furto, ricorrendo a degli appositi trucchi.
Tutto inizia dal “sopralluogo” e dall’individuazione di eventuali allarmi collegati a dei sensori. Questi ultimi, come fa vedere il “ladro in azione”, si possono facilmente mandare in tilt con una bomboletta spray di vernice trasparente. Poi nel servizio proposto dalle Iene viene mostrato perfino come non farsi ostacolare da una grata e come evitare che scatti un allarme.
Come difendersi
Ci sono delle semplici regole che possiamo rispettare, per cercare di difenderci nel migliore dei modi. Innanzi tutto occorre essere prudenti, non tenendo in casa grosse somme di denaro, gioielli e oggetti di valore. Si può provare a difendersi con i sistemi antifurto e con i vetri antisfondamento e, se l’interruttore della luce è all’esterno, andrebbe protetto con una cassetta metallica, per evitare che qualcuno possa staccare la corrente.
Se siamo soli in casa, bisognerebbe tenere la luce accesa in più stanze, in modo da simulare la presenza di più persone. Ricordatevi che i primi posti esaminati dai ladri sono costituiti dagli armadi, dai cassetti, dai letti, dai vestiti e dai tappeti. E’ meglio non lasciare mai la chiave sotto lo zerbino e nemmeno messaggi attaccati alla porta che indicano che siamo assenti.
In caso di assenza prolungata, bisognerebbe avvisare delle persone di fiducia, in modo che possano fare dei controlli periodici. Sul citofono e sulla cassetta della posta è meglio mettere soltanto il cognome, per non precisare il numero effettivo degli inquilini che abitano in una casa.
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