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Categories: Motori

Come funziona la frenata automatica d’emergenza

Frenare è apparentemente facile, alla scuola guida ci insegnano come si fa. Frenare bene è tutta un’altra cosa. Frenare correttamente in una situazione di emergenza è alla portata di pochissimi. Purtroppo queste manovre non vengono insegnate alla scuola guida. Ancora una volta la tecnologia moderna ci viene in aiuto. Si sta diffondendo, anche su auto di prezzo accessibile, un dispositivo noto come sistema di frenata automatica d’emergenza, abbreviato nella sigla inglese AEB (Autonomous Emergency Braking).

Così come per altri sistemi, siamo investiti da uno sciame di nomi in inglese che ogni costruttore inventa per differenziarsi commercialmente dagli altri; ma poi si tratta sempre della stessa cosa. Qualche esempio: Fiat lo chiama City Brake Control; per Audi è Pre Sense Front; alla Mercedes-Benz lo indentificano come Collision Prevention Assist; Volkswagen lo chiama City Emergency Brake; Volvo ha il City Safety; Ford lo chiama Active City Stop; per BMW è City Brake Activation; per Toyota è Pre-Collision System; per Nissan è Forward Emergency Braking.

Insomma, tutti svolgono la stessa funzione: assistono il guidatore nelle frenate d’emergenza a velocità cittadine, arrivando anche, se necessario, ad eseguire automaticamente la frenata.
Cominciamo subito con un’avvertenza importante sulla parola “automatica”. Questi sistemi funzionano entro parametri ben precisi. Se si viaggia ad una velocità eccessiva o ad una distanza troppo ridotta dal veicolo che si segue, essi sono inutili, perché o non si azionerebbero oppure lo spazio sarebbe troppo poco perché siano efficaci.
Il primo responsabile è sempre il guidatore. Se guidate da cani, col cellulare in una mano, la sigaretta nell’altra e la testa chissà dove, non pretendete che la tecnologia vi salvi.

LA SITUAZIONE – ATTACCO A SORPRESA
Detto questo, si tratta di sistemi molto efficienti. Il loro ambito d’applicazione è il seguente. Traffico cittadino, marcia a distanze ravvicinate e bassa velocità. Un ostacolo improvviso incrocia la traiettoria del vostro veicolo; nel caos urbano è un caso frequentissimo: un pedone che attraversa senza guardare (magari perché ha gli occhi fissi sul telefonino…), una bicicletta, un animale; oppure un altro veicolo esce da un incrocio “bruciando” il segnale di stop.

In tutti questi casi, la prima cosa da fare, spesso anche l’unica data la mancanza di spazio, è frenare forte per evitare la collisione. Tuttavia la realtà è quella che è: molto spesso si guida distratti, perché la coda tende ad addormentare la nostra attenzione. Ci innervosisce e dopo un po’ pensiamo ad altro, se già non lo stavamo facendo prima.
Ecco quindi il pericolo di collisione. L’ostacolo ci si para davanti e noi non siamo sufficientemente pronti per evitarlo. Allora cominciamo a frenare tardi e male, quasi sempre non abbastanza forte (la paura di frenare è un’altra delle cattive abitudini che abbiamo tutti, ad ogni età e in ogni luogo del mondo).

Se non siamo noi ad intercettare l’ostacolo, cambia poco. Perché le auto davanti a noi cominceranno a frenare alla disperata, spesso tamponandosi. Ecco che ci troviamo comunque nei guai: abbiamo davanti un muro di lamiera; anche noi dobbiamo “inchiodare”, altrimenti tamponiamo. Quasi sempre non c’è lo spazio per evitare l’ostacolo, dovremmo invadere la corsia opposta rischiando un frontale, mentre dall’altro lato abbiamo i muri delle case. Se poi siamo anche distratti, il pericolo si moltiplica all’infinito.

Perché il vero nemico in questo caso non è il veicolo e nemmeno la capacità del guidatore: a 50 Km/h anche la più scalcagnata carriola (ammesso che abbia la meccanica in ordine) e l’automobilista più inesperto (se non è un totale imbecille) riescono a frenare accettabilmente, in situazioni normali.
Normali, appunto. Perché il vero problema è la sorpresa. Parliamo di ostacoli improvvisi, che non ci aspettiamo. In questi casi può farcela solo gente come Lewis Hamilton, Sebastian Vettel, Fernando Alonso, chi volete voi. Ma non sono i vostri autisti. Allora serve un aiuto sovrumano.

IL FUNZIONAMENTO – L’OCCHIO DEL RADAR E IL PIEDE DEL COMPUTER
Questa lunga premessa era necessaria per comprendere in quali condizioni deve operare un sistema AEB. Ecco come funziona. Nella parte anteriore del veicolo sono installati uno o più di questi sistemi: un radar, cioè un apparato che rileva la posizione di un oggetto emettendo continuamente onde radio; un lidar, come il radar solo che usa fasci laser; una telecamera e altri sensori ottici.
In questo modo la centralina (oggi è tutto collegato insieme: ABS, ESP, TCS, eccetera) è in grado di “accorgersi” immediatamente se ci stiamo dirigendo contro un ostacolo di quelli elencati sopra. Se accade, prima di tutto il sistema emette un segnale di allarme; se il guidatore comincia a frenare, lo aiuta ad applicare la giusta forza frenante; se il guidatore non interviene sul freno (distratto o nel panico), allora il sistema frena da solo. Parliamo sempre di centesimi di secondo, anche meno.
Non è matematico che il sistema riesca ad evitare la collisione, dipende da tanti fattori diversi. Però certamente ne riduce le conseguenze perché, se anche la collisione non viene evitata, essa avverrà comunque ad una velocità inferiore (spesso anche di molto) di quella di un impatto “senza aiuti”.
I sistemi sono tarati per intervenire solo quando effettivamente serve, per evitare inchiodate inutili (che provocherebbero tamponamenti a non finire). Si disattivano nel momento in cui il guidatore ha ripreso il controllo. Nelle auto di fascia alta cominciano a vedersi sistemi in grado di operare anche a velocità autostradale.

UN AIUTO FONDAMENTALE
Si tratta di un aiuto importantissimo. Uno studio della Commissione Europea ha stimato che se questi sistemi fossero utilizzati da tutti i veicoli, potrebbero evitare circa 5.000 morti all’anno e 50.000 feriti. Opinione personale di chi scrive: l’attendibilità di questi dati mi lascia molto perplesso e la Commissione non rientra fra le mie istituzioni preferite (è un eufemismo).
E’ comunque vero che tantissimi incidenti verrebbero evitati o comunqe alleggeriti nelle loro conseguenze. Dal 2015 i sistemi AEB sono obbligatori per tutti i veicoli commerciali venduti nell’Unione europea. Non c’è tuttavia una direttiva in tal senso che riguardi i veicoli passeggeri. Negli Stati Uniti i produttori hanno stretto un accordo con le autorità per dotare dal 2022 tutti i veicoli dell’AEB di serie.

Roberto Speranza

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