A largo della Sicilia vi sono ormai da giorni ben 4 navi con a bordo centinaia di migranti, che però purtroppo non hanno ancora ottenuto il permesso di sbarcare da parte delle autorità italiane.
A quanto pare la posizione del nuovo governo sullo sbarco dei migranti è molto chiara. Si tende verso la politica “dei porti chiusi”; già precedentemente applicata dall’amministrazione Conte e ampiamente sostenuta dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.
La situazione migranti all’interno del nostro paese non accenna a migliorare. Infatti vi sono ancora troppi sbarchi di persone che non vengono gestiti adeguatamente dalle autorità. Questo a causa di negligenza, mancanza di fondi e strutture.
Ancor peggio è che attualmente a largo della Sicilia, vi sono ben 4 navi ospitanti centinaia di persone che sono ormai da giorni in attesa di sbarcare in un porto sicuro.
Due navi hanno comunicato di aver richiesto e ottenuto il permesso di accedere nelle acque territoriali italiane. Queste sono la Humanity One, con a bordo circa 179 persone e la Geo Barents, che sta ospitando 572 migranti. Nonostante ciò però nessuna delle due ha ottenuto il permesso di attraccare all’interno di un porto.
Le altre due navi invece sono la Ocean Viking, con circa 243 migranti e la Rise Above con 90 persone a bordo. Due passeggeri di quest’ultima sono stati portate sulla terra ferma d’urgenza, per ricevere delle cure mediche.
Dunque in totale vi sono circa mille persone in mare a poche miglia dalle nostre coste, che attendono di essere salvate, tra cui numerosi bambini e donne incinte. Per non parlare del fatto che le condizioni igieniche e sanitarie all’interno delle imbarcazioni sono estremamente precarie.
Questa situazione è dovuta al fatto che proprio negli ultimi giorni il governo italiano ha espresso una chiara posizione rispetto alla decisione di non voler accogliere più migranti all’interno del paese.
Lo scorso venerdì sera, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha comunicato in una conferenza stampa di aver esplicitamente vietato alla Humanity One di attraccare in un porto, attraverso la firma di un decreto.
In particolare il decreto stabiliva che la nave poteva rimanere all’interno delle acque territoriali italiane solo per il tempo necessario a verificare se vi fossero delle emergenze sanitarie, di cui il governo si sarebbe fatto carico.
Ma non è finita qui. Infatti Piantedosi ha anche dato un’interpretazione “strettamente” personale delle norme di diritto d’asilo.
Affermando che le navi in questione (le Ong) debbano essere considerate come isole di territorialità dello stato da cui provengono. Dunque secondo il ministro, dovrebbe occuparsi il governo dello stato in questione della gestione delle richieste d’asilo di tutte le persone presenti a bordo.
Inoltre Piantedosi ha risposto alle accuse di “illegalità del decreto” mosse dalle varie Ong, affermando di aver agito in base all’articolo 83 del Codice della Navigazione italiano.
Il quale effettivamente permette al governo di impedire lo sbarco di migranti per motivi di ordine pubblico. Anche se non è chiaro come lo sbarco di un centinaio di persone fragili, possa effettivamente attentare all’ordine pubblico del paese.
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