Come leggere il CUD? Si tratta del certificato unico dipendente, cioè la certificazione che il datore di lavoro rilascia al lavoratore o che l’ente pensionistico trasmette al pensionato. Questo documento è molto importante e viene utilizzato per produrre la dichiarazione dei redditi. Infatti, il CUD contiene tutti i dati previdenziali e fiscali che servono per la compilazione del modulo 730 o modello Unico. E’ importante saper leggere i dati, di cui si compone il CUD, per essere consapevoli di ciò che dichiariamo all’Agenzia delle Entrate e per non incorrere in errori che potrebbero anche rivelarsi dannosi.
Leggere il CUD non è affatto così difficile. Ci sono delle sezioni specifiche, che riguardano alcuni argomenti in particolare del certificato unico dipendente. Vediamo come orientarci, con una piccola guida.
L’elenco dei dati
Nella prima facciata del CUD sono elencati tutti i dati che riguardano il datore di lavoro o l’ente pensionistico, compresi anche il codice fiscale e l’indirizzo della sede legale. Nella seconda parte sono riportati i dati generali che riguardano il dipendente o il pensionato: nome, cognome, codice fiscale, data di nascita, domicilio. Nella parte B ci sono i dati fiscali, con il riepilogo dei redditi corrisposti e delle ritenute operate.
I campi numeri
Molto importante da tenere presente è il campo numero 1, in cui viene indicato il reddito lordo; nel campo numero 5 sono specificate le ritenute Irpef e nel numero 6 viene indicata l’addizionale regionale all’Irpef. Nel campo numero 101 l’imposta lorda, nel 102 le detrazioni per i carichi della famiglia. Infine, nel campo 113 sarà specificato il totale di tutte queste detrazioni.
La verifica
Per verificare che nel CUD i dati siano indicati correttamente, si può procedere ad un primo passo: sommiamo i carichi della famiglia e il lavoro dipendente, le pensioni e i redditi assimilati e controlliamo se il totale corrisponde al complesso delle detrazioni. Inoltre la differenza tra l’imposta lorda (campo numero 101) e il totale delle detrazioni (campo numero 113) deve essere uguale alle ritenute Irpef applicate (indicate nel campo numero 5). In caso si riscontrassero degli errori, bisogna avvertire subito il datore di lavoro o l’ente pensionistico, per non incorrere nelle irregolarità nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.
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