La parola chiave per interpretare in senso positivo il futuro dell’umanità è sviluppo sostenibile, ed una delle pietre angolari di questo concetto è comprendere come ridurre gli sprechi che caratterizzano la nostra quotidianità in molti ambiti. Abbiamo visto che ridurre i consumi facilita non solo il risparmio economico ma contribuisce al benessere del pianeta, ancora di più possiamo fare cercando di eliminare tutto il superfluo che viene dagli eccessi di produzione, dall’uso sbagliato di risorse naturali, da una concezione di sviluppo disordinata e senza regole come quella che ha connotato i decenni passati. Vediamo insieme come sia possibile ridurre gli sprechi e rendere più sostenibile il futuro delle prossime generazioni.
Sprechi alimentari
Quando parliamo di sprechi alimentari vengono fuori cifre impressionanti snocciolate da studi e ricerche di ogni tipo: soltanto in Italia si calcolano migliaia di tonnellate di cibo che finiscono in pattumiera per una spesa pari a oltre 7 miliardi e mezzo di euro secondo gli aggiornamenti più recenti, un’enormità. Cosa possiamo fare per combattere ed eliminare questo spreco in campo alimentare? Tante cose, e la prima lezione da imparare è innanzitutto fare la spesa in maniera intelligente, attenendosi a ciò che realmente si ha bisogno senza lasciarsi allettare da offerte inutili, controllando le date di scadenza di tutto quello che mettete in frigorifero e in credenza.
La cosa più sorprendente è sapere come riutilizzare gli scarti, il pane raffermo come gli scarti vegetali, le bucce di patata ed altro ancora. In generale bisogna produrre meno rifiuti alimentari, ed ognuno di noi può offrire un prezioso contributo in merito al di là delle decisioni della politica o allesingole iniziative estemporanee. Ad esempio ci sono strumenti che aiutano in questo compito, dispositivi salva-cibo come contenitori a chiusura ermetica, macchine per il sottovuoto, essiccatori, frullatori e centrifughe, che consentono di allungare la vita dei prodotti o riutilizzare frutta e verdura quando sono oramai troppo mature.
Spreco acqua
Un bene prezioso come l’acqua, da cui dipende l’esistenza dell’intera umanità e delle altre biodiversità presenti nel pianeta, è soggetta a clamorosi sprechi, nella produzione agricola ed industriale come nella nostra quotidianità. Secondo i dati del Censis risalenti all’anno 2014, in Italia lo spreco d’acqua raggiunge un 32 per cento di perdite: l’acqua direttamente accessibile al consumo dell’uomo ammonta a meno dell’1 per cento della disponibilità idrica a livello mondiale, eppure aumentano le persone senza accesso all’acqua potabile, ad esempio secondo l’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, in Africa si è passati dai 29 milioni nel 1990 ai 57 milioni nel 2008. Tornando alle attività quotidiane, come possiamo ridurre queste criticità accertate? Gli esperti hanno approntato un decalogo di consigli che consente di abbassare sensibilmente le perdite dell’approvvigionamento idrico riscontrate.
Spreco suolo
Non soltanto acqua e cibo, anche lo spreco di suolo risulta essere una delle criticità più gravi che si riscontrano nella nostra epoca: le conseguenze in Italia di anni di abusi e speculazioni edilizie hanno condotto all’erosione di coste e all’indebolimento dei terreno di assorbire l’acqua, di cui abbiamo la riprova durante le alluvioni e gli smottamenti sempre più frequenti dovuti ai cambiamenti climatici. Gli interventi per contrastare il deterioramento del territorio e del paesaggio ha dato l’impulso a nuove politiche urbanistiche tese al recupero di aree residuali, e persino il Parlamento è giunto finalmente ad approvare un disegno di legge sul riuso per delineare i contorni di una riqualificazione ambientale di territori degradati, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere zero consumo di suolo entro il 2050. Tutti gli enti amministrativi, sia nazionali che locali, devono essere coinvolti e sentirsi sempre più responsabili di progetti di rigenerazione urbana in cui più che nuove aree da edificare, continuando a cementificare in maniera selvaggia, bisogna spingere invece nel riutilizzo destinando le suddette aree a spazi per il verde e per i servizi. Molti passi ancora devono essere fatti, ma la direzione intrapresa non può che essere questa.
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