Giornata dolce-amara per le italiane in Champions League. Alle sconfitte di ieri di Juventus e Milan, rispondono con convinzione l’Inter e il Napoli: i primi pareggiano contro il Barcellona (al Camp Nou!), i partenopei, invece, battono l’Ajax e sono già qualificati agli ottavi di finale, tra l’altro.
Un’altra prova di maturità per gli uomini di Luciano Spalletti che vincono anche il ritorno davanti al proprio pubblico contro l’Ajax: le prossime sfide con Rangers e Liverpool, ad Anfield, saranno solo una formalità. I nerazzurri, invece, si semplificano le cose nel girone dei triplete in cui il Bayern Monaco è già matematicamente alla fase a eliminazione diretta.
Con l’ennesimo poker, il Napoli è già matematicamente qualificato alle fase a eliminazione diretta della Champions League – e sì lo spettacolo continua -, così come il Bayern Monaco e il Club Brugge. L’Inter, invece, dovrà ancora penare, ma un passo avanti, nel pareggio in trasferta contro il Barcellona, è fatto. Con un pizzico di rammarico e tanta sofferenza.
*GRUPPO A – Il Napoli c’è, e in che maniera spettacolare. Con 12 punti gli uomini di Luciano Spalletti guardano tutti dall’alto in basso. Il Liverpool, che alla prossima incontrerà proprio i partenopei, invece, ha bisogno ancora di un punto per dirsi automaticamente dentro. Il resto della posta in palio, poi, se la divideranno gli olandesi e i Rangers, ma l’Ajax parte con tre punti di vantaggio sugli scozzesi – e perché hanno vinto il precedente scontro diretto.
NAPOLI-AJAX 4-2 – Basta poco più di un quarto d’ora al Napoli per dirsi tranquillo. Prima Zielinski per Lozano, poi Kvaratskhelia per Raspadori fanno impazzire il pubblico del Diego Armando Maradona, prima di andare negli spogliatoi, a bersi un tè caldo, direbbe qualcuno. Ma lo spettacolo mica può finire così: Klassen prova a riaprire il match al 49esimo, il georgiano dal dischetto riequilibra il risultato, Bergwijn ci tenta ancora, ma il sigillo sul match lo mette al 90esimo Osimhen. Gioco, partita, incontro, qualificazione: tutto!
RANGERS-LIVERPOOL 1-7 – La rete di Arfield al 17esimo illude gli scozzesi che, però, ci mettono solo sette minuti a tornare con i piedi per terra: stanno giocando con i vicecampioni d’Europa, ragazzi. E quindi sì, il Liverpool fa pesare il suo blasone con la doppietta di Firmino, il gol di Darwin Nunez, la tripletta di Salah e la rete di Elliot. E si chiude il sipario a Glasgow.
*GRUPPO B – Con dieci punti contro (quasi) il nulla cosmico degli altri, il Club Brugge si qualifica agli ottavi di finale di Champions League. Male, ancora, l’Atletico Madrid che ora deve assolutamente vincere con Bayer Leverkusen e Porto. I lusitani, comunque, inseguono con sei punti, mentre gli spagnoli hanno un punto in più dei tedeschi, che sono ultimi a tre punti.
ATLETICO MADRID-CLUB BRUGGE 0-0 – I Colchoneros di Diego Pablo Simeone non riescono a ingranare la marcia in questa edizione della coppa dalle grandi orecchie. Neanche in superiorità numerica nel finale e davanti al pubblico del Wanda Metropolitano, l’Atletico Madrid riesce al alzarsi e il Club Brugge guadagna un punto fondamentale che lo proietta direttamente agli ottavi di finale.
BAYER LEVERKUSEN-PORTO 0-3 – Nella gara di Leverkusen succede un po’ di tutto, specialmente per i padroni di casa, che passano in svantaggio dopo sei minuti grazie al gol di Galeno, sbagliano un penalty dieci minuti dopo con Demirbay, si vedono annullare un’altra rete di Schick dal Var per fallo di mano e poi subiscono anche la doppietta di Taremi, che non commette nessun errore dal dischetto.
*GRUPPO C – Continua a fare la voce grossa il Bayern Monaco nel girone in cui Inter e Barcellona si contendono l’ultimo posto in palio per gli ottavi di finale, che sì i bavaresi con quattro partite vinte su quattro si sono già portati a casa con due giornate d’anticipo. E il Viktoria Plzen, nel gruppo dei triplete, non può che ammirare, e infatti resta a zero punti (al momento). Tornando ai nerazzurri, però, il passaggio del turno, ora, è un po’ più vicino.
BARCELLONA-INTER 3-3 – Dovevano avere il coltello tra i denti i blaugrana per questa gara di ritorno contro i nerazzurri di Simone Inzaghi e infatti così è stato, almeno per un tempo. Al gol di Dembele nella prima frazione, rispondono alla ripresa prima Barella, poi Lautaro che ribaltano le cose, ma all’82esimo l’ex Bayern Monaco sale in cattedra e riequilibra, di nuovo, le cose. Poi c’è Gosens, sette minuti dopo, che fa urlare i tifosi dell’Inter. E che urlo! Dura un attimo anche quello però perché Lewandowski pareggia ancora. Poi finisce, con l’espulsione del mister piacentino.
VIKTORIA PLZEN-BAYERN MONACO 2-4 – Manè, Muller e due volte Goretzka ci mettono esattamente una frazione di gioco ad archiviare la pratica Viktoria Plzen, non un nomen omen, in effetti. Il resto è tutta scuola calcio per una squadra che pure senza Lewandowski ha pochissimi rivali, anche se i gol della gloriano arriva comunque per i cechi con Vlkanova e Kliment.
*GRUPPO D – Il girone della squadra di Antonio Conte è una storia ancora tutta da scrivere, è vero che il Tottenham a comandare al momento con sette punti conquistati contro i sei di Marsiglia e Sporting e i quattro dell’Eintracht Francoforte, ma è altrettanto vero che tutto è ancora possibile. Dipende solo dagli incroci.
SPORTING-MARSIGLIA 0-2 – L’espulsione di Esgaio al 19esimo indirizza la partita di Lisbona per i padroni di casa in maniera pesante: prima Guendouzi su rigore, dopo l’espulsione di Esgaio, e poi Sanchez, infatti, portano avanti gli uomini di Igor Tudor che, dopo un inizio, non brillante ora sono di nuovo e ufficialmente in corsa per il passaggio del turno. E per non farsi mancare nulla, i portoghesi rimangono pure in nove per il rosso anche Pedro Goncalves.
TOTTENHAM-FRANCOFORTE 3-2 – Un gol di Kamada al 14esimo apre i giochi della sfida di Londra tra gli Spurs e i vincitori dell’Europa, dura poco più di sei minuti, però, il vantaggio degli ospiti: la doppietta di Son e Kane su rigore ribaltano il risultano e fanno dormire sonni tranquilli all’ex Inter. Anche se anche in dieci i tedeschi accorciano le distanze con Alidou.
Nella giornata di ieri, a fare più rumore è sicuramente il tonfo in casa del Maccabi Haifa della Juventus di Massimiliano Allegri, ma anche il Milan, battuto per la seconda volta di fila dal Chelsea, non può dirsi affatto sicuro della qualificazione agli ottavi di finale. Chi lo è, invece, nonostante il pareggio a reti bianche in casa del Copenhagen, è il Manchester City di Pep Guardiola ed Erling Haaland.
*GRUPPO E – A guidare il girone E di Champions League è il Chelsea di Graham Potter che, quasi come una magia, ha risollevato gli ex campioni d’Europa dal fondo della classifica. Con sette punti, gli inglesi mettono la freccia e superano il Salisburgo, fermo a sei. Seguono, poi, il Milan e la Dinamo Zagabria con quattro punti conquistati: i rossoneri hanno una differenza reti peggiore, ma sono davanti ai croati per aver vinto lo scontro diretto. In ogni caso, les jeux ne sont pas fait.
MILAN-CHELSEA 0-2 – Doveva essere la serata del riscatto europeo per il Milan e invece si è trasformata quasi in una farsa, in cui a pesare c’è ovviamente l’espulsione di Tomori e il conseguente rigore trasformato da Jorginho dopo appena 20 minuti. Sì, l’arbitro Siebert ci mette del proprio a indirizzare la gara (otto gialli dati, oltre al rosso diretto per il difensore centrale di Stefano Pioli), ma non è solo lui a incidere, perché poco più tardi della mezz’ora il Chelsea raddoppia con Aubameyang e i padroni di casa non hanno la forza di reagire, per davvero.
DINAMO ZAGABRIA-SALISBURGO 1-1 – Il Salisburgo fa pesare il suo primato in classifica contro la Dinamo Zagabria, che invece è il fanalino di coda del girone E. Il vantaggio firmato da Seiwand al 12esimo minuto, però, non ne dura neanche trenta perché Liubicic gli risponde (quasi) subito. E quindi finisce così: senza infamia e senza lode la partita tra i croati e gli austriaci (che vengono anche sorpassati dai Blues).
*GRUPPO F – Neanche a dirlo, il gruppo del Real Madrid vede proprio il Real Madrid davanti a tutti. Con dieci punti fatti, i Blancos, però, non hanno ancora raggiunto la qualificazione agli ottavi, ma è solo questione di matematica. La vera partita, infatti, per l’ultimo posto disponibile è tra Lipsia e Shakhtar Donetsk, rispettivamente a sei e cinque punti e con la sfida decisiva all’ultima giornata. Il Celtic ha sì, delle speranze, ma sono così poche che servirà più di un miracolo per riuscirci.
SHAKHTAR DONETSK-REAL MADRID 1-1 – I Galacticos di Carlo Ancelotti si presentano a Varsavia, nel campo neutro in cui gioca lo Shakhtar Donetsk, sicuri che basti pochissimo per pensarsi già alla fase a eliminazione diretta, ma è evidente che i calcoli non siano stati fatti tenendo conto che gli ucraini sono un osso duro. Al 46esimo sono loro, infatti, a passare in vantaggio con Zubkov e solo su una spizzata al 95esimo di Rudiger riescono a pareggiare i conti.
CELTIC-LIPSIA 0-2 – Succede tutto nel secondo tempo a Glasgow tra Celtic e Lipsia. Nonostante le tante occasioni create da una parte e dall’altra, sono i tedeschi a cambiare l’inerzia del match al 75esimo con Werner. Ed è sempre lui, nove minuti più tardi, a fornire l’assist per il definitivo 2-0 a Forsberg. Poi cala il sipario.
*GRUPPO G – Il Manchester City, pur non brillando in Danimarca, riesce a conquistare con due giornate di anticipo la fase a eliminazione diretta, che non è tanto lontana neanche per il Borussia Dortmund, che insegue i campioni della Premier League a sette punti. Il ruolo di fanalino di coda è per Siviglia e Copenhagen, dunque, appaiate a due punti. Chissà che gli andalusi non scendano in Europa League per fare quello che riesce meglio: vincerla.
COPENHAGEN-MANCHESTER CITY 0-0 – Che al City sia sufficiente un punto per accedere agli ottavi è chiaro subito a tutti: basta leggere la formazione di Guardiola senza Haaland, il bomber dei bomber. Non che gli altri non siano all’altezza, ovvio, ma nella fredda Danimarca, con un gol annullato a Rodri per fallo di mano e un rigore sbagliato da Mahrez, a cui è seguita anche l’espulsione di Sergio Gomez, nessuno riesce a segnare davvero. Neanche il Copenhagen che ancora la palla in rete non l’ha mai messa, in quattro partite.
BORUSSIA DORTMUND-SIVIGLIA 1-1 – Con una punizione da manuale di Rakitic che finisce dritta dritta sulla testa di Nianzou si apre al 18esimo la sfida tra i tedeschi e il Siviglia, che quasi sembra debbano rendere il favore al Borussia Dortmund per la sconfitta di una settimana rimediata in Spagna. E invece no, perché il solito Bellingham sale in cattedra e riequilibra il risultato, che rimane lo stesso per tutta la gara, solo con qualche tentativo qua e là di entrambe per cambiarlo.
*GRUPPO H – Doveva essere quasi un gioco da ragazzi, per la Juventus, passare il turno, eppure no: il campo e i risultati ci hanno restituito altro. Con una sola vittoria in quattro partite, i bianconeri per qualificarsi agli ottavi devono solo sperare che una tra Psg e Benfica cada in entrambi i match che mancano, perché non basteranno le sole forze della squadra di Allegri per recuperare un gap di cinque punti dalle due prime della classe. Dello stesso avviso, comunque, anche il Maccabi Haifa. E quindi, sì, diciamo che per ribaltare le sorti del girone H servirà una mossa alla Alessandro Borghese.
MACCABI HAIFA-JUVENTUS 2-0 – Il muro del pianto 2.0 per la Juventus di Allegri: doveva essere la gara del riscatto dopo la batosta contro il Milan in campionato e invece è stata la conferma di come i bianconeri non ci siano proprio. E infatti Atzili ci mette sette minuti e qualche tentativo prima di bucare la porta di Szczesny e un’altra mezz’ora abbondante per trovare anche il raddoppio. Non è un alibi neanche l’infortunio muscolare, l’ennesimo, di Di Maria perché la Vecchia Signora, contro il Maccabi Haifa, non è neanche scesa in campo.
PSG-BENFICA 1-1 – Due rigori, uno per parte, colorano la serata di Parigi, già animata dalle voci, poi smentite, su un possibile addio nella finestra di calciomercato di gennaio di Mbappé. Lui risponde a modo suo, segnando, ma Joao Mario fa lo stesso e quindi, come la scorsa settimana, Psg e Benfica si dividono la posta in palio, che va bene a entrambe (forse).
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