Il calcio non si ferma e soprattutto ora le squadre non possono fermarsi, anche perché quando si arriva alla fase a eliminazione diretta, per forza di cose la volontà è arrivare alla storia, scriverla e poi festeggiare. Dopo la sconfitta della Lazio di martedì, oggi Europa e Conference League riprendono e hanno visto le partite di Roma, Juventus e Fiorentina, per quanto riguarda le italiane. I giallorossi hanno portato a casa una vittoria pesantissima in casa contro la Real Sociedad, mentre la Vecchia Signora… La Fiorentina, dopo l’importante affermazione contro il Milan in Serie A, ha dovuto vedersela con il Sivasspor. Ecco come sono andati i match.
L’Europa sta dando diverse soddisfazioni alle squadre italiane, soddisfazioni che passano attraverso il gioco, le prestazioni e anche dal talento dei singoli. Il risultato più significativo è sicuramente quello della Roma di José Mourinho. I campioni in carica della Conference League sono riusciti a disfarsi senza troppi patemi della Real Sociedad, nonostante si tratti di un avversario decisamente temibile per le ambizioni del portoghese e dei suoi ragazzi. È andata diversamente alla Juventus che contro il Friburgo ha dovuto fare i conti con una partita bloccata e senza troppe emozioni, almeno in zona gol, fino alla rete del solito Angel Di Maria e ancora su assist di Filip Kostic. Anche la Fiorentina è stata bloccata a lungo dal Sivasspor, probabilmente un avversario più ostico del previsto. Di seguito gli eventi principali del match.
Negli ultimi anni, eravamo abituati a parlare delle nostre squadre italiane come club di second’ordine, quasi destinati a essere eliminati prima o poi e senza troppe attenuanti. E, invece, la stagione attuale ci sta dimostrando che tanto male poi il nostro calcio non è e che sappiamo ancora qualificarci, anche eliminando le squadre che, invece, sono più quotate e soprattutto in campionati più prestigiosi.
Certo, ancora è presto per esultare e pensare al resto del percorso, ma sicuramente quello a cui abbiamo assistito stasera è un bel passo in avanti, anche per sperare che alla fine le cose vadano bene. È certamente il caso della Roma, quella che oggi aveva probabilmente l’impegno più difficile e che ne è uscita con una vittoria pesante per dire la sua anche quest’anno, dopo il successo in Conference League della scorsa edizione. E poi c’è la Juventus, ancora alle prese con i problemi giudiziari, e che invece in Europa, dopo il fallimento in Champions League, sta dicendo la sua, anche e soprattutto grazie a uno scatenato Di Maria. Infine, c’è la Fiorentina che è stata brava a portare a casa il successo contro il Sivasspor in una serata che sembrava storta.
ROMA-REAL SOCIEDAD 2-0 – La Roma di Mourinho dà seguito alla bella vittoria contro la Juventus in Serie A con un successo ancora più pesante in Europa League. Lo fa giocando con una qualità che finora si era vista solo a tratti, con una pericolosità offensiva sconosciuta e con la solita difesa d’acciaio a cui ormai siamo abituati anche dalle nostre parti.
I giallorossi partono subito bene e con un approccio importante alla partita, fatto di grinta e agonismo, ma anche della qualità offensiva che serve per arrivare al successo, soprattutto alla lunga. L’ottima partenza porta subito i suoi risultati: Tammy Abraham innesca uno Stephan El Shaarawy rinato in questa stagione e l’ex Milan non sbaglia la rete dell’1-0. Sicuramente il gol del Faraone aiuta non poco nella gestione del match e i capitolini continuano a macinare gioco e occasioni, subendo praticamente zero.
Mourinho mischia anche le carte all’inizio del secondo tempo per mantenere il risultato, ma senza rinunciare a offendere quando serve. È così che all’87esimo la squadra della città eterna blinda la partita e stavolta ci mette lo zampino l’uomo più importante dei giallorossi. Paulo Dybala, infatti, firma l’assist decisivo per Marash Kumbulla che riabilita il suo percorso alla Roma e marca il 2-0. Finisce così con un bel successo per i campioni di Conference League e che è una pietra miliare niente male in vista del ritorno in Spagna, in cui comunque la Real Sociedad non lascerà niente al caso.
Un’affermazione fondamentale, quindi, per i capitolini e non era affatto scontato, visti i dubbi che hanno accompagnato la squadra fin dall’inizio di stagione. Problemi che principalmente sono di spettanza dell’attacco, un reparto che ha funzionato di per sé, ma in diversi singoli è mancato in alcuni dei momenti decisivi. Ci riferiamo, per esempio, ad Abraham che ancora non riesce a mettere nel suo repertorio quella continuità che è essenziale per i centravanti di alto livello.
Un discorso che non può valere, invece, per Dybala. La Joya si è conquistata a furia di gol, assist e tanta qualità il titolo di miglior calciatore della squadra, di quelli in grado di mettere insieme una ricca selva di giocate di alto livello, di quelle che ti fanno abbattere gli ostacoli, anche quelli più difficili. Non si può vivere solo di lui, questo è sicuro, e infatti ora Mourinho si è trova a disposizione uno Stephan El Shaarawy nuovo di zecca e che sta mostrando di essere bravo sia ad andare in gol, sia a fare la fase difensiva. Una duttilità che è sempre più preziosa in questa fase dell’anno e che rende il Faraone uomo buono per tutte le stagioni e per tutte le partite. Una risorsa in più che sta diventando inestimabile nell’economica della stagione.
E poi c’è il capitolo relativo la difesa. È sicuramente questo il lato più positivo della squadra, quello da cui partono i momenti più belli e le serate magiche della Magica. Questa sera ne abbiamo avuto l’ennesima prova nel momento in cui, dopo essere passata subito in vantaggio, la Roma ha saputo, per l’ennesima volta, abbassarsi e curare in maniera maniacale la fase difensiva, neutralizzando praticamente tutti gli attacchi della Real Sociedad.
Ora, proprio ora che sembra il momento migliore della squadra in Europa e nella fase decisiva dell’intera stagione, la sensazione è quella che il fiore giallorosso sia ormai sbocciato e che non ci sia nulla da fare se non ammirare il frutto del lavoro scrupoloso dell’allenatore. Mourinho sa vincere anche senza polemizzare, senza insistere sugli errori arbitrali e senza protestare. Attenzione, però, agli infortuni che sono l’unica complicazione di questa squadra, oltre ai tanti impegni. I forfait di Lorenzo Pellegrini e Andrea Belotti nelle prossime partite sarà complicata da gestire, ma ora lo Special One ha il vento in poppa e con ogni probabilità tenterà in tutti i modi di sfruttarlo.
JUVENTUS-FRIBURGO 1-0 – Se c’è una squadra che non può sbagliare quella è la Juventus e i bianconeri sanno bene di non poter fallire l’Europa League, per dar seguito al percorso internazionale, ma anche per raggiungere la Champions League attraverso la conquista della coppa. Per farlo, Massimiliano Allegri opta per Fabio Miretti e non su Nicolò Fagioli e sceglie, almeno inizialmente, di non schierare subito il tridente formato da Federico Chiesa, Dusan Vlahovic e Angel Di Maria.
Il risultato è un primo tempo in cui la squadra di Torino tenta di fare la partita e di mettere le cose sulla via giusta in vista del ritorno, ma quest’intento non subito riesce al meglio. Il primo tempo, infatti, si spegne con il risultato di 0-0 e con il Friburgo che regge agli attacchi degli italiani. Nella ripresa, però, le cose cambiano e a farlo non può che essere Di Maria, l’autentico mattatore della Vecchia Signora in Europa. A realizzare l’assist è un altro habitué, il serbo che macina chilometri sulla fascia sinistra, quel Kostic che ha animato il calciomercato italiano negli ultimi anni. Finisce solo 1-0, un vantaggio che non è totalmente rassicurante in vista del ritorno. La certezza, però, è che i bianconeri abbiano qualcosa in più e dovranno dimostrarlo anche in Germania.
La Juventus ha mostrato, quindi, i suoi lati belli e quelli brutti – soprattutto in Europa – tutti in una volta. I bianconeri sono ancora una squadra che fa fatica a gestire al massimo i suoi uomini e il suo centrocampo. La Vecchia Signora, infatti, dopo tanti acquisti che non hanno reso come ci si aspettava, ancora non hanno una vera e propria guida in mezzo al campo. Soprattutto non riescono ad affidarsi ai loro uomini migliori e con la resa che i tifosi si aspetterebbero. Guardando il lato dal punto di vista negativo, sono in tanti ancora a pensare che il gioco espresso dalla squadra di Allegri sia insufficiente per velocità ed esiti finali. La soluzione ora è di difficile realizzazione, se non quella del lavoro e dell’adattamento delle caratteristiche dei vari giocatori, e in realtà è un mantra nel gioco del tecnico livornese.
Ci riferiamo sicuramente a quella spinta sugli esterni che finalmente è diventata un ruolo fisso nelle partite che esprime la Juventus. Lo sviluppo della manovra ora è essenzialmente lì con un Kostic che ora è costantemente coinvolto e ha la reale possibilità di fare la differenza con il suo mancino magico. Lui è sicuramente un fattore in grado essere destabilizzante per le sorti di una partita, ma attenzione anche a Chiesa che, quando sta bene fisicamente, è quella scheggia impazzita che Allegri può giocare a partita in corso o addirittura dal primo minuto, dove si fida di lui anche come esterno a tutta fascia di centrocampo. La Juventus che verrà, a prescindere dagli esiti giudiziari, deve partire da un talento come lui, uno di quelli che continua a splendere per gol realizzati e qualità globali. Ed è italianissimo, una speranza anche per la Nazionale.
Il discorso ci porta direttamente ad Angel Di Maria. È lui il vero uomo in più di questa squadra, soprattutto quando si tratta di decidere le partite pesanti. Il Fideo, infatti, si è imposto come il cervello, ma anche il bomber della Vecchia Signora. È successo anche stasera, con una rete che potrebbe avere un peso pazzesco nell’economia dei bianconeri in questa competizione e come spot per un futuro più roseo.
Il contrario di quanto accade con Dusan Vlahovic. Il centravanti serbo ha dimostrato in più occasioni di poter essere il calciatore destabilizzante di cui Allegri aveva esatto bisogno. E c’è una targa sopra da 80 milioni, sopra un ragazzo e predestinato che secondo i tifosi ancora non merita del tutto questi appellativi. D’altronde, a dispetto della pubalgia, la targa della delusione lui non vuole proprio indossarla e a quel punto diventerà il centravanti totale che farebbe comodo a tutti. A scanso delle critiche, dategli un po’ di tempo e vedrete.
La nota negativa, oltre a un Paul Pogba che ora sembra aver perso i freni anche dal punto di vista comportamentale, è costituita anche dalla mancanza di continuità, un fattore che ora è talmente importante per i torinesi da non poterlo più ignorare. Il francese poteva essere proprio il campione in grado di dare seguito tecnico e tattico all’intero gruppo, proprio quell’epicentro e il fuso orario su cui basare le accelerazioni e i momenti della partita bianconera. Ancora non è mai arrivato, non quello vero, e chissà se succederà davvero.
E poi c’è la discontinuità. In un primo periodo, la squadra subiva pochissimo e senza riuscire praticamente mai a mettere sotto pressione costante i suoi avversari, ma i gol scarseggiavano, soprattutto le occasioni da gol. Ora la situazione sembra essersi ribaltata: la squadra è più aperta, ma fa anche più male. Quando arriverà il giusto compromesso tra le due parti, sarà quello il punto in cui la Juventus sboccerà del tutto. E allora ci sarà da temere per chiunque, anche per chi il pallone già oggi lo mastica alla perfezione. Ma occhio sempre al Friburgo che in casa sa essere avversario parecchio pericoloso, anche se la Vecchia Signora ha dimostrato di essere una spanna sopra i tedeschi dal punto di vista tecnico e del talento puro. E non è così che si strappa la qualificazione?
La Fiorentina vuole alimentare la scia in Europa e in Serie A, ma per farlo deve vedersela con un Sivasspor che, arrivato a questo punto, non ha intenzione di regalare nulla ai toscani. Gli uomini di Vincenzo Italiano, poi, devono riscattare anche le italiane dopo la dura sconfitta interna della Lazio di martedì, anche se gli uomini di Maurizio Sarri hanno tutte le carte in regola per vendicarsi da soli nel ritorno.
FIORENTINA-SIVASSPOR 1-0 – La Fiorentina vuole volare sulle ali dell’entusiasmo e del suo attacco. Questa volta Italiano sceglie dal primo minuto Luka Jovic e si aspetta da lui la rete che possa condurre la squadra verso i quarti di finale o meglio indirizzare il risultato verso il ritorno.
In realtà, il primo tempo è più bloccato del previsto e con poche occasioni soprattutto per gli ospiti. Il copione della partita, infatti, è chiaro con la Viola capace di gestire il pallino del gioco e mettere in difficoltà gli avversari, ben chiusi in difesa. Nel secondo tempo, poi, la partita si innervosisce non poco e con diversi cartellini gialli da una parte e dell’altra.
La panchina della Fiorentina, a questo punto, decide di sbilanciarsi pur di centrare la vittoria ed entra in campo anche Arthur Cabral, stavolta in coppia con l’attaccante ex Real Madrid. Lo zampino decisivo, però, arriva da chi nessuno si aspettava: Antonin Barak riscatta una stagione finora piena di alti e bassi e segna la rete della vittoria. Nel finale Max Gradel, subentrato nel secondo tempo, si becca anche un rosso diretto. Ci si rivede al ritorno, ma intanto il primo tassello è stato messo.
Un’ottima notizia per la Fiorentina e per tutto il calcio italiano. Quel centrocampista ficcante e a tratti incontenibile che il meglio nella nostra terra l’ha dato per il Verona, ora sembra invischiato finalmente nel giro dei ricambi di lusso e soprattutto sembra aver ritrovato il fiuto per il gol a lungo cercato in questa stagione. Ora Italiano ha altre missioni, come ad esempio far rendere al meglio anche Josip Brekalo, nelle fila delle tante opzioni offensive che ha l’ex centrocampista centrale. Quando le qualità dell’ex Torino saranno ulteriormente implementate nel gioco e nel livello della Viola, allora sarà al massimo delle condizioni un altro calciatore in grado di fare la differenza nei momenti decisivi della partita, e cioè gli ultimi venti minuti.
Anche il centrocampo sta dando ottimi segnali di risposta. Il lavoro di Sofyan Amrabat è sicuramente oscuro, ma i chilometri macinati dal mediano sono preziosissimi per arrivare alla vittoria e soprattutto per blindare una difesa che ha imbarcato acqua per lungo tempo in questa stagione. E anche lì le alternative sono tante con Rolando Mandragora che comunque è considerato un giochista assoluto e un titolare indiscusso della squadra. Il suo mancino è arma preziosa anche quando si tratta di mettere a segno assist decisivi e non può essere etichettato come alternativa.
E per chiudere: ma questo è il Cabral che l’anno scorso faticava a tenere alto un pallone nella metà campo avversaria? Il centravanti sa come gestire la fase offensiva della squadra e ha scoperto un fiuto del gol fino a quel momento sconosciuto, almeno in Italia. Ora finalmente la Fiorentina ha a disposizione quella punta decisiva che ha il gol nel sangue e che sa come far male esattamente quando serve, per arrivare ai tre punti. Ora molti in città lo preferiscono a Jovic e non hanno tutti i torti. Attenzione, però, anche al serbo, le cui punture magari non sono così frequenti, ma fanno malissimo quando arrivano a destinazione. Anche in questo caso, è impossibile considerarlo un’alternativa. La Fiorentina, intanto, vola e stavolta è merito di tutti.
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