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Come sono andate le partite della 15esima giornata di Serie A, l’ultima prima della sosta

Con Juventus-Lazio, la sfida che ha confermato il terzo posto in classifica della squadra di Massimiliano Allegri, ai danni proprio degli undici di Maurizio Sarri, si è chiusa la prima parte del campionato di Serie A. La quindicesima giornata, l’ultima prima della sosta per i Mondiali, ha visto come sempre il Napoli di Luciano Spalletti vincere e convincere, anche contro l’Udinese di Andrea Sottil, decisamente ridimensionato dopo i fasti dei primi due mesi del torneo.

Moise Kean – Nanopress.it

I rossoneri di Stefano Pioli, invece, vincono grazie all’autogol di Nikola Milenkovic nei minuti finali contro la Fiorentina di Vincenzo Italiano, mentre l’Inter è riuscita finalmente a vincere il primo scontro diretto: contro l’Atalanta, a Bergamo, gli uomini di Simone Inzaghi soffrono ma portano a casa tre punti fondamentali. Per la Roma di José Mourinho, espulso nel finale della partita contro il Torino, prosegue il momento no (per fortuna c’è il Mondiale in Qatar). Sprofondo per la Sampdoria e l’Hellas Verona, che hanno perso le sfide salvezza contro Lecce e Spezia.

Serie A, la Juventus vince e scavalca la Lazio. L’Inter guadagna i primi tre punti in uno scontro diretto

EMPOLI-CREMONESE 2-0 – Inizia presto il rush finale della Serie A prima della sosta per i Mondiali in Qatar. E quindi venerdì, alle 20:45, neanche 24 ore dopo Lazio-Monza, ecco in campo gli uomini di Paolo Zanetti e quelli di Massimiliano Alvini, ancora alla ricerca dei primi tre punti del ritorno nel massimo campionato, che neanche al Carlo Castellani arrivano. La situazione di apparente equilibrio nel primo tempo, viene subito spezzata via nella ripresa quando Cambiaghi entra al posto di Lammers e mette a segno la rete dell’1-0. Di corner in corner, la Cremonese prova a pareggiare, ma non riesce, piuttosto all’88esimo subisce il raddoppio con un gran gol di testa di Parisi. L’Empoli vola verso lidi tranquilli, gli ospiti, invece, si condannano alla sofferenza, e al duro lavoro in vista di gennaio.

NAPOLI-UDINESE 3-2 – Il Napoli non smette di sognare, anzi il Napoli non smette di correre, che i sogni sono già stati oltrepassati e sono solide realtà da raggiungere con qualità, gioco e gol. L’Udinese arriva alla partita, in questo momento, più difficile del campionato in un momento di forma non eccellente dopo un inizio folgorante. E gli uomini di Luciano Spalletti fanno valere, invece, il loro momento meraviglioso. Bastano quindici minuti, infatti, ai padroni di casa per passare in vantaggio: uno scatenato Victor Osimhen sfrutta l’assist di Elmas e firma il vantaggio. Il Napoli, però, non si ferma e sfrutta anche l’infortunio di Deulofeu, costretto a uscire per infortunio al 26esimo.

Victor Osimhen – Nanopress.it

Al 31esimo arriva il raddoppio: Zielinski sfrutta la palla di Lozano e non sbaglia. Si va a riposo sul 2-0, ma il copione non cambia nella ripresa. Elmas trova anche la gioia personale al 58esimo e blinda la partita con il 3-0. Quello che doveva essere il sostituto di Kvaratskhelia, colpito dalla lombalgia, si è rivelato arma letale per il tecnico di Certaldo. Poi, però, succede l’imponderabile: sarà per la girandola di cambi effettuati da Spalletti, sarà per un piccolo calo di tensione, ma l’Udinese torna in partita. Al 79esimo, Nestorovski riapre il match e riporta il pallone al centro, dimostrando che i friulani non sono squadra che accetta la resa. Infatti, tre minuti dopo arriva anche il 3-2, firmato da Samardzic. I bianconeri, a questo punto, ci credono ma il Napoli si riconnette alla partita e trova tre punti preziosissimi per mantenere una saldissima vetta della classifica. E prima della pausa per il Mondiale in Qatar non ci poteva essere score migliore per i campani.

SAMPDORIA-LECCE 0-2 – Seconda vittoria di fila e terzo risultato utile consecutivo per il Lecce di Marco Barone che rimane lontano dalla zona retrocessione, in cui sguazza però tantissimo la Sampdoria di Dejan Stankovic. Il serbo ex Inter e Lazio non ha trovato la cura giusta per i blucerchiati e anche in casa, in una partita tutto sommato abbordabile, prende prima il primo schiaffo da Colombo al 46esimo del primo tempo, e il secondo da Banda all’83esimo su assist del giovane attaccante, sicuramente uno dei migliori in campo a Marassi. Le lacrime di Fabio Quagliarella non nascondono una squadra che è ai piedi della classifica e sembra incapace di reagire, in tutti i reparti. Vedremo se la pausa per il Mondiale e poi il calciomercato aiuteranno, ma lo spettro della retrocessione ora è concreto. Più che mai.

BOLOGNA-SASSUOLO 3-0 – Non è l’anno del Sassuolo, ormai è chiaro. La squadra di Alessio Dionisi, che tanto aveva impressionato l’anno scorso, complici gli infortuni (quello di Berardi, soprattutto) e le cessioni (di Raspadori e Scamacca, per dirne solamente due) non riesce a superare nel derby emiliano il Bologna di Thiago Motta, stravolto da quando è arrivato l’italo brasiliano. E infatti, dopo la pesante sconfitta di San Siro contro l’Inter, ci mette esattamente mezz’ora a passare in vantaggio con la prima rete in Serie A di Aebischer. Al 50esimo, poi, ci pensa uno che è molto avvezzo al gol a portare i felsinei sul 2-0, e chi se non Arnautovic?, appunto. Chiude la pratica al 78esimo Ferguson. Fermati sul più bello, davvero.

ATALANTA-INTER 2-3 – La sfida tra nerazzurri prima della pausa Mondiale vale più della semplice classifica. Vale le ambizioni di stagione, la solidità di restare protagonisti nella zona Champions League, la necessità di non sbagliare per poi non guardare gli altri dal basso verso l’alto per più di due mesi. E lo sanno entrambe. Gli orobici hanno perso tre delle ultime quattro partite, l’Inter le ha vinte tutte tranne quella contro la Juventus, ma è un ko che vale molto più della posta in palio. Al Gewiss Stadium è battaglia vera, con gli uomini di Gian Piero Gasperini che tornano aggressivi e partono forte. L’Inter, invece, nei primi 25 minuti è un po’ contratta, anche per trovare le misure e le vie di gioco contro un avversario organizzato.

Edin Dzeko e Denzel Dumfries – Nanopress.it

La partita, allora, la sbloccano proprio i padroni di casa. Duvan Zapata, schierato dal primo minuto, punta de Vrij che abbocca all’amo e lo stende ingenuamente: è calcio di rigore. Uno scatenato Lookman si presenta di fronte a Onana e toglie le ragnatele dall’angolo, nonostante l’ex Ajax abbia intuito la traiettoria. L’Inter, però, ha ritrovato le sue certezze di gioco e le fa valere, soprattutto sulla fascia sinistra, dove Dimarco è in uno splendido momento di forma. Ma non solo lui, perché è ancora Edin Dzeko a trascinare i nerazzurri verso la rimonta. Il bosniaco sfrutta un cross sporcato da Lautaro Martinez e batte Musso con una zampata delle sue. Nella ripresa, i nerazzurri ricominciano come avevano terminato e alla fine trovano il pertugio per completare la rimonta. Ancora Dimarco mette al centro un pallone pericoloso che Dzeko tramuta in gol. 1-2 e palla al centro. L’Inter sfrutta il momento positivo: passano solo cinque minuti e una deviazione sporca del rientrante Palomino diventa l’1-3. I giochi sembrano chiusi, ma mai dare per morta l’Atalanta. Proprio il difensore argentino svetta di testa e stavolta segna nella porta giusta. I nerazzurri stavolta non tremano e amministrano il vantaggio che vuol dire il primo scontro diretto vinto quest’anno in Serie A.

ROMA-TORINO 1-1 – A Roma, sponda giallorossa, non si placa la burrasca, anzi forse meglio definirla confusione. La sconfitta nel derby contro la Lazio ha lasciato qualche scoria di troppo. Sicuramente, un’insicurezza di base nel gioco che si è rivista anche nelle uscite successive, soprattutto se si parla della fase offensiva. Il Torino di Juric, invece, non vuole perdere la nomea di ammazza grandi e sente l’odore del sangue dei padroni di casa. La partita è fin da subito su una traccia per precisa. I granata cercano di mettere in difficoltà Mourinho chiudendo bene gli spazi a centrocampo e ripartendo sugli esterni. Zaniolo ha una grande occasione ma non la sfrutta: l’attacco della Roma continua a dare la sensazione di una sterilità insuperabile per le caratteristiche degli stessi attaccanti e Abraham, dopo l’acuto contro il Sassuolo, torna in versione fantasma.

Il primo tempo termina a reti inviolate, ma nella ripresa la Roma si scopre un po’ di più e viene punita. Il Torino sfrutta una galoppata di Singo che serve l’ottimo inserimento di Linetty in area: il centrocampista insacca alle spalle di Rui Patricio e firma l’1-0. I piemontesi sembrano amministrare senza difficoltà, poi però calano fisicamente – cosa che era successa anche nelle ultime uscite – ed emerge la Roma. L’ingresso di Paulo Dybala cambia la partita. La Joya è pericolosissima in almeno due occasioni, poi conquista un calcio di rigore. Dal dischetto si presenta stranamente Belotti contro la sua ex squadra, ma colpisce il palo. Si resta sullo 0-1 ma non per molto. Ancora Dybala si mette in proprio e colpisce la traversa. Dopo un forcing di alcuni minuti e l’espulsione per proteste di Mourinho, emerge Matic che al 94esimo agguanta il pareggio. Non serve molto alla classifica di una Roma che tra derby perso, caso Karsdorp e un Abraham irriconoscibile, si aggrapperà alla qualità di Dybala dopo la sosta forzata per il Mondiale. Sperando che basti.

MONZA-SALERNITANA 3-0 – I granata di Davide Nicola, dopo aver vinto all’Olimpico contro la Lazio e pareggiata in casa contro la Cremonese, si imbattono nella seconda sconfitta di fila. Contro il Monza di Raffaele Palladino, che con i biancocelesti invece ci hanno perso giovedì scorso, non la gara migliore. Bastano, effettivamente, 24 minuti a Carlos Augusto per portare in vantaggio i brianzoli, e altri undici, poi, per fornire l’assist vincente a Dany Mota. Negli spogliatoi, dunque, si va sul 2-0, ma la Salernitana non ci torna proprio in campo, solo Candreva che si fa espellere per doppio giallo (il primo lo ha preso dalla panchina) e regala un rigore alla squadra di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani che Pessina non sbaglia al 76esimo. Un’affermazione fondamentale per allontanare la zona salvezza e rinnovare le ambizioni di decimo posto nella seconda parte della stagione.

HELLAS VERONA-SPEZIA 1-2 – L’inferno è dietro l’angolo per le due squadre, quello della Serie B. E lo è ancora di più per i veneti che hanno maledettamente bisogno di punti per staccarsi dall’ultimo posto in classifica. I ragazzi di Salvatore Bocchetti, infatti, partono meglio, cercando di far valere le loro doti fisiche e tecniche, soprattutto a centrocampo e sulla trequarti. Al 30esimo lo sforzo paga i suoi frutti. Lasagna serve Verdi che firma il vantaggio. La gioia per l’1-0, però, poco più di dieci minuti dopo, lascia spazio alla paura. Dragowski si scontra proprio con Lasagna e la caviglia del portiere subisce una distorsione totalmente innaturale. I giocatori si ammassano attorno all’estremo difensore che è costretto a uscire subito dal campo a causa del brutto infortunio. E salterà anche il Mondiale con la Polonia.

Paradossalmente, però, uno Spezia ancora sotto choc per le sorti del suo portiere, ribalta la partita. Al 53esimo, Nzola sfrutta l’assist di Bastoni e firma il pareggio. Non è finita, perché il Verona scompare dal campo ed è ancora la punta al 69esimo a completare la rimonta. La vittoria è pesantissima e condanna Cremonese, Sampdoria e Verona ad allontanarsi da tutte le altre. E, anche se siamo ancora alla 15esima giornata, per loro la B è più vicina.

MILAN-FIORENTINA 2-1 – Il Milan non può perdere il passo del Napoli se vuole credere nel secondo titolo di fila. I rossoneri, però, sono stanchi per i tanti impegni, le fatiche europee, le assenze e probabilmente anche per un po’ di fatica mentale dopo un anno e mezzo sempre sul filo del rasoio. L’ultimo pareggio contro la Cremonese, però, non dà attenuanti agli uomini di Stefano Pioli: si può solo vincere. E gli auspici sono più che ottimi per i padroni di casa. Dopo neanche novanta secondi, Rafael Leao è lanciato da un grande assist di Olivier Giroud verso la porta di Terracciano e con l’interno piede non sbaglia.

L’1-0 sembra lasciar presagire a una vittoria semplice per i rossoneri, ma non è affatto così. La Fiorentina crea gioco e schiaccia i campioni d’Italia nella loro area. Alla fine, la Viola trova anche il pertugio giusto per pareggiare: Ikoné serve Barak che non sbaglia e segna ancora una volta a San Siro. Nel secondo tempo, inizia un ping pong frustante per entrambi gli schieramenti dei tifosi. Le squadre si spaccano e non sfruttano le occasioni a disposizione per passare in vantaggio. Alla fine, Pioli mette Origi e Rebic e il campo gli dà ragione. Al 92esimo un cross insidioso dalla destra trova un’uscita completamente sbagliata di Terracciano e Milenkovic è autore di un goffo autogol. La Fiorentina perde ancora all’ultimo minuto contro una milanese, i rossoneri trovano tre punti pesantissimi per tenere il passo del Napoli.

JUVENTUS-LAZIO 3-0 – Il posticipo della 15esima giornata di Serie A è uno di quelli che tiene i tifosi incollati al divano. La Juventus non vuole fermare la sua striscia vincente e senza subire gol, la Lazio arriva con i cerotti incollati un po’ ovunque. Maurizio Sarri, infatti, deve fare a meno di Immobile, Zaccagni e Lazzari e, in generale, la squadra sembra piuttosto stanca. Nei primi 40 minuti, però, la differenza non si nota, o almeno non come ci si poteva aspettare. I bianconeri restano chiusi nella loro metà campo e cercano di fare male in contropiede, mentre i biancocelesti mantengono il possesso del pallone ma senza creare grosse occasioni da gol.

Al 43esimo arriva l’episodio che la Vecchia Signora attendeva per sbloccare la partita. Rabiot strappa un pallone sanguinoso a Milinkovic-Savic e lancia sulla profondità Kean; l’attaccante supera Provedel con un pallonetto preciso e firma il vantaggio. Il secondo tempo vede valori molto diversi in campo. La Juventus torna sul terreno di gioco con la consapevolezza della sua forza e della sua solidità difensiva, mentre la Lazio sembra mollare la presa minuto dopo minuto. L’aggressività dei bianconeri paga dopo nove minuti. Il centrocampo lancia Kostic sull’esterno sinistro, lo stop del serbo è perfetto e anche il diagonale che Provedel respinge, ma non trattiene. Sulla ribattuta c’è subito pronto Kean che segna un facile 2-0. Sarri fa una serie di cambi e Massimiliano Allegri fa assaggiare il terreno di gioco a Di Maria e a Chiesa, ma la musica non cambia, a differenza del risultato. La Juventus, infatti, trova anche il terzo gol grazie a una bella azione condotta dal Fideo e dall’ex Fiorentina. Al centro dell’area c’è Milik che non sbaglia. La Lazio ha un moto d’orgoglio con Felipe Anderson e Vecino, ma i bianconeri mantengono la porta inviolata grazie a un paio di interventi strepitosi di Szczesny.

La classifica di Serie A, mancano tre punti al Napoli per laurearsi (già) campione d’inverno. Verona e Samp sempre più ultime

NAPOLI 41

MILAN 33

JUVENTUS 31

LAZIO, INTER 30

ATALANTA, ROMA 27

UDINESE 24

TORINO 21

FIORENTINA, BOLOGNA 19

SALERNITANA, EMPOLI 17

MONZA, SASSUOLO 16

LECCE 15

SPEZIA 13

CREMONESE 7

SAMPDORIA 6

HELLAS VERONA 5

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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