Con la sfida tra il Bologna e Torino, valida soprattutto per l’ultimo posto in Europa, in Conference League, per la precisazione, si è conclusa anche la 25esima giornata di Serie A, che si è aperta con la prima sconfitta (la seconda in campionato, e la terza in generale) al Diego Armando Maradona del Napoli capolista contro la Lazio dell’ex Maurizio Sarri. Ecco, la vittoria dei biancocelesti ha incendiato ancora di più la corsa alla Champions League, in cui hanno vinto sia l’Inter (contro il Lecce), sia la Roma contro la Juventus, ma ha perso il Milan campione d’Italia. Si è allontanata, invece, ancora di più l’Atalanta di Gian Piero Gasperini che ha contribuito, assieme all’Udinese, a un turno davvero povero di gol.
Per quanto riguarda, poi, la zona retrocessione, prima Spezia e Verona, poi Sampdoria e Salernitana si annullano a vicenda, non andando oltre un pari a reti bianche, perde, invece, la Cremonese contro il Sassuolo che dopo aver subito la rimonta firmata da Cyriel Dessers nel secondo tempo, all’ultimo riesce a vincere grazie a Nedim Bajrami, ma soprattutto ad Armand Lauriente, il vero uomo partito per Alessio Dionisi. Tornando in cima, i partenopei di Luciano Spalletti, nonostante la sconfitta, rimangono saldamente in testa alla classifica, ora solo (si fa per dire) con 15 punti di distanza dai nerazzurri di Milano.
Anche la 25esima giornata di Serie A è stata spezzettata a più non posso, e per i diritti televisivi. Ecco, peccato che di spettacolo, almeno in termini di gol, se ne sia visto poco in questo turno: in dieci partite giocate, infatti, sono state messe a segno solamente 15 reti, poco più di una per squadra, e sì, forse è un problema. Specialmente per chi è dentro fino al collo nel pantano delle retrocessione. Nelle due sfide salvezza, infatti, non vince nessuno e nessuno riesce neanche a bucare la porta, lasciando gli equilibri intatti.
Diversa è la situazione nelle zone alte della classifica, in cui Maurizio Sarri ha portato il primo grande dispiacere ai suoi ex tifosi del Napoli, nel loro stadio, e con la sua Lazio, e anche se è stato segnato solo un gol. Uno ne è bastato anche alla Roma del non più squalificato José Mourinho, che ha steso la Juventus all’Olimpico nel posticipo di ieri. L’Inter, invece, si è impegnata di più contro il Lecce, ed è riuscita a tenere il passo delle due squadre capitoline a differenza del Milan che, nella serata di Davide Astori, ha perso contro la Fiorentina. Ma vediamole insieme tutte, queste dieci partite.
NAPOLI-LAZIO 0-1 – La partita più attesa della giornata ha visto fronteggiarsi due diverse filosofie di gioco, due amici, due delle migliori squadre del campionato. Napoli contro Lazio vuol dire anche Luciano Spalletti contro Sarri, la capolista in un test essenziale per continuare a sognare, ma anche il modo per testare la reale forza dei biancocelesti, in prima linea per la corsa alla prossima Champions League.
La partita inizia con un copione ben chiaro con gli azzurri che comandano il gioco, fanno girare abbastanza lentamente il pallone e fanno fatica a trovare dei varchi nella retroguardia degli ospiti. Il rientro di Alessio Romagnoli è una benedizione per il club capitolino che ritrova uno dei suoi nuovi simboli e il comandante della difesa, proprio nell’occasione in cui bisogna arginare un Victor Osimhen straripante e capocannoniere del campionato.
Anche Khvicha Kvaratskhelia è ben contenuto dalla catena di destra della Lazio, in cui Adam Marusic sforna un’ottima prestazione difensiva. Il georgiano non è letale come al solito nell’uno contro uno e a risentirne è il ritmo offensivo della capolista, in difficoltà nelle linee serrate degli avversari. Il primo tempo si spegne così, con uno 0-0 incerto e in cui entrambe pensano di poterla spuntare o di dividersi la posta in palio. Un esito che in pochi si aspettavano, visto che i partenopei erano dati di certo come grandi favoriti prima del fischio d’inizio.
Il secondo tempo parte e non cambia la musica. Al 67esimo arriva anche il marchio decisivo sulla partita e lo imprime uno dei calciatori, secondo Sarri, più in forma della Lazio e cioè Matias Vecino. L’ex Inter scarica un bolide su cui Alex Meret non può nulla: un fulmine che sblocca la partita e permette a sorpresa ai biancocelesti di mettere il muso avanti. Il Napoli si sbilancia, Spalletti tenta anche la carta Giovanni Simeone, ma non è proprio la giornata ideale per gli azzurri che colpiscono anche un legno nei minuti finali. La partita si chiude con l’esultanza incontenibile della Lazio che sale provvisoriamente al secondo posto in classifica e si rilancia nella corsa alla Champions League: bisognerà lottare fino alla fine, ma questa vittoria potrebbe dare impulso e motivazioni per far capire che stavolta un fallimento non sarà accettato.
Il Napoli si ferma, quindi, sul più bello, e proprio nel periodo di forma più positivo per la squadra partenopea. Comunque, non ci sono affatto gli elementi per disperare: la capolista è saldamente al comando della classifica e non sembrano, in ogni caso, avere segnali di cedimento. Stiamo parlando di una delle più importanti realtà d’Europa per il gioco espresso, la solidità della difesa e l’alchimia dei singoli, qualcosa che non può essere barattato con un risultato negativo.
Quello contro la Lazio, per tutti questi motivi, può essere dunque vissuto solo come un incidente di percorso che, ne siamo sicuro, non lascerà delle scorie sulla squadra e sui suoi intenti in questa stagione. E poi c’è la Champions League che scorre in parallelo e potrebbe comunque regalare altre grandi soddisfazioni, visto che gli ottavi di finale sono già stati blindati dal risultato dell’andata. Il futuro, insomma, può essere brillante, luminoso: la sconfitta contro i biancocelesti è soprattutto merito di Sarri e dei suoi ragazzi, piuttosto che un crollo dei padroni di casa. Tempo al tempo, ma un gran pezzo di scudetto ormai sembra già aleggiare sui vicoli di via Toledo e nella magia dei quartieri Spagnoli. Ed è anche ciò che c’è di più meritato.
MONZA-EMPOLI 2-1 – Il sabato inizia con una partita aperta, divertente e in cui si sfidano due squadre ben messe in campo e con una filosofia ben precisa, che poco c’entra con il difensivismo e le barricate serrate. Per questo, prima del match, in molti credevano che tra Monza ed Empoli avrebbe vinto sicuramente il divertimento e possiamo dire con una certa sicurezza che gli spettatori non possano essere delusi.
Il brianzoli mostrano subito i pezzi forti del repertorio che si basano sullo stile di gioco impresso da Raffaele Palladino fin da quando è subentrato sulla panchina dei lombardi. La spinta di Carlos Augusto sulla fascia mancina è preziosa per allargare le maglie dell’Empoli, lì nel punto in cui soffre di più. Già al 19esimo il frutto del lavoro dei padroni di casa porta i suoi frutti con Patrick Ciurria che sfrutta un’azione corale del suo attacco e segna un gran gol dopo alcune partite non proprio eccellenti.
È ancora troppo presto, però, per sentirsi soddisfatti e la reazione dell’Empoli, infatti, non si fa attendere. A inizio secondo tempo, infatti, un Martin Satriano in netta crescita ritrova il gol dopo sei mesi e firma il pareggio con un ottimo colpo di testa, degno del talento in cui crede l’Inter. Palladino reagisce con una serie di sostituzione e di certo non si arrende, fino a che non arriva il 2-1 decisivo, quello di Armando Izzo che su assist di Gianluca Caprari firma il gol partita.
L’Empoli, infatti, tenta un’altra reazione, ma stavolta a prevalere è la difesa dei lombardi: si tratta di una vittoria importante per il Monza che vola sempre di più in classifica e ora può davvero sognare il decimo posto in classifica, l’obiettivo in grande di Adriano Galliani a inizio stagione. I brianzoli possono essere considerati ormai a tutti gli effetti una realtà sempre più importante del nostro campionato, una squadra che sa cosa fare e quando farlo, senza affatto rinunciare a giocare, come invece succede a molti altri.
I brianzoli, un po’ come la Cremonese, ma con risultati decisamente più convincenti, sono usciti da un inizio di stagione disastroso con l’unica via d’uscita possibile per chi ama il calcio, quella del gioco e della tattica e grossi meriti vanno dati alla società, ma anche a Palladino. Insomma, il coraggio viene puntualmente premiato dai risultati ed è lo spot più bello per il nostro calcio, ancora troppo ancorato alla fase difensiva rispetto alla proposta dal centrocampo in su. Bene così, a prescindere dalle bandiere e dal tifo di parte che è giusto ci sia sempre.
Il discorso vale anche per l’Empoli, una squadra che può perdere o vincere, ma sta comunque valorizzando dei giovani di primo livello e che sta dimostrando di aspettare, a partire da Tommaso Baldanzi e Fabiano Parisi, nonostante le voci degli ultimi giorni. L’ultimo della fiera ora è Satriano, un talento di cui potremo sentir parlare ancora a lungo e se inserirà la giusta continuità sotto il profilo realizzativo diventerà un bomber fondamentale per i toscani, ma anche per il calcio internazionale.
ATALANTA-UDINESE 0-0 – La sfida dello Gewiss Stadium è estremamente interessante, anche per capire il momento dell’Atalanta, decisamente meno capace del solito di trovare la via della continuità quest’anno. Contro l’Udinese si cerca anche l’intesa tra Rasmus Hojlund e Ademola Lookman, i due titolarissimi di Gian Piero Gasperini quest’anno, ma che nelle ultime uscite non hanno mostrato esattamente il loro migliore volto, soprattutto dal punto di vista realizzativo.
Di contro, l’Udinese ha necessità di ritrovare la sua verve offensiva che si è un po’ persa rispetto a inizio anno e soprattutto dall’infortunio di Gerard Deulofeu in poi, anche perché lo spagnolo era la luce offensiva della squadra di Andrea Sottil. L’Atalanta comunque la sua partita la fa, anche con qualche grossa occasione per trovare la via del gol. La gara, però, non si sblocca e alla fine i friulani riescono a mantenere uno 0-0 prezioso in trasferta che frena, allo stesso tempo, le ambizioni di Champions League dei bergamaschi. Forse definitivamente.
Probabilmente i nerazzurri hanno bisogno di trovare qualche certezza in più e non nella difesa che comunque sta tenendo anche più di quanto non ci si potesse aspettare in questa stagione. Dalla prossima giornata comunque dovrebbe tornare a disposizione Duvan Zapata che è difficile torni a occupare il posto da titolare e la centralità avuta anche negli anni scorsi, ma anche a partire in corso potrebbe essere un riferimento fondamentale per l’attacco di Gasperini. A dare le risposte maggiori, però, dovrà essere anche il centrocampo, da cui, soprattutto rispetto agli anni scorsi, sono arrivati molti meno gol del previsto.
Ritrovare un Mario Pasalic versione 2021/22 sarebbe una carta fondamentale da giocare, ma anche scoprire un Ederson in grado di incidere dal punto di vista realizzativo. Ciò senza nulla togliere a un’Udinese che si conferma una realtà interessante della nostra Serie A e che con un po’ più di fortuna avrebbe potuto togliersi delle soddisfazioni ancora più belle in questa stagione. Il futuro potrebbe ancora parlare bianconero, soprattutto con altre scoperte con il marchio tipico dei friulani sopra.
FIORENTINA-MILAN 2-1 – Il Milan è atteso alla prova della continuità dopo un gennaio terribile e un febbraio in cui sono tornato a brillare delle nuove certezza al retrogusto di rinascita. Di contro, però, c’è una Fiorentina che sa il fatto suo, soprattutto sembra nel periodo di forma migliore della stagione. Un fiore che è finalmente sbocciato dopo tutte le difficoltà, a tratti incomprensibile, che hanno inciso sul percorso dei toscani e hanno portato risultati altalenanti e poco convincenti nella massima serie, dove gli uomini di Rocco Commisso sono ancora nella parte destra della classifica.
La Viola si presenta allo stadio Franchi come chi vuole regalare un risultato prestigioso al suo pubblico in una stagione che pare maledetta, soprattutto in Serie A, visto che in Coppa Italia e in Conference League le cose stanno andando decisamente meglio. I toscani partono meglio, con maggiore aggressività e imponendo il loro gioco con grande personalità, anche contro un avversario temibile. Il primo tempo si chiude sullo 0-0, in una partita agonistica, ma non cattiva e in cui manca solo il gol a completare uno spettacolo comunque importante.
Nel secondo tempo arrivano anche quelli, perché Fikayo Tomori stende un avversario nei primi minuti della ripresa e la Fiorentina ottiene il calcio di rigore. Si presenta dal dischetto un freddissimo Nico Gonzalez che batte Mike Maignan per l’1-0. Il Milan tenta di reagire, rivoluziona anche il suo attacco con gli ingressi di Zlatan Ibrahimovic e Divock Origi, ma a fruttare di più è la sostituzione di Vincenzo Italiano. Luka Jovic stavolta entra molto bene in partita e sigla il 2-0. Nel finale c’è spazio anche per la rete di Theo Hernandez che accorcia le distanze, ma non basta. Il Milan torna sulla terra e dovrà reagire subito, anche perché alle porte c’è un match da dentro o fuori contro il Tottenham.
I rossoneri, infatti, devono incassare un altro stop e ritorno al passato, quello recente fatto di nuove insicurezze e sconosciute rispetto alla magica annata dello scudetto. La squadra che si è presentata a Firenze con la chiara volontà di alimentare la corsa ai primi posti si è liquefatta contro un gruppo che è sembrato più coeso e maggiormente convinto delle sue sicurezze tecnico-tattiche. A destare perplessità è soprattutto la gestione difensiva del Diavolo che ha perso molti duelli uomo contro uomo, come in occasione del rigore concesso ai padroni di casa, ed è parsa traballare per lunghi tratti.
La speranza dei tifosi è che lo psicodramma vissuto a inizio 2023 non debba più ricapitare, anche perché la forma di alcuni protagonisti non è comunque al ribasso. Il gol di Theo Hernandez è una prova niente male che il francese irriconoscibile di qualche settimana fa ora non c’è più. C’è, invece, l’esterno che cavalca instancabilmente la fascia e sa come fare male. E poi ora Pioli ha anche legato un Ibrahimovic che alla lunga potrebbe anche tornare a fare la differenza. Esattamente come Maignan, uno che anche contro la Fiorentina e in una partita storta ha dimostrato di essere semplicemente essenziale, non solo per il lavoro tra i pali, ma anche per la qualità che porta nell’impostazione bassa della manovra.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per credere che quello di Firenze sia stato semplicemente un incidente di percorso, di quelli che capitano anche alle grandi squadre e non un altro periodo di crisi. Di certo, ora non c’è tempo per leccarsi le ferite, anche perché il Tottenham è dietro l’angolo e tra le mura amiche non farà affatto sconti. La cavalcata europea potrebbe riscattare anche questo triste 2-1 e sarebbe il modo per riscattare una stagione finora deludente.
SPEZIA-VERONA 0-0 – La domenica si apre con un match ad alta tensione e che mira direttamente alla corsa per la salvezza. Spezia e Verona si sfidano per sopravvivere, soprattutto per dimostrare di meritarsi la massima categoria. Ne esce una partita in cui a dominare è la paura, soprattutto la necessità di crollare del tutto e di restare aggrappati alle speranze della seconda parte di campionato.
Eppure, tra un rientro e l’altro, le occasioni ci sono pure e per entrambi. In particolare, per il Verona è Yayah Kallon ad avere tra i piedi due grosse opportunità per andare in gol, ma spreca senza riuscire a incidere sul match. Lo Spezia, invece, la sua grande occasione ce l’ha con il solito Mbala N’Zola, ma il suo magnifico colpo di testa finisce sul palo. Si chiude con il risultato di 0-0 e senza troppe certezze su chi delle due si salverà, ma anche con Sampdoria e Cremonese che vogliono ancora crederci e non hanno alcuna intenzione di alzare bandiera bianca.
La classifica, in ogni caso, parla chiaro e vede i liguri con il muso ancora ben avanti rispetto ai veneti. La continuità sicuramente sta giocando un ruolo fondamentale rispetto a quello dei bianconeri, ma soprattutto è impossibile non sottolineare che lo Spezia ha avuto sicuramente una marcia in più rispetto ai diretti rivali, quella del bomber. L’assenza di N’Zola ha permesso di capire che il centravanti è davvero l’uomo capace di fare la differenza nello scacchiere di Leonardo Semplici. Il Verona questa fortuna non l’ha ancora avuta, mentre si è visto l’avvicendarsi infruttuoso di una serie di punte mai realmente convincenti, semmai utili. Serve una svolta, quindi, ma a questo punto serve pure in fretta, perché il Verona vuole crederci e non ha alcuna intenzione di mollare la presa, proprio quando bisogna accelerare.
SAMPDORIA-SALERNITANA 0-0 – Così arriviamo direttamente in Liguria, dove i blucerchiati sono con l’acqua alla gola e in piena apnea per trovare punti fondamentali per sopravvivere. I problemi, però, di certo non mancano, soprattutto in attacco dove Dejan Stankovic non ha mai trovato realmente la quadra per risultare pericoloso. I blucerchiati, infatti, sono il peggior attacco del campionato con solo undici reti segnate. Pochissime, mentre impazzano anche le proteste dei tifosi contro Massimo Ferrero.
Di contro, c’è una Salernitana che con Paulo Sousa sembra aver ritrovato certezze importanti e una struttura di gioco più quadrata e offensiva che potrebbe essere un viatico eccezionale per il presente e per il futuro. La partita, però, non regala affatto grosse emozioni e si spegne senza reti, regalando un sabato pomeriggio amaro per i tanti tifosi che si sono seduti sul divano sperando di assistere a gare spettacolari. Due zero a zero di fila non sono affatto un spot internazionale desiderabile per la nostra Serie A, ma forse anche un po’ atteso visto il potenziale offensivo che entrambe hanno dimostrato.
Di certo, i blucerchiati danno l’impressione di essere quel tipo di squadra che fa una fatica maledetta a fare male a chi ha di fronte. Dopo una parziale reazione contro il Monza, non è stato segnato neanche un gol nelle ultime due uscite contro Lazio e Salernitana. Manolo Gabbiadini, l’unica vera luce intermettente di questa squadra, è tornato a spegnersi e neppure Jesé Rodriguez finora ha davvero convinto, nonostante le grandi qualità che ha nel suo repertorio.
Per quanto riguarda la Salernitana, invece, bisognerà capire quale sia il reale volto dei campani e soprattutto se gli uomini più importanti di Sousa riusciranno a confermare il loro livello di prestazioni anche nel prossimo futuro. Ci riferiamo soprattutto ad Antonio Candreva, uno che sulla trequarti può davvero rivelarsi fondamentale per qualità ed esperienza, anche nella portata complessiva del progetto granata.
INTER-LECCE 2-0 – La squadra di Simone Inzaghi ha stretta necessità di punti importantissimi per la corsa alla Champions League. Soprattutto ha bisogno di una reazione dopo la sconfitta inattesa e senza attenuanti contro il Bologna e le dichiarazioni pesanti che ne sono conseguite. Insomma, l’Inter non ha scuse: deve vincere e convincere contro un Lecce che ha già la pancia abbastanza piena dopo una stagione che probabilmente è andata, almeno fino a questo momento, meglio del previsto.
I nerazzurri partono concentrati e occupando bene il campo, riuscendo anche a creare qualche buona occasione da gol, nonostante manchi ancora un po’ di precisione negli ultimi trenta metri per concretizzare le azioni corali in rete. Gli sforzi dei nerazzurri alla fine hanno il loro compimenti con uno degli uomini del momento: Henrikh Mkhitaryan. L’ex Roma è bravissimo a trasformare l’assist di Nicolò Barella in un destro a giro favoloso che gonfia l’incrocio dei pali. Il centrocampo si conferma, quindi, il punto forte del gruppo a disposizione di Inzaghi, quello capace di creare ma anche realizzare, se ce n’è bisogno.
Nella ripresa, raramente si vede una reazione concreta da parte del Lecce, in balia delle marcature preventive e delle trame della Beneamata. Denzel Dumfries, poi, reagisce a un primo tempo non proprio eccezionale e serve un assist al bacio per Lautaro Martinez, bravo in area di rigore a segnare il gol del 2-0. Nonostante un primo tempo non proprio brillante, in tandem con Edin Dzeko, il Toro conferma il suo straordinario momento di forma, soprattutto nelle partite casalinghe. Il centravanti ex Racing, dopo il Mondiale vinto contro l’Argentina, ha iniziato a sfornare anche a Milano una serie di prestazioni fameliche e decisive, conquistando (non solo per suoi meriti) una fascia di capitano che per la società interpreta alla perfezione. È lui la nota più lieta della squadra da gennaio in poi, anche a dispetto di tutte le difficoltà dei suoi compagni di reparto.
I nerazzurri tornano a vincere ed è un segnale importante alla classifica, una mossa che vale il secondo posto. I risultati di giornata non aiutano del tutto i milanesi, ma di certo si tratta di un passo in avanti essenziale per le ambizioni del club. Una cosa è certa: la qualificazione alla massima competizione europea è imprescindibile, anche più del passaggio del turno contro il Porto.
ROMA-JUVENTUS 1-0 – Visti i risultati di giornata, il big match tra i capitolini e i bianconeri assume un significato ancora più importante. Si affrontano due identità criticate, due squadre cattive e fisiche che, però, hanno difficoltà a esprimere un gioco interessante a centrocampo. L’essenziale non si baratta con la qualità per Massimiliano Allegri e Mourinho e ne esce una partita sporca, maschia, ma anche dall’alto tasso agonistico. C’è chi l’ha definito un spot per il basket più che per il calcio, altri si sono semplicemente annoiati, altri ancora sono riusciti a emozionarsi comunque, come se fosse calcio fiorentino, prima ancora che pallone stile 2023.
La Juventus stavolta fa fatica a far girare velocemente il pallone, la Roma, invece, prova a chiudere tutti gli spazi per poi tentare di innescare le migliori giocate offensive dei suoi. La partita, quindi, resta bloccata per diverso tempo, fino a che Gianluca Mancini non si inventa un gol pazzesco. Il centrale difensivo scarica un bolide che finisce dritto in porta e manda i padroni di casa con il muso avanti, concretizzando in maniera precisa il piano partita. E poi generando anche diverse polemiche, durante e dopo la partita, per il suo stile di gioco.
La Vecchia Signora, comunque, non si arrende e sfodera dalla panchina anche Federico Chiesa e Paul Pogba, ma anche Moise Kean. La partita dell’attaccante ex PSG, però, dura solo 40 secondi prima che un fallo di reazione folle su Mancini non gli costi l’espulsione diretta. Ovviamente, giustissima. La Juventus è anche sfortunata e viene bloccata dai legni, ben tre, esattamente come contro il Nantes. Alla fine, festeggia la Roma e festeggia anche Paulo Dybala che probabilmente si prende una rivincita personalissima contro la sua ex squadra. La Roma c’è, di sicuro, per la Champions League, mentre i sogni di rimonta del club di Torino probabilmente passeranno dal verdetto del CONI.
Si tratta di una reazione pesantissima da parte dei capitolini dopo una sconfitta, invece, inaspettata e clamorosa contro la Cremonese. Il gruppo di Mourinho conferma in questa maniera i suoi punti di forza, ma anche tutti i suoi punti deboli, quella di una squadra che – paradossalmente, ma fino a un certo punto – fa molta più fatica a battere avversari che la aspettano, rispetto a chi ha una proposta di gioco più offensiva. Questa vittoria, in ogni caso, è uno squillo fondamentale per alimentare le speranze giallorosse, ma anche per far capire che il livello resta alto quando conta, nonostante il gioco non sia quello più spumeggiante del campionato.
Dall’altra parte c’è una Juventus che nelle ultime settimane aveva cambiato pelle, o almeno così sembrava, alzando il baricentro del suo centrocampo e lasciando un pizzico di solidità difensiva in nome di un attacco più pericoloso, anche per merito di un Angel Di Maria in grandissima forma. Contro la Roma è arrivato un passo indietro anche in tal senso: certo, la fortuna non ha aiutato, ma la sensazione è che manchi un faro nel gioco della Vecchia Signora in mezzo al campo. Questa luce potrebbe essere Pogba, nonostante l’ingresso contro la squadra della Capitale non sia stato impressionante. Staremo a vedere, anche se di tempo per recuperare ce n’è sempre meno e la massima competizione europea è più lontana. A meno che non arrivi un successo agognato e meraviglioso in Europa League.
SASSUOLO-CREMONESE 3-2 – Volevate i gol? Volevate lo spettacolo? La partita per voi è quella tra Sassuolo e Cremonese. I neroverdi cercavano una vittoria pesantissima per allontanare, forse definitivamente, la zona salvezza, ma i lombardi ci credono ancora a una permanenza in Serie A che sarebbe storica. La squadra di Davide Ballardini conosce bene i suoi principi di gioco e in campo dà tutto, per questo fa anche un po’ di simpatia in più rispetto alle altre. L’ha dimostrato anche nell’ultimo turno contro la Roma che ha portato tre punti importantissimi ed epici per i grigiorossi.
Il Sassuolo, nonostante l’assenza per squalifica di Domenico Berardi, sembra comunque esprimere una qualità decisamente superiore fin dai primi minuti di gioco. In particolare, Alessio Dionisi beneficia di un Armand Laurientè in gran forma e che su punizione, al 26esima, marchia il vantaggio con un tiro di pregevole fattura. Gli emiliani, però, non si fermano e continuano ad attaccare, mostrando i pezzi forti del suo repertorio, tanto che, verso la fine del primo tempo, è ancora Lauriente a servire un assist al bacio per Davide Frattesi che raddoppia confermando la sua verve realizzativa di questa stagione.
Guai, però, a dare per morta la Cremonese. Ballardini, infatti, è bravo a scegliere un Cyril Dessers che sembrava in fase calante di forma e a schierarlo già al 46esimo. L’ex Feyenoord, invece, ha un impatto devastante sulla partita e al 62esimo accorcia le distanze realizzando il 2-1. Ma non è finita qui per lui, nella serata migliore da quando gioca in Serie A: il bomber sfrutta un assist addirittura di Marco Carnesecchi ed è un gol meraviglioso che porta il 2-2.
Neanche il Sassuolo, però, è una squadra che si arrende e indovinate con chi? Sì, ancora Laurientè che sforna un altro assist, stavolta per Nedim Bajrami, bravo a realizzare il gol partita. Alla fine, nel match più spettacolare della giornata, la spuntano i padroni di casa, ma guai a dare per morti i ragazzi della Cremonese, che ancora potrebbero darci tante emozioni da qui a fine anno.
Il Sassuolo esce da una sfida pirotecnica con le tasche piene di tante consapevolezze, ma soprattutto la più importante: il progetto è quello buono e quando Berardi e Laurientè potranno davvero dialogare con continuità allora sarà quello il momento in cui il potenziale offensivo della squadra sarà senza dubbio tra i migliori della A.
Ed è questo il motivo per cui la Cremonese, proprio ora, non deve affatto dubitare di se stessa. Tra le squadre in lotta per la salvezza, i lombardi rappresentano quella più spregiudicata. Se Dessers dovesse confermare questo stato di forma anche nelle prossime uscite e la difesa dovesse riuscire a tenere anche contro avversari difficile da contenere, allora la possibilità di un filotto che garantirebbe la permanenza nel campionato più importante possibile non sarebbe affatto utopia. E, diciamolo, ora ci sperano in tanti, un po’ per simpatia verso il calcio.
TORINO-BOLOGNA 1-0 – Quello tra i granata e gli uomini di Thiago Motta può considerarsi un vero e proprio scontro diretto, vista la posizione in classifica delle due squadre, ma non di quelli utili per le posizioni più calde della Serie A. Siamo un po’ nella via di mezzo tra la salvezza e le coppe europee che comunque può essere considerata piatta, ma per alcuni anche rassicurante.
In ogni caso, c’è grande curiosità per capire se il Bologna proseguirà nel suo ottimo momento di forma, magari fino ad accarezzare il sogno europeo. Ma c’è anche la necessità di comprendere se i granata riusciranno a ritrovare la vittoria dopo i pochi punti portati a casa nelle ultime partite e la sconfitta pirotecnica nel match contro la Juventus, il derby della Mole, dove a sbagliare è stata soprattutto la difesa.
In ogni caso, la squadra di Ivan Juric affronta la gara in maniera opposta rispetto a quanto successo all’andata. I piemontesi, infatti, dominano dal punto di vista della manovra la partita e lasciano pochi spazi alle spalle ai temibili avversari emiliani, anche a un Riccardo Orsolini che arriva da un periodo di forma eccezionale e si sta imponendo come uno dei leader assoluti per Motta.
Il buon gioco del Torino, alla fine, viene anche premiato dato che Yann Karamoh conferma la sua crescita esponenziale e, dopo la rete contro la Juventus, segna anche contro il Bologna. L’1-0 dovrebbe essere l’episodio che stappa la partita, ma si trasforma nella stanza delle certezze per i granata che comunque non rinunciano ad attaccare quando trovano gli spazi giusti per offendere. E poi c’è un Antonio Sanabria che magari non ha ancora la capacità realizzativa che servirebbe, ma fa un lavoro pazzesco e corre su ogni pallone.
Neanche i cambi offensivi di Thiago Motta ribaltano la situazione e sale in cattedra anche Perr Schuurs che chiude in maniera impeccabile, da ultimo uomo, Orsolini in scivolata. Il pubblico esplode: la giornata di Serie A si chiude con una vittoria pesante per il Torino. Una vittoria che mostra i netti miglioramenti della squadra di Juric e che sono merito anche delle consapevolezze e delle scelte dell’allenatore ex Verona. Brusca frenata, invece, per le ambizioni del Bologna, con la sicurezza di aver trovato un impianto comunque importante per il futuro. E quello non si può cancellare.
NAPOLI 65
INTER 50
LAZIO 48
ROMA, MILAN 47
ATALANTA 42
BOLOGNA 35
JUVENTUS* 35
TORINO 34
UDINESE, MONZA 32
FIORENTINA 31
SASSUOLO 30
EMPOLI 28
LECCE 27
SALERNITANA 25
SPEZIA 21
VERONA 18
CREMONESE, SAMPDORIA 12
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