Come sono andate le partite dell’undicesima giornata di Serie A

Cambiano un po’ di equilibri in questa giornata di Serie A, non in testa alla classifica, ancora appannaggio di un Napoli che riesce a portarsi a casa tre punti anche da Roma contro una squadra, quella giallorossa, che si trincera in difesa e tenta pochissime volte di sfondare la porta difesa da Alex Meret. Sicuramente cambiano per la Lazio e l’Atalanta, i bergamaschi, infatti, subiscono la prima sconfitta stagionale proprio contro gli uomini di Maurizio Sarri, privati di Ciro Immobile ma non orfani del bomber di Torre Annunziata. Prima vittoria per Thiago Motta e Dejan Stankovic.

Osimhen
Victor Osimhen – Nanopress.it

Ma tra i partenopei e i biancocelesti, c’è il Milan ora, che supera facilmente il Monza degli ex Adriano Galliani e Silvio Berlusconi. Più lontane, Juventus e Inter vincono segnando quattro gol a testa: i bianconeri, però, contro l’Empoli non ne subiscono neanche uno, gli undici di Simone Inzaghi, invece, contro la Fiorentina all’Artemio Franchi devono penare molto di più. L’Udinese, dal canto suo, torna a perdere dalla prima giornata contro il Torino di Ivan Juric. Prima vittoria per Thiago Motta sulla panchina del Bologna, ma anche per un’altra bandiera dell’Inter, Dejan Stankovic, con la sua Sampdoria.

Serie A: il Napoli si conferma regina anche contro la Roma, la Lazio vince e convince a Bergamo. Poker per Juventus, Milan e Inter

JUVENTUS-EMPOLI 4-0 – Che sia arrivato con il derby della Mole il punto di svolta della stagione della Juventus in Serie A e anche in Champions League? Probabilmente la risposta arriverà solo domani, contro il Benfica, intanto, in un’Allianz Arena quasi sold out, venerdì, la squadra di Massimiliano Allegri riesce a inanellare due vittorie di fila in campionato, segnando anche quattro gol fondamentali per il morale.

Ad aprire le danze ci pensa Kean all’ottavo minuto: cross in area di Kostic e l’italiano deve solo buttarla in rete. Al 56esimo, è McKennie a cambiare ancora il risultato sfruttando l’assist di Cuadrado che poi ne sforna un altro anche per Rabiot. Il francese, però, quando va a segno, lo deve fare almeno due volte nella stessa partita e ci mette effettivamente dodici minuti a firmare la doppietta personale e mandare i toscani a casa con zero punti e un passivo pesante.

SALERNITANA-SPEZIA 1-0 – Basta un gol di Mazzocchi, un bellissimo destro a giro sul secondo palo dalla distanza di uno degli esterni più promettenti del campionato, ai granata di Davide Nicola per inguaiare lo Spezia di Luca Cioffi, che ora si trova a soli quattro punti dalla zona retrocessione. Situazione ben più comoda per la Salernitana, che al prossimo turno affronterà la Lazio di Maurizio Sarri, non l’osso più malleabile, anzi.

MILAN-MONZA 4-1 – Gara dall’alto contenuto emotivo per Adriano Galliani e Silvio Berlusconi, per cui l’ad dei brianzoli, tra l’altro, aveva detto che non avrebbe esultato. Il suo Monza, però, gli ha dato poche occasioni per farlo perché la partita ha subito avuto solo un senso: quello favorevole ai campioni d’Italia. Al 16esimo, è Brahim Diaz su un lancio lungo di Tatarusanu a sbloccare il risultato, poi ci pensa sempre lo spagnolo a ribadire chi è il più forte, sfruttando, stavolta, un assist di Origi.

Milan
Divock Origi, Brahim Diaz e Theo Hernandez – Nanopress.it

Il belga si mette anche in proprio siglando la rete del 3-0 al 65esimo, poco prima che Ranocchia (Filippo, eh) segni il gol della bandiera che, comunque, non chiude i conti, perché nel finale c’è spazio anche per il solito Leao per andare in gloria. In quel momento sì che può scendere il sipario su San Siro, e con un momento primo posto in saccoccia.

FIORENTINA-INTER 3-4 – Gol e spettacolo al Franchi, ma anche tanta, troppa tensione, con tutte le conseguenze del caso. La Fiorentina si giocava molto, per uscire dalla crisi, ma l’Inter non è da meno, perché una mancata vittoria vuol dire allontanarsi dalle prime della classe e forse rinunciare ai sogni scudetto. Così non è andata.

La partita inizia subito bene per i nerazzurri che trovano il vantaggio con una grande vittoria corale, capitalizzata da Barella. Lautaro Martinez, in splendido stato di forma, trova il raddoppio, dopo un’azione personale da campione vero. Non ci sono solo gioie per la Beneamata, anzi l’ennesima rimonta. Gli ospiti abbassano il baricentro e la Viola ne approfitta, prima con il rigore realizzato da Cabral, dopo un fallo evidente – e probabilmente da rosso – di Dimarco su Bonaventura, poi con un gran gol di Ikoné. L’Inter, però, sa reagire e trovare la via del 2-3, ancora con Lautaro Martinez, ma su rigore.

Inzaghi, però, non fa i conti con Jovic che subentra, rinasce e in girata realizza il 3-3. Sembra tutto scritto, ma Mkhitaryan sfrutta un’azione al veleno di Dzeko e Barella e firma la vittoria, dopo un intervento maldestro di Venuti. Tre punti portati a casa per l’Inter e tante polemiche per l’arbitraggio, ma la classifica dei nerazzurri si sposta e alla fine è ciò che conta.

UDINESE-TORINO 1-2 – La domenica si apre già con il botto, perché l’Udinese vuole continuare ad alimentare i sogni d’alta classifica, mentre i granata hanno tutta l’intenzione di farsi valere dopo un periodo sottotono, culminato nella sconfitta nel derby della Mole contro una Juventus convalescente.

In campo partono decisamente meglio i granata e sbloccano il risultato già al 14esimo con un gol di Ola Aina, ancora preferito a Singo da Juric. Poi, però, la difesa degli ospiti pasticcia ed è un gioco da ragazzi per Deulofeu portare il risultato sull’1-1. Nel secondo tempo, il Torino ha la forza di prevalere sul campo di una delle squadre più in forma del campionato e lo fa con un gran gol di Pellegri, che zittisce le critiche con una bella prova e una discesa spettacolare sulla destra. I padroni di casa caricano a testa bassa a caccia del 2-2, ma Beto viene neutralizzato da Milinkovic-Savic. È una vittoria pesante per il Torino che torna a macinare punti, ma anche un ko pesante per l’Udinese che si allontana dalla vetta della classifica.

BOLOGNA-LECCE 2-0 – Il Bologna ora non può più sbagliare, perché ci sono in palio punti importanti per la classifica, ma anche per il morale degli uomini di Thiago Motta. E contro il Lecce i tre punti sono d’obbligo, anche se i pugliesi hanno dimostrato di essere capaci di dare fastidio a tutti. Tra i padroni di casa, torna Arnautovic in piena forma, e si vede. È proprio l’austriaco, ora il capocannoniere della Serie A, a sbloccare la partita su rigore al 13esimo. Ferguson, poi, su assist di Barrow meno di venti minuti più tardi a siglare il gol del raddoppio.

E tanto basta ai felsinei per tornare alla vittoria che mancava dall’11 settembre, quindi
dalla partita contro la Fiorentina. Per i salentini, invece, continua il momento non eccezionale di forma, ma dopo il pareggio contro la Viola, proprio non ci voleva una sconfitta contro un’avversaria diretta nella lotta salvezza. A questo punto, già il prossimo match sarà fondamentale per invertire il trend, anche perché le cose buone il Lecce le ha fatte vedere, anche se a tratti, fin da inizio anno.

ATALANTA-LAZIO 0-2 – Alle 18, poi, senza nulla togliere alle altre, si inizia a fare sul serio: i bergamaschi di Gian Piero Gasperini, che non hanno mai perso, incontrano i biancocelesti che, invece, vengono da cinque clean sheet di fila, ma sono senza Immobile. La gara inizia subito bene per gli ospiti che, anche senza il bomber di Torre Annunziata, trovano subito il gol con Zaccagni che approfitta di un assist al bacio di Pedro e batte Sportiello. L’esterno d’attacco sarà uno dei grandi protagonisti del match, prima che un compagno di reparto gli rubi la scena.

Gli uomini di Sarri continuano a macinare gioco e anche occasioni, impedendo all’Atalanta di proporre il proprio. Neanche i cambi dell’allenatore nerazzurro riescono a cambiare il copione del match e, infatti, al 52esimo, è Felipe Anderson che sfrutta le praterie e un corner di Marusic per insaccare il secondo pallone in rete, che regala tre punti alla Lazio oltre che la terza posizione, in compresenza proprio con gli orobici, e la sesta partita di fila senza subire gol. I biancocelesti continuano a sognare in grande e hanno la miglior differenza reti del torneo, grazie a un attacco letale e a una difesa sempre più solida.

ROMA-NAPOLI 0-1 – Il miglior attacco del campionato, quasi per distacco, sfida una delle difese migliori dell’intera Serie A. Roma-Napoli non è una partita come le altre e sicuramente è un test importante per gli uomini di Luciano Spalletti, meritatamente in testa alla classifica. Il copione della partita è scritto e si vede già dai primi minuti: i giallorossi sono chiusi nella loro metà campo, cercando di chiudere ogni spazio possibile e di blindare in una sorta di gabbia il talento di Kvaratskhelia, ma difficilmente si espone in attacco e cerca di far male alla capolista.

Proprio quando la partita sembra consegnata allo 0-0, però, è Victor Osimhen a dimostrare tutta la sua importanza per il Napoli. Il nigeriano batte Rui Patricio dopo un grande attacco alla profondità e con un destro incrociato che non lascia scampo ai capitolini. La Roma cerca di buttarsi in attacco alla ricerca del pareggio, ma i partenopei contengono gli attacchi avversari. La partita si chiude con una vittoria pesantissima per il Napoli in ottica classifica, ma anche con un vero e proprio parapiglia, figlio del nervosismo per l’arbitraggio di Irrati. Karsdorp finisce anche faccia a faccia con il direttore di gara. Poco male per Spalletti che mantiene la testa solitaria con l’ennesima vittoria consecutiva. E non era affatto scontato.

CREMONESE-SAMPDORIA 0-1 – Dalle stalle alle stelle, dipende dai punti di vista. La gara salvezza, quella vera, tra la penultima e l’ultima in classifica inizia subito malissimo per gli uomini di Dejan Stankovic: Colley, infatti, commette un fallo in area di rigore, viene ammonito e viene anche concesso il penalty alla Cremonese. Sul dischetto si presenta Dessers, che vorrebbe siglare il terzo gol di fila dopo essersi sbloccato contro il Napoli: neanche a dirlo, non riesce. Ma l’antieroe che al settimo minuto aveva messo in difficoltà la Samp, settanta minuti più tardi riesce a regalare il gol della vittoria, la prima della stagione, che magari non permette di respirare ma dà una sorta di segnale di speranza per il futuro.

SASSUOLO-VERONA 2-1 – Inizia bene il Verona, non abbastanza però per portare a casa tre punti che potrebbero semplificare di poco le cose. Ceccherini, infatti, apre i giochi al secondo minuto con un cross che tocca anche Henry, ma non Consigli e quindi è gol. I pasticci del portiere, non di certo il migliore in campo tra le fila del Sassuolo continuano anche nel secondo tempo, ma prima ci mette una pezza Lauriente al 32esimo e Frattesi al 74esimo, la rete in pratica che ribalta il risultato e manda i gialloblu in Purgatorio, o forse il penultimo posto è proprio l’anticamera dell’Inferno. E invece fa tornare alla vittoria Alessio Dionisi, che non vincevano da due turni.

La classifica di Serie A, la Lazio fa un balzo di tre posizioni. L’Inter raggiunge l’Udinese

NAPOLI 29

MILAN 26

LAZIO, ATALANTA 24

ROMA 22

UDINESE, INTER 21

JUVENTUS 19

SASSUOLO 15

TORINO 14

SALERNITANA 13

EMPOLI 11

BOLOGNA, FIORENTINA, MONZA 10

SPEZIA 9

LECCE 8

SAMPDORIA 6

VERONA 5

CREMONESE 4

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